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In Germania la cooperazione allo sviluppo è affidata all'omologo della nostra Cassa depositi e prestiti e c'è pure una banca dedicata. In Francia c'è un'agenzia autonoma, ma sotto la tutela congiunta di Esteri ed Economia. In Olanda, Norvegia e Danimarca, la cooperazione economica è gestita direttamente dai ministeri degli Esteri. In Italia anche.
Però il governo Renzie, quello della Spending Review, vuole cambiare e sta per nascere una nuova Agenzia. Una struttura che dovrebbe avvalersi di 300 persone (solo una minima parte arriverebbero dalla Farnesina), con 19 dirigenti e un direttore da 300mila euro lordi l'anno, per un costo totale di 7 milioni il primo anno e 5 a regime. Servono davvero?
Il progetto della nuova Agenzia era già stato studiato dal governo di Lettanipote ed è stato rivisto e arricchito dal nuovo esecutivo, che ha già presentato un disegno di legge governativo. La nuova agenzia opererebbe sotto la vigilanza della Farnesina, ma non ne assorbirebbe il personale che attualmente si occupa della cooperazione economica.
Su un organico previsto di 300 persone, 200 sarebbero prese a Roma e 100 verrebbero assunte all'estero con contratto di lavoro locale. I trasferimenti dalla Farnesina non riguarderebbero più di 40 persone, con la struttura omologa del Mae che calerebbe da 313 a 104 unità .
Per la copertura dei 7 milioni necessari al primo anno (che dovrebbero scendere a 5 dal 2015) bisognerà attingere dai fondi stanziati ogni anno per la cooperazione dalla legge di Stabilità . Si tratta di un capitolo che vale 250 milioni, e già questo fa capire che forse spendere parte di questi soldi (assai pochi rispetto ai nostri competitor) per una nuova struttura non è un'idea brillantissima.
E comunque non è quello che ci si aspettava da Renzie, il nemico numero uno della burocrazia. Oltre a tutto, mentre si discute addirittura se sopprimere l'Ice, il segnale della creazione di un nuovo carrozzone è parecchio contraddittorio.
C'è infine un elemento solo apparentemente tecnico che spaventa tanto il Tesoro quanto la Farnesina. L'Agenzia potrà operare con strumenti civilistici in materia contabile e amministrativa, che sono sicuramente più snelli di quelli a disposizione di un ministero. Ma sono anche strumenti più pericolosi e meno controllabili in una materia storicamente delicata - e a rischio corruzione - come i fondi per la cooperazione internazionale.
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