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1. IL PREMIER HA VOLUTO UN NUOVO AEREO MA LO NASCONDE FINO AL VOTO: “LO FARÒ VOLARE DOPO IL REFERENDUM”. MA IL SUO CAPRICCIO E’ COSTATO AGLI ITALIANI IN UN ANNO GIA’ 6 MLN € 2. L’ UNICO VIAGGIO DELL'AIRBUS PRESO IN LEASING DA ALITALIA È STATO QUELLO A CUBA NEL 2015 - I NOSTRI PILOTI NON LO SAPEVANO USARE: SI E’ RESO NECESSARIO UN ADDESTRAMENTO SPECIALE 3. IL PD HA SEMPRE CRITICATO LE SCELTE DI BERLUSCONI, QUANDO ERA PREMIER, PER I 116 DECOLLI IN UN ANNO, MA RENZI NON SI DÀ MENO DA FARE, VISTO CHE LA SPESA PER I SUOI VOLI E' SCHIZZATA A 50 MILIONI

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Chiara Giannini per “il Giornale”

 

Sui (maxi) costi dell' Air Force Renzi finalmente c' è chiarezza, anche se non per volontà del governo. Resta il giallo sull' uso col contagocce del nuovo velivolo di punta della flotta di Palazzo Chigi.

Perché comprare un nuovo aereo, dichiarando di volerlo trasformare in un ambasciatore del made in Italy, e poi tenerlo in un hangar a Fiumicino?

Nei primi mesi dall' arrivo a Roma del gigantesco Airbus 340-500 i problemi tecnici e burocratici svelati dal Giornale avevano tenuto a terra il jet.

 

 

Ma ora la chiave del mistero sarebbe tutta politica. «Lo farò volare dopo il referendum del 4 dicembre», avrebbe detto il premier a chi gli chiedeva come mai continuasse a viaggiare sui Falcon e A319 definiti obsoleti proprio da Palazzo Chigi, quando era ora di giustificare la nuova spesa. Finora c' è un unico viaggio all' attivo, quello a Cuba, fatto dal premier nel 2015. L' A340-500 è rimasto a terra anche in occasione del viaggio in Brasile, quello in occasione delle Olimpiadi di Rio, smentendo chi diceva che il nuovo aereo serviva a evitare scali intermedi nei voli a lunga distanza.

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I problemi che hanno reso difficile il decollo dell' A340 non sono stati pochi. Nessun pilota dell' Aeronautica militare, infatti, era in grado di pilotare il vettore, per cui si è reso necessario un addestramento speciale per i piloti del 31esimo stormo. È inoltre stato necessario adeguare l' aereo a quelle che sono le normative di volo italiane. Era atterrato la prima volta con matricola emiratina, quando per renderlo operativo andava immatricolato come aereo militare.

Inoltre, nessuna pista, a parte quella di Fiumicino, era abbastanza lunga per il decollo e l' atterraggio del gigante dell' aria. Il resto della «flotta blu», gestita dal 31esimo Stormo dell' Aeronautica, è invece tutto di stanza nell' aeroporto di Ciampino. Ma ora che tutto è al suo posto e l' Airbus è operativo il discorso è diverso. Perché, in teoria, potrebbe volare eccome. Anzi, sarebbe auspicabile che lo facesse, perché è un tipo di aereo che richiede un minimo di ore in cielo perché rimanga efficiente.

 

Ma la faccenda contrasta con la retorica di Renzi sui risparmi che è proprio uno degli argomenti forti della riforma costituzionale sottoposta al voto referendario. Dovrebbe infatti far risparmiare 500 milioni, secondo la Boschi. Sarebbe dura raccontare agli elettori che buona parte serviranno a pagare l' Air Force One renziano.

 

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Il Pd ha sempre criticato le scelte di Silvio Berlusconi, quando era premier, per i 116 decolli in un anno, mentre lui certo non si dà meno da fare, visto le seimila ore annuali che ha fatto registrare, con una spesa complessiva di 50 milioni di euro all' anno. Alla faccia della spending review, dei tagli e dei risparmi. E alla faccia della voglia di austerità.

 

Il premier, nel 2015, non perse tempo per attraversare l' oceano Atlantico in volo per assistere alla finale di tennis Vinci-Pennetta, dimenticandosi però altri appuntamenti, come una capatina a New Delhi per andare a far visita al fuciliere di Marina Salvatore Girone fino a qualche mese fa trattenuto in India senza neanche avere un capo d' accusa o per andare a Taranto a trovare il collega Massimiliano Latorre, colpito da un ictus.

 

Di certo c' è che, per adesso, il super aereo è decollato una volta sola e a solcare i cieli di tutto il mondo resta, per lo più, l' A-319, un velivolo che ha molti meno posti di quello in questione e che è certamente meno potente (il 340 è dotato di 4 motori Rolls Royce Trent 553-61). Che Renzi aspetti il 4 dicembre per cantar vittoria e poi si decida, finalmente, a far fruttare quei quasi 170 milioni di euro?

 

AIR FORCE DI RENZI

Chiara Giannini per “il Giornale”

Quanto è costato (e quanto costa) l' Air Force Renzi agli italiani? Circa 76.440 euro al giorno. Ecco i documenti, che il governo avrebbe voluto tenere segreti, che mostrano quanto l' Italia ha pagato per l' Airbus A 340-500, il grande jet che Palazzo Chigi ha preso in leasing da Alitalia.

 

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I conti (parecchio onerosi) sono presto fatti. Dal contratto, della durata di otto anni, risulta che l' aereo costerà nel periodo di leasing 168 milioni e 205mila euro. Per il 2016 è previsto un costo di 39 milioni, di cui fa parte, solo per quell' annualità, la spesa per l' assicurazione cui, dice il documento visionato dal Giornale, si aggiungerà una spesa ulteriore per gli anni successivi.

 

Per il 2017 si pagheranno 23 milioni 505mila euro, per gli anni compresi tra il 2018 e il 2022, invece, 17 milioni 800mila euro, mentre per il 2023, 16 milioni 700mila euro. Il costo complessivo per il carburante per 8 anni è stimato dal governo in 55 milioni di euro, così ripartiti: 6 milioni per l' anno corrente e 7 milioni per ciascuno degli anni successivi. La dotazione attuale sullo stato di previsione del ministero della Difesa è pari a 15 milioni di euro, per ciascuno degli anni che vanno dal 2016 al 2018 a cui si devono sommare, per l' anno corrente, 5 milioni quali residui per il 2015. Le risorse mancanti si reperiranno in altro modo, anche attraverso la vendita di tre velivoli di proprietà dello Stato, recitano le note di Palazzo Chigi.

 

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Nei documenti si legge che l' acquisizione di un aereo nuovo identico a quello preso in leasing avrebbe avuto un costo di «200/300 milioni di euro».

Ma il risparmio è assai teorico, perché calcolato sul prezzo di un jet appena uscito di fabbrica.

Quello su cui volerà Renzi risale al 2006 e basta consultare i siti specializzati in vendita di aeromobili quali «tradeaplane.com» per verificare che un Airbus dello stesso anno di immatricolazione costa circa 50 milioni di euro.

 

Oltretutto, nei documenti si sostiene che i «velivoli della classe A-319 e F-900 sono ormai obsoleti». Peccato che ci si sia dimenticati di dire che alcuni di questi aerei che compongo la «flotta blu» sono stati immatricolati nel 2006, quindi nello stesso anno dell' A-340. Il costo giornaliero del velivolo è presto ricavato: se prendiamo i 168 milioni e 205mila euro totali e li dividiamo per 2.920, ovvero i giorni che compongono 8 anni, si arriva a un costo di 56.604 euro al giorno.

 

Se poi a questa cifra si aggiungono i 55 milioni di euro di carburante e si divide la somma per lo stesso numero di giorni si ricavano i 76.440 euro che vengono sottratti al contribuente per un aereo che, finora, il premier ha utilizzato solo per andare a Cuba lo scorso luglio. C' è poi un altro aspetto. L' assistenza di un A319 all' estero è praticamente a costo zero, mentre per il gigante della flotta di Stato è necessaria una spesa non indifferente.

 

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Eppure nelle carte si legge che «si ritiene possibile», per compiere l' operazione di leasing dell' A340, «la cessione di tre aeromobili della flotta di Stato (un A-319CJ e due F-900EX) già destinati alla vendita a causa degli elevati costi di gestione e della configurazione priva di moderni sistemi di scambio di dati e informazioni». Quanto spende, invece, lo Stato per la fornitura dei servizi, il noleggio, la manutenzione dei mezzi aerei, impianti, sistemi, apparecchiature, equipaggiamenti e altro ancora? Il costo è di 15 milioni di euro.

 

Mentre quello dell' hangar (con servizi di manutenzione) oscilla tra i 90mila e i 200mila euro al mese a seconda del tipo di lavori da effettuare. Di più: Renzi non ha fatto un affare a prendere l' Airbus in questione, perché il velivolo è sempre fermo in pista (ha volato una sola volta) e più lo stesso sta fermo, più i costi di manutenzione aumentano.

 

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C' è poi la questione dei giubbotti di salvataggio: avevano tutti le istruzioni in arabo, per cui è stato necessario cambiarli tutti quanti e alla spesa si è aggiunta un' altra spesa. Certo, l' aereo di Renzi ha molti posti in più di quelli di proprietà dello Stato, ha il Wi-Fi a bordo che gli consente di inviare tweet ed email anche in volo, ma siamo proprio sicuri che il contribuente, davanti a tali cifre, sia contento dell' acquisizione di un apparecchio così costoso e che, oltretutto, può atterrare solo all' aeroporto di Fiumicino dove, lo possono vedere tutti, è fermo in pista a dare ancora una volta l' immagine di un' Italia che non decolla?

 

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