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“COFFERATI FU IL RESPONSABILE DELLA VITTORIA DI TOTI NEL 2015 E ORA NE CHIEDE LE DIMISSIONI” – RAFFAELLA PAITA, UNA RENZIANA SOTTOSTIMATA (HA PIU' SEX APPEAL DELLA BOSCHI) ATTACCA L’EX LEADER DELLA CGIL: “QUELLE ELEZIONI LE AVREI VINTE MA COFFERATI NON ACCETTÒ IL RISULTATO DELLE PRIMARIE, VINTE DA ME, E CANDIDÒ LUCA PASTORINO CHE RACCOLSE L’8% CIRCA DI VOTI" - ''TOTI L’AVREI VOLUTO BATTERE CON LA POLITICA NON CON LE INCHIESTE. SONO GARANTISTA E NON INVOCO LE DIMISSIONI PER UN AVVISO DI GARANZIA”

Giovanna Casadio per la Repubblica - Estratti

 

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"Oggi chiede le dimissioni di Toti chi lo aiutò a vincere contro di me, come Sergio Cofferati. Sono garantista davvero, quindi soprattutto con gli avversari. Toti l’avrei voluto battere con la politica non con le inchieste”. Raffaella Paita è la coordinatrice di Italia Viva, senatrice, candidata alle europee nel Nord Ovest con la Lista Stati Uniti d’Europa. Nel 2015 sfidò Giovanni Toti alle regionali e fu sconfitta.

 

“Sono stata la candidata alternativa a Toti e quelle elezioni le avrei vinte, numeri alla mano, se non fossi stata coinvolta in una inchiesta sull’alluvione, dalla quale sono stata poi completamente assolta con formula piena, e che mi costò il 7% di consensi.

 

Avrei potuto vincere se non ci fosse stata inoltre quella frattura provocata da Sergio Cofferati che non accettò il risultato delle primarie, vinte da me, e candidò alle elezioni Luca Pastorino, che raccolse l’8% circa di voti”.

GIOVANNI TOTI RAFFAELLA PAITA

 

Cofferati, in una intervista a Repubblica, e la sinistra chiedono le dimissioni di Toti, e lei?

“Cofferati è il principale responsabile della vittoria di Toti e oggi ne chiede le dimissioni. Non però quelle di Michele Emiliano in Puglia. Siamo al doppiopesismo, oltre il giustizialismo: alla doppia morale”.

 

Ma lei? Crede che Toti dovrebbe lasciare la Regione?

“Io non commento le inchieste giudiziarie e non chiedo dimissioni per un avviso di garanzia. Sono una garantista vera e lo sono tanto più nei confronti degli avversari, che non lo sono certo stati con me. Quando fui coinvolta nell’inchiesta sull’alluvione, la destra si è ben guardata dall’essere garantista. A maggior ragione però io ora lo sono con loro”.

 

Quali sono le sue critiche a Toti?

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“Sono politiche. Lui è stato il fautore del modello “Liguria da bere” cioè di una trasformazione di Genova e della Liguria, dei connotati identitari della mia gente. I liguri sono sobri, laboriosi, un po’ schivi. Toti ha portato la Liguria sul palcoscenico dei tappeti rossi, dell’eccesso di frivolezza. E la seconda critica è che la Liguria soffre per i problemi sulla sanità. È una Regione di anziani che hanno bisogno di cure sanitarie pubbliche e che è stata abbandonata in questo suo bisogno primario perché la sanità ligure oggi è un colabrodo. Toti l’avrei voluto battere con la politica non con le inchieste”.

 

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