DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA…
Giovanna Casadio per "la Repubblica"
Avevano pensato a un documento ad hoc, poi hanno preferito evitare. Ma da #OpenPd, seminario di renziani a Torino, arriva il pressing, affinché il sindaco fiorentino corra per la segreteria del Pd. Con chi altri se no, sarebbe possibile riprendersi e rifondare il partito? Il resoconto finale dei renziani, dopo la due giorni di workshop organizzato dall'associazione "Ateniesi" e Renzi 2.0, proprio di questo parla: del partito che Renzi può rivoluzionare portando il centrosinistra alla vittoria.
Il sindaco "rottamatore" in realtà nicchia. «Sulla segreteria? Deciderò più avanti», ripete ancora ieri. «Non ha sciolto la riserva, perché non si può andare avanti a tranelli, bisogna chiarirsi», gli fa eco Dario Nardella, ex vice sindaco di Firenze, renziano di ferro. Molte cose sono cambiate nel Pd: ammette Simona Bonafè, in trincea con Renzi sin dai tempi della sfida con Bersani alle primarie per la premiership.
A sorpresa i prodiani, a cominciare da Rosy Bindi - che del "rottamatore" è stata acerrima avversaria (e viceversa) - riconosce che non lo si può ostacolare. E Prodi? Il Professore non vuole essere tirato in ballo. Dal congresso si tiene lontano, e anche dal partito: la tessera 2013 del Pd con il suo nome non è mai andato a ritirarla; giace nel cassetto della sezione bolognese e lì, a quanto pare, resterà ancora a lungo. «Non sosterrò nessuno», ha detto. Con le questioni del Pd non intende più mischiarsi. Anche se con Renzi, l'ex premier ha buoni rapporti. Quando fu fatto fuori dai 101 "franchi tiratori" nella corsa per il Colle, ricevette un sms in cui il sindaco gli ribadiva la lealtà sua e dei suoi.
Ma a parte Prodi, i contatti e le aperture in favore di Renzi si moltiplicano, sia perché a tutti fa gola salire sul carro di chi si immagina vincitore, sia perché è la leadership più forte insieme con quella di Enrico Letta. Da #OpenPd parte l'invito ai bersaniani Nico Stumpo e Stefano Fassina e ad Alessandra Moretti per il prossimo appuntamento, a Viareggio in settembre. Il workshop torinese si è autofinanziato e ha prodotto 17 mila post su Facebook, circa 30 mila tweet, con scambi di battute, tipo "qualcosa sta cambiando" e, in risposta, "per scaramanzia, mi preoccuperei...".
Dall'assemblea #InsidePd (al Nazareno sabato con Gozi, Marzano, Tocci, Mancuso) un consiglio al sindaco: «Matteo, meno cene con D'Alema ma confrontiamoci, vediamo se è possibile fare squadra per l'innovazione ». Bonafè segnala gli outing pro Renzi. Da Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro a Michele Emiliano e Valerio Merola, rispettivamente sindaci di Bari e di Bologna.
Ma anche Stefano Bonaccini, il segretario regionale dell'Emilia Romagna, che ha appoggiato Bersani, è sempre più vicino alle ragioni renziane: no a modifiche delle regole del congresso. Guarda al sindaco "rottamatore" anche la corrente di Dario Franceschini, Areadem. E i lettiani? «Tra Matteo e Letta deve esserci un patto di reciproca fiducia», osservano i fedelissini di Renzi. Letta intanto punta ad abbassare i toni: «Proteggiamo il partito e facciamolo crescere».
Riconosce a Renzi: «Ha un atteggiamento positivo nei miei confronti e nei confronti del governo e di quello che stiamo facendo, è collaborativo ». Tutto potrebbe ribaltarsi se Bersani e i bersaniani trovassero un candidato insidioso nella sfida con Renzi. Epifani, l'attuale segretario, potrebbe alla fine accettare di ricandidarsi. Oppure Stefano Fassina che, più di Roberto Speranza, è l'esponente della sinistra del Pd. Di donne in lizza per ora neppure l'ombra, eccetto Paola Concia che ha dichiarato la sua disponibilità .
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