COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Massimo Falcioni per www.tvblog.it
Dodici citazioni nell’arco di quarantatré minuti. L’intervento di Matteo Renzi a Piazzapulita è stato un’occasione per confrontarsi sui più bollenti temi d’attualità, ma anche e soprattutto un continuo spot al libro appena pubblicato.
Non è bastato il supporto della regia, che ha a più riprese mandato in onda la copertina de “Il Mostro”. Il vero valore aggiunto, di fatto, lo ha regalato l’autore, che ha imbastito gran parte dell’ospitata poggiando sui contenuti della sua ultima fatica.
Dodici menzioni, dicevamo. Numero pieno, nel senso che non tiene conto degli ‘imboccamenti’ degli interlocutori, Corrado Formigli e Antonio Padellaro.
Per intenderci: “Ho letto il suo libro”, “ho speso 17 euro e 90”, “il suo libro dà la sensazione che se la magistratura ti acchiappa, ti distrugge” e così via.
Al netto di ciò, ci ha pensato Renzi a regalare un’uscita tutta rivolta all’autopromozione, tanto legittima quanto smodata. “Chi leggerà il libro scoprirà certe incongruenze”, “chi questo libro l’ha letto davvero sa che non c’è nessun attacco ai magistrati”, “questo libro non attacca i magistrati”. Fino agli interminabili “nel libro dico che…” e “nel libro spiego che…”.
Un refrain che non si è interrotto nemmeno quando Formigli ha allargato il campo, chiedendo di svelare alcuni retroscena politici, come la mancata nomina di Nicola Gratteri a ministro della giustizia: “Lo scrivo nel libro”, ha risposto Renzi.
Ed ancora: “L’ho scritto nel mio libro, credo vi sia stata un’ampia sollevazione da parte di tanti magistrati che fecero pressione”. Identico discorso quando è stato tirato in ballo l’ex presidente del Senato: “Nel libro parlo di Piero Grasso”.
Passando per la dedica finale, con Renzi che ne ha approfittato per omaggiare Fabio Picchi, ristoratore scomparso pochi mesi fa e spesso presente a Piazzapulita. Un ultimo passaggio perdonabile, che tuttavia non annulla il giudizio di fondo, ovvero quello di un faccia a faccia legato a doppio filo all’uscita de “Il Mostro”.
Lecito domandarsi se l’ex premier avrebbe accettato l’invito di Formigli senza libro di mezzo. Come per attori e showman, pure per la politica l’opera da lanciare diventa pretesto per un’incursione.
Renzi in tal senso è in ottima compagnia. Motivo per cui la questione assume contorni rilevanti.
Serve la garanzia di uno spazio ‘pubblicitario’ per godere della partecipazione di un personaggio in un contesto generalmente ostile? Il libro, pertanto, sembra essere diventato il compromesso per arrivare ad un politico che, altrimenti, mai navigherebbe in determinate acque. E il patto, alla fine, accontenta tutti.
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