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LA REPLICA DI CONTE ALL’INUSITATO ATTACCO DI TRAVAGLIO (A UNA SETTIMANA DAL VOTO) – ‘’I DUE COMPORTAMENTI NON SONO SULLO STESSO PIANO. LE PAROLE DI DE LUCA VERSO MELONI RISULTANO OFFENSIVE E INACCETTABILI, MA SONO STATE PRONUNCIATE IN UN CONTESTO RISERVATO, MENTRE L’INTERESSATO NON PENSAVA DI ESSERE RIPRESO IN UN VIDEO CHE POI È STATO FATTO CIRCOLARE. LO SHOW DI MELONI APPARE ALL’EVIDENZA PREMEDITATO, COSTRUITO A FAVORE DI TELECAMERA PER FARNE SPUNTO DI CAMPAGNA ELETTORALE SUI GIORNALI E SUI SOCIAL”

Lettera di Giuseppe Conte al Fatto Quotidiano - Estratto

 

GIUSEPPE CONTE MARCO TRAVAGLIO

Gentile direttore, nel suo editoriale di ieri, ragionando sullo “scontro istituzionale” tra la premier Meloni e il presidente De Luca, mi ha contestato di avere dato della “vendicativa e rosicona” alla presidente del Consiglio, stigmatizzando la reazione di Meloni, ma non l’azione di De Luca che l’ha scatenata.

 

Il rischio – secondo la sua ricostruzione – è che io possa finire associato a tutti coloro che nei talk show si stanno prodigando a dare lezioni di bon ton istituzionale, con il risultato di indurre a credere che “sia stata la Meloni a dare dello stronzo a De Luca, e non viceversa”. Insomma avrei perso un’occasione per “dare una lezione di stile a De Luca, alla Schlein e soprattutto alla Meloni, che in pandemia [mi] aveva chiamato “criminale”.

 

VICENZO DE LUCA GIORGIA MELONI

La conclusione del suo ragionamento è stringente e fila logica: il doppiopesismo finisce per rafforzare Giorgia Meloni. Su questa conclusione mi trova d’accordo.

 

(...)

Non sono però d’accordo sulle premesse del suo ragionamento. In particolare, non ritengo di avere usato due pesi e due misure nel valutare l’azione di De Luca e la reazione di Meloni. I due comportamenti di De Luca e Meloni non sono sullo stesso piano. Le parole di De Luca verso la presidente Meloni risultano senz’altro offensive e inaccettabili, ma sono state pronunciate in un contesto riservato, mentre l’interessato non pensava di essere ripreso in un video che poi è stato fatto circolare.

GIUSEPPE CONTE MARCO TRAVAGLIO

 

Quella imprecazione era anche il frutto della frustrazione rimediata dopo una giornata di protesta condotta dal presidente regionale insieme a centinaia di sindaci della Campania venuti a Roma per difendere i fondi al Sud.

 

Non oso pensare quanti insulti potrebbero essere rubati, con lo stesso metodo, a Giorgia Meloni, visto che anche pubblicamente mi ha dato del “criminale” in pandemia, come Lei ha ricordato.

 

FABRIZIO ALFANO RIPRENDE VINCENZO DE LUCA E GIORGIA MELONI

Direttore, non mi fraintenda: non sto giustificando il presidente De Luca. Quando esce un video – pur rubato – con epiteti di quel tipo contro il presidente del Consiglio, devi solo scusarti e fare ammenda insieme al tuo partito.

 

D’altronde De Luca sul piano verbale si è mostrato spesso incontinente. Non condivido assolutamente quegli atteggiamenti. Proprio pochi giorni fa ho stigmatizzato le parole di De Luca che sbeffeggiava don Patriciello. Ma lo show di Meloni a me sembra totalmente diverso. Appare all’evidenza premeditato, costruito a favore di telecamera per farne spunto di campagna elettorale sui giornali e sui social.

MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE

 

L’occasione, però, era quella di una solenne cerimonia pubblica: non erano di fronte “Giorgia” e “Vincenzo”, ma era il momento in cui il presidente del Consiglio incontrava il presidente della Regione Campania per un’inaugurazione a Caivano. Che messaggio è stato veicolato da un’alta carica dello Stato ai ragazzi e ai cittadini che vivono in un territorio così problematico e attendono segnali precisi?

VICENZO DE LUCA GIORGIA MELONI

 

Gli si è detto che anche ai più alti livelli istituzionali si possono scambiare e rilanciare epiteti e imprecazioni, vendicandosi a favore di telecamera? Possiamo mai apprezzare la prova di “forza” e di “coraggio” così mostrata da un presidente del Consiglio? I cittadini che affogano tra mutui e bollette – anche a Caivano – forse apprezzerebbero di più una prova di forza e coerenza con le banche che si sono arricchite enormemente senza versare un euro di tasse sugli extraprofitti.

 

(...)

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