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Francesco Bei per “la Repubblica”
«Questo voto conferma quello che cerco di spiegare da un po’ di tempo ai miei amici del Pd: il centrodestra non è affatto morto, anzi è un avversario temibile quando si unisce». Matteo Renzi, al telefono con i massimi dirigenti del partito e con il Nazareno, commenta caldo il risultato elettorale dei ballottaggi. Dove, a macchia di leopardo - da Macerata a Mantova, da Trani a Lecco - saltano fuori diverse vittorie del centrosinistra. Ma dove spicca su tutte la perdita del capoluogo più simbolico: Venezia.
Una sconfitta che, inevitabilmente, pesa nel racconto renziano. Specie se sommata all’arretramento del Pd delle scorse regionali (in voti assoluti) e alla perdita altrettanto simbolica della Liguria. Una delusione, anche se «il conto totale dei comuni vinti premia comunque il Pd».
Certo, ci sarà modo di far notare che il senatore civatiano è sempre stato un osso duro per Renzi. E che, in fondo, aver condotto una campagna elettorale senza mai accostare il suo nome a quello del premier non abbia portato fortuna al candidato del Pd. Al contrario di Luigi Brugnaro, una sorta di Guazzaloca “in saor”, che ha fatto di tutto per strizzare gli occhi agli elettori renziani del Pd senza mai assumere i toni di Matteo Salvini. Un moderato, un candidato civico.
Eppure la sconfitta di Venezia, per il presidente del Consiglio, deve servire da monito anche e soprattutto per la sinistra interna. Quella, per intederci, che sosteneva in cuor suo il civatiano Pastorino in Liguria, «dicendo di votare Paita turandosi il naso».
Per Renzi la perdita del capoluogo veneto dopo 21 anni di centrosinistra è la dimostrazione che spostare il partito a sinistra, con un candidato-magistrato che ha fatto dell’opposizione al governo la sua cifra in Parlamento, non è la carta per recuperare consensi. «A Venezia abbiamo perso voti al centro - osservano laconici dal Nazareno - senza guadagnarne a sinistra. Un disastro».
migranti alla stazione tiburtina 8
Gianni Vernetti, uno dei sostenitori di renzi, ieri notte già twittava contro Casson: «A venezia non ha vinto la destra ma ha perso Felice Casson. E a me non pare una brutta notizia».
C’è da considerare ovviamente il traino indiretto venuto a Brugnaro dalla netta affermazione del leghista Zaia alle regionali di due settimane fa. Il Veneto, anche in questo caso, fa storia a sè. Le terribili immagini delle città italiane con gli immigrati che dormono per strada, secondo Renzi, hanno certamente influito sull’esito elettorale: «Il racconto della paura premia la destra».
migranti alla stazione tiburtina 6
L’altra lezione che il presidente del Consiglio trae dal risultato è rivolta ancora una volta alla minoranza del suo partito. «L’unica strada che abbiamo davanti è accelerare ancora di più su tutte le riforme. Perché se ci fermiamo o rallentiamo, la bicicletta cade». Lo si vedrà già da domani, in parlamento, sulla Buona scuola e sugli altri provvedimenti in (faticosa) gestazione: dalla riforma costituzionale alle unioni civili fino alla Rai e alla riforma del fisco.
un migrante protesta sugli scogli 4f4dca3
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