DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
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Ma quanto s'è arrabbiato Renzie di fronte alla minacce del sindaco di Roma, Ignazio Marino, pronto a tagliare i servizi ai cittadini se non arrivano subito i soldi del governo. "Toni inaccettabili", ha fatto sapere il premier da Palazzo Chigi. Ma al telefono con il diretto interessato è stato anche più duro. All'ex sindaco di Firenze non va di essere messo spalle al muro o tirato per il bavero.
E c'è da capirlo, perché il Rottam'attore sa riconoscere un appello da una minaccia, una richiesta pressante da un ultimatum, una protesta da un ordine. Ancora l'11 febbraio scorso, poco prima di dare lo spintone finale a Enrico Letta, dettava così la linea sulla legge elettorale: "Se non portiamo a casa questo passaggio, saltano l'Italia e l'Italicum". Ma va bene, in fondo era già segretario del Pd. Forse, quando era sindaco usava toni più rispettosi.
Sicuro. Il 22 novembre 2013, eccolo qui: "Il governo deve seriamente smettere di giocare con le bandierine sull'Imu, altrimenti ci arrabbiamo". Otto mesi prima, con il governo Monti in carica solo più per l'ordinaria amministrazione, ancora oscuri aut-aut dal primo cittadino di Firenze: "Se il governo non sbloccherà i fondi, giovedì ci riuniremo a Roma per prendere iniziative clamorose!" (20 marzo 2013).
Non meno duro il 28 aprile 2012, sempre con la fascia tricolore addosso: "Il patto di stabilità è in realtà un patto di stupidità . Se non si cambia registro, Firenze lo violerà e incorrerà nelle sanzioni. Lo Stato ci bloccherebbe i mutui, i finanziamenti essenziali per le opere infrastrutturali, e ci sarebbe una riduzione dei trasferimenti di fronte alla quale sarei pronto a fare la rivoluzione".
Ma dove Ignazio Marino avrebbe parecchio da imparare dall'attuale premier è sulla storia degli incassi dei musei città . Renzi un giorno si rese conto che i turisti "costano" e allora pretese dal ministro Sandro Bondi di avere una parte degli introiti degli Uffizi. Ci fu un lungo scontro e poi il sindaco portò a casa il risultato aggirando l'ostacolo e andando ad Arcore dal premier Berlusconi. Era l'inverno del 2011 e su quell'incontro si ricamò parecchio e ancora si ricama. Ma Renzie incantò il Cavaliere con la propria parlantina e tornò a Firenze con i soldi che voleva.
La prossima volta, il chirurgo di Genova non ha che da fare così. Alza il telefono, chiede un appuntamento a Pontassieve, porta due bottiglie e magari il presidente del Consiglio apre i cordoni della borsa. Perché a lui, le manifestazioni di arroganza proprio non vanno giù.
RENZI MARINO MATTEO RENZI NEL CANDIDATO SINDACO A FIRENZE Matteo Renzi Sindaco FirenzeIGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO
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