RENZI #RISPONDE SU TWITTER E BOCCIA LA LEGGE DI BOCCIA: “NO ALLA WEB TAX. E LE RIFORME SI POSSONO FARE CON TUTTI” - PRO E CONTRO LE IMPOSTE SUL WEB

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1. RENZI, 'RIFORME CON CHI CI STA, NODO E' VOLONTA' POLITICA' - 'LEGGE ELETTORALE ANCHE SENZA PARTITI COALIZIONE', 'NO ALLA WEB TAX, AFFRONTARE TEMA A SEMESTRE UE'

Da www.ansa.it

"Ce ne sono tanti, il punto è se c'e' la volontà politica" per una "legge maggioritaria che garantisca alternanza e che dia governabilità". Lo ha detto il segretario Pd Matteo Renzi durante #matteorisponde su twitter e replicando a chi gli chiedeva se ci fosse già un testo pronto sulla legge elettorale.

"La legge elettorale si può fare non necessariamente con i partiti della coalizione, meglio farla con il più ampio schieramento possibile perché sono le regole del gioco" ed è "meglio farle tutti insieme". Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi su Twitter a #matteorisponde.

"Siamo pronti a discutere con gli alleati di governo un patto alla tedesca, ovviamente le riforme istituzionali si fanno con tutti quelli che ci vogliono stare se poi qualcuno si vuol tirare indietro il tema non si pone": così Renzi replicando a un utente che gli chiedeva di non tirare troppo la corda con Alfano.

"Chiediamo al governo Letta, al presidente del Consiglio di eliminare ogni riferimento alla web tax e porre il tema dopo una riflessione sistematica nel semestre europeo".

"Siamo pronti a discutere con gli alleati di governo un patto alla tedesca, ovviamente le riforme istituzionali si fanno con tutti quelli che ci vogliono stare se poi qualcuno si vuol tirare indietro il tema non si pone": così il segretario Pd durante #matteorisponde su twitter replicando a un utente che gli chiedeva di non tirare troppo la corda con Alfano.

"Una cosa è certa: su questo tema basta scherzi, votando alle primarie l'Italia ha chiesto di cambiare": così Renzi durante #matteorisponde su twitter parlando di legge elettorale.

"Il Parlamento non è esautorato, ha tutti i titoli per intervenire" sulla Costituzione, "chi dice il contrario punta all'immobilismo, noi dobbiamo cambiare, ha aggiunto Renzi.

Bisogna abbandonare gli slogan e "presentare un piano per il lavoro a trecento sessanta gradi, lo faremo inserendolo nel patto di coalizione": così Renzi replicando a chi gli chiedeva della flexicurity.

Al M5s "io non faccio una proposta di scambio", chiedo di firmare per un risparmio di un miliardo, "è una gigantesca occasione", che si può cogliere firmando la proposta Pd al Senato per farne una Camera delle Autonomie. Sennò "mi viene il dubbio che si voglia solo fare polemica con il Pd" e non i risparmi. Così Matteo Renzi su twitter.

"Questa avventura è bellissima. Se ti dicono di giocare centravanti giochi centravanti, se ti dicono di giocare mediano giochi mediano, l'importante è che la squadra vinca. Io sono interessato a dare una mano perché il nostro Paese possa riprendere a girare".

"Dal punto di vista personale converrebbe la scelta di spaccare tutto e andare alle elezioni ma non si fa politica perchè si ha un interesse personale, quello viene dopo. L'ambizione viene messa da parte e l'interesse personale e comunitario è che l'Italia torni a correre, oggi ci sono le condizioni perchè si facciano alcune cose prima. L'Italia può cambiare e noi aiuteremo il governo a farlo".

"Sono allergico ai buffet istituzionali", dopo il discorso di Napolitano "ho salutato tutti e sono tornato alla sede del Pd", quindi "nessuna polemica", per altro poi ho sentito il Presidente per esprimergli "gli auguri a nome mio, della città di Firenze e di tutto il Pd".

 

2. VI SPIEGO QUANTO SONO FOLLI LE TASSE SU WEB, EBOOK E SMARTPHONE
Stefano Parisi per www.formiche.net

Il presidente di Confindustria Digitale, il manager e imprenditore Stefano Parisi, ora alla testa di Chili tv, analizza e commenta alcune delle ultime misure introdotte e nota quanta discrepanza ci sia rispetto agli annunci dell'esecutivo...

In questi giorni il Parlamento e il governo hanno preso e stanno prendendo decisioni contro l'economia digitale.

LE PREMESSE INCORAGGIANTI E LA REALTÀ
Solo poche settimane fa il governo era impegnato a far propri gli obiettivi dell'Agenda Digitale Europea. La nomina di Caio a Commissario del governo per l'Agenda Digitale, il nostro Digital Champion, la partecipazione di ministri e, soprattutto, del primo ministro al nostro Forum Annuale, ci davano la certezza che in Italia, finalmente, avremmo avuto a Palazzo Chigi una guida forte e decisa per recuperare i gravi ritardi che abbiamo nello sviluppo dell'economia digitale. Enrico Letta è stato convincente e decisivo per muovere i primi passi in questa direzione. Purtroppo i soliti rigurgiti populisti e l'arretratezza delle burocrazie di alcuni ministeri, in poche ore, hanno dato un colpo drammatico alla credibilità del nostro Paese.

WEB TAX, RIDICOLA E ODIOSA TASSA
La Web tax, così com'è stata approvata in Commissione Bilancio della Camera, è una norma inutile e inefficace. Nonostante il parere contrario del Mef e l'evidente contrasto con la normativa comunitaria, il populismo anti "Lobby delle Multinazionali" persiste nei suoi obiettivi e ci renderà ridicoli a livello europeo. Una tassa che allontana investimenti esteri e non aiuta a crescere le piccole e medie imprese italiane. Altro che "Destinazione Italia"! Ma non è meglio entrare nel percorso europeo e approfittare della presidenza Italiana per definire una normativa europea?

LA FOLLIA FISCALE SUGLI E-BOOK
Ma non ci si limita alla web tax. Il governo ha approvato un disegno di legge che prevede detrazioni fiscali per l'acquisto di libri... ma esclude gli e-book! Sembra un accanimento. Da tempo chiediamo che l'IVA sugli e-book passi dal 22% all'aliquota del 4% applicata ai libri fisici. Invece di dare una risposta positiva a questa elementare richiesta, si è pensato di penalizzare ulteriormente i libri digitali.

LE PESSIME TROVATE SUGLI SMARTPHONE
E l'atteggiamento di ostilità di un certo mondo della cultura non si limita qui. Ora c'è anche la determinata volontà di aumentare del 500% il prelievo su ogni smartphone, tablet, pc, smart tv ecc. quale "equo compenso" per la copia privata, senza tener conto che ormai la copia privata è in disuso, in un mondo nel quale i contenuti musicali e video sono sempre più goduti in streaming.

AMARA CONCLUSIONE
La strada per allineare l'Italia ai target europei è ancora molto lunga. Ed è resa sempre più impervia da precise scelte politiche.

Stefano Parisi
President and Founder
Chili Tv Spa


3. PERCHÉ LA WEB TAX NON MINACCIA LA RETE
Giovanni Valentini per "la Repubblica"


Tassati e tartassati, come purtroppo siamo, rischiamo ormai lo shock anafilattico anche solo a sentir parlare di nuove imposte o nuovi tributi. E così diventa facile scambiare lucciole per lanterne fiscali. Ma in realtà non c'è nessuna "web tax" in vista che minacci la libertà della Rete né tantomeno l'isolamento dell'Italia nel cyber-spazio.

Piuttosto, la norma introdotta nella legge di Stabilità tende a combattere l'evasione via Internet, per difendere la concorrenza sul mercato interno e contribuire magari a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro. Non a caso è stata denominata più correttamente "Google tax": proprio perché colpisce i giganti del web, tra cui il più potente motore di ricerca del mondo, insieme ad altri come Facebook, Apple e Amazon. E non a caso ha suscitato la reazione della lobby di interessi alla quale questi colossi appartengono, come l'American Chamber of Commerce in Italy che notoriamente non è un'associazione filantropica o di beneficenza.

Il fatto è che Google e i suoi "fratelli" realizzano i loro ingenti fatturati nel nostro Paese o altrove e poi pagano le tasse dove vogliono o dove più loro conviene, di fatto sottraendo gettito al fisco nazionale. E parliamo di un'elusione legalizzata, in funzione della quale i ricavi si contano in miliardi di euro e invece le imposte in pochi milioni. Una forma di dumping tecnologico, insomma, che danneggia il commercio, la produzione e l'occupazione Made in Italy: tanto più che i prodotti acquistati su Internet, come anche i servizi o le campagne pubblicitarie, vengono pagati con redditi realizzati sul nostro territorio.

Nel provvedimento contestato, analogo a proposte già presentate in altri Paesi europei, si prevede perciò l'obbligo di acquistare beni e servizi online soltanto da soggetti titolari di partita Iva italiana. Trattandosi di operazioni che si realizzano con la "moneta elettronica", è possibile individuare con certezza il beneficiario effettivo del pagamento ed esigere di conseguenza il versamento corrispettivo delle tasse. Non c'è alcuna ragione, del resto, per cui l'esercente di un negozio fisico sul territorio italiano ne debba pagare più di chi gestisce un negozio virtuale attraverso un sito con sede legale all'estero: per esempio, in Irlanda o in Lussemburgo, dove l'imposizione è largamente inferiore.

Questa elementare esigenza di equità è ancor più avvertita sul mercato della pubblicità, già fortemente condizionato nel nostro Paese dalla concentrazione televisiva che danneggia in particolare la stampa e i nuovi mezzi di comunicazione. Il search advertising, cioè l'acquisto di spazi dei link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei "Risultati" sui motori di ricerca, deve corrispondere agli stessi parametri fiscali che regolano la raccolta dei mezzi tradizionali sul territorio nazionale. Altrimenti, anche in questo modo surrettizio si rischia di compromettere il pluralismo dell'informazione e la libera concorrenza.

Nessun Trattato europeo o accordo sul commercio internazionale può trasformare dunque l'Italia in un paradiso fiscale per i "signori del web". La libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali, garantita all'interno dell'Unione, non contempla e non autorizza il "contrabbando virtuale" dell'e-commerce a danno degli operatori nazionali. Se è vero che il cyber-spazio non ha confini, ciò non implica tuttavia un regime di extra-territorialità tale da consentire l'evasione generalizzata. Una Rete senza regole, giuridiche o economiche, è destinata prima o poi a degenerare nell'anarchia.

 

Francesco Boccia RENZI E LETTARENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PDYALTA CON BERLUSCONI RENZI GRILLO FRANCESCO BOCCIA E NUNZIA DE GIROLAMO DA CHI STEFANO PARISI Stefano Parisi e Pierluigi Battista google tasse QUANTO RISPARMIA GOOGLE IN TASSEGiovanni Valentini con la moglie e Luigi Abete GIOVANNI VALENTINI A ROMA INCONTRA DEI CISNETTO