DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. DAGOREPORT
ADA LUCIA DE CESARIS - PISAPIA
C’è una cosa che unisce Renzi, Berlusconi, i 5 stelle e Salvini: a Milano non quell’uomo delle banche e dei poteri oscuri e marci; non il candidato sottotraccia della borghesia bazolian-prodiana a Palazzo Marino; non Ferruccio De Bortoli sindaco.
Che il ducetto di Rignano, definito dall’ex direttore del Corriere un “maleducato di talento” in odore di “massoneria” (pare che nell’entourage di Renzi abbiano esclamato: senti da che pulpito!), abbia preso a cuore la faccenda De Bortoli è chiaro da almeno un paio di segnali.
Il primo è la dichiarazione di Orfini quando una parte del Pd voleva portare l’ex direttore del “Corriere” e del “Sole 24 ore” alla presidenza della Rai: “Curioso – dichiarò - che la sinistra Pd proponga il nome di De Bortoli, perché è un rappresentante di quell'establishment che giudico corresponsabile della crisi del Paese”. La seconda è l’insistenza con la quale, negli ultimi tempi, Renzi abbia chiesto all’attuale sindaco, Giuliano Pisapia, prima di “restare” e poi di “decidersi”.
Vianello Mucchetti DeBortoli DeBenedetti Bazoli Geronzi
Pisapia, e soprattutto la moglie - l’ex giornalista di “Repubblica” Cinzia Sasso - non vogliono sentire parlare di continuare la gravosa incombenza di sindaco e sindachessa (“lavorare stanca”, diceva Pavese) e Renzi teme che Pisapia possa cedere alle pressioni della solita borghesia au caviar ambrosiana di indicare lui stesso come suo erede Flebuccio De Bortoli.
MATTEO RENZI E DEBORAH SERRACCHIANI jpeg
Il quale, indicato magari da una lista civica, a quel punto vincerebbe le primarie del centro sinistra e si avvierebbe al probabile scontro con un suo fax-simile: l’altrettanto fotogenico giornalista brizzolato, ma di Mediaset, Paolo De Debbio.
Certo, la borghesia milanese è specializzata nel far perdere il proprio candidato (vedi Fumagalli, Ambrosoli…) ma intanto Renzi starebbe cercando una sponda con Sel per trovare un candidato gradito da far indicare a Pisapia, al fine di mettere fuorigioco l’asse del capitalismo di relazione che vorrebbe De Bortoli.
Il quale, nel frattempo, si è mosso con la consueta furbizia e dissimulazione: presidente del Museo della Shoah di Milano (lobby ebraica), ma anche del Vidas (istituzione caritatevole della sinistra borghese), tenendosi buoni gli industriali (convegno Ambrosetti), dandosi un aplomb culturale (presidente Longanesi) restando certo di godere dell’appoggio dei giornaloni.
Nel caso Renzi trovasse questo candidato debole (Francesca Balzani, attuale assessore al Bilancio?), non è da escludere qualche accordo - non proprio alla luce del sole - con Berlusconi per far sì che questi indichi un avversario facilmente superabile (quindi non Del Debbio, ma un sicuro perdente).
ygi15 debortoli letta casavola
Una quadra complicata quella milanese (che si incrocia anche con la nomina del nuovo n.1 del Palazzo di Giustizia), resa possibile solo per l’assenza di due forti competitor: Matteo Salvini (che non si candida) e l’assenza di un candidato forte per i 5 Stelle, che a Milano sono troppo schiacciati dalla Lega.
2. L'AVVELENATA DI PRODI VERSUS RENZI: A EXPO FU SURREALE
Da il “Corriere della Sera”
I rapporti con Matteo Renzi «sono ottimi, ma rarissimi. Non ci sentiamo pressoché mai. Ma è anche giusto. Non bisogna mai disturbare il conducente». Lo dice Romano Prodi, che in un’intervista a Oggi ricostruisce così la sua relazione con il leader pd: «Con lui non ci sono mai state guerre, anche se quell’episodio all’inaugurazione di Expo è stato sorprendente. Ha ringraziato l’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, e l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre tutti si giravano verso di me aspettando che mi citasse. Non lo ha fatto. La scena è stata surreale».
PRODI FA JOGGING CON L AUTO BLU DENTRO VILLA BORGHESE A ROMA Foto Panegrossi GMT
Prodi, nel colloquio con il settimanale in edicola da oggi, commenta anche il taglio di Imu e Tasi: «Io al governo ho proposto di far pagare la tassa sulla casa solo alla metà delle abitazioni di maggior pregio, esentando quindi i meno abbienti. Questa è la mia posizione anche oggi».
roberto poletti e paolo del debbiodel debbio pillitteri2849del debbio confalonieri 2891DEL DEBBIO BERLUSCONi
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