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PD: MELANDRI (PD), NON DICO ADDIO ALLA POLITICA
(AGENPARL) - "Il mio non è un addio alla politica visto che ho risposto con una citazione di De Gasperi che definisce la politica 'la realizzazione dei progetti' ". L'onorevole PD Giovanna Melandri torna - ai microfoni di Radio Città Futura - sul titolo de La Repubblica di oggi 'Politica addio ora farò della filantropia un'impresa', a seguito dell'inaugurazione - nelle vesti di presidente - della Fondazione filantropica Uman Foundation.
"Un'esperienza di questo tipo ne è la più completa realizzazione" ha spiegato Giovanna Melandri e ha aggiunto "la Uman Foundation nasce per costruire in Italia un nodo di una rete molto grande che promuove la finanza sociale: vogliamo collegare più intensamente l'Italia alle esperienze di filantropia internazionale, perché siamo convinti che bisogna integrare le politiche di welfare italiano con strumenti che canalizzino risorse private verso la cooperazione sociale".
Interpellata sulle primarie la Melandri ha dichiarato: "sono uno straordinario campo della democrazia e credo che il PD possa essere fiero di aver scelto questa modalità per selezionare la classe dirigente". Mentre sul segretario di partito ha detto "onore al segretario Bersani che rende praticabile questa strada, perché non è facile metabolizzare questa pratica - e ha concluso - mi piacerebbe anche lo facessero anche altri".
MELANDRI: 'POLITICA ADDIO ORA FARÃ DELLA FILANTROPIA UN'IMPRESA'
Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
Dal volantino ti squadra il volto stilizzato di un uomo, ispirato alle statue dell'isola di Pasqua. Uman, o anche youman (per il gioco di parole in inglese), è un'associazione che vuole "dare e innovare". In altre parole, vuole portare in Italia quel capitalismo filantropico che negli Stati Uniti o in Gran Bretagna è già una realtà , e che da noi è poco meno di un sentito dire. Giovanna Melandri si è innamorata dell'idea due anni fa, a Oxford, al Jeff Skoll World Forum. Per capirci, Jeff Skoll è il fondatore di e-bay, è diventato multimiliardario con l'algoritmo che consente di comprare online, e ha deciso di usare molti dei suoi soldi per fare imprenditoria sociale.
E per fare incontrare esperienze innovative che, insieme, possono fare la differenza. «Sono tornata da lì con un doppio rammarico - racconta oggi il deputato pd - perché nella cartografia della filantropia mondiale l'Italia risulta non pervenuta, nonostante la generosità dei nostri imprenditori e la straordinarietà del nostro terzo settore. E perché nel nostro Paese manca totalmente una discussione su un nuovo tipo di Welfare». Da lì, è scoccata la scintilla: l'idea di connettere le imprese innovative italiane e il mondo del volontariato e della cooperazione sociale.
Per poi portare tutto questo in una dimensione internazionale nuova. Cambia vita, Giovanna Melandri. Riparte da un appartamento disordinato di viale delle Milizie: memo attaccati ai muri con lo scotch, ragazzi scalzi che litigano con un Mac, stampanti posate a terra e scatoloni ovunque. Sulla scrivania il libro dell'economista Dambisa Moyo La carità che uccide. «Io lo chiamo caos entropico», dice sorridendo del suo nuovo ufficio.
E della sua nuova vita. Domani pomeriggio Uman sarà presentata al mondo a un convegno che vedrà la partecipazione del premier Mario Monti e del ministro alla Cooperazione Andrea Riccardi, ma soprattutto, di gente come Bunker Roy, il filantropo indiano fondatore dei Barefoot College; di Pamela Hartigan, direttore dello Skoll Centre per l'impresa sociale; di Molly Melching, che - tra le altre cose - è uno dei consiglieri di Hillary Clinton. Persone che sono nell'advisory board di Uman insieme al premio nobel Yunus, l'inventore del microcredito, a Jacques Attali che in Francia ha creato qualcosa cui Uman si ispira, PlaNet Finance, fino all'americano John Podesta, del Center for American Progress, e agli italiani Giuliano Amato, padre Giulio Albanese, Stefano Zamagni.
«No, non è una delle tante fondazioni del Pd», scandisce chiaro lei. «Noi vogliamo sperimentare, insegnare a fare impresa investendo sul sociale, professionalizzare il settore». Il tutto, per rispondere a una domanda che è anche politica: «Che futuro vogliamo consegnare ai nostri figli? Possiamo eludere il tema, già europeo, di una gamba di welfare sostenuta dai privati? Che non devono sostituirsi allo Stato, ma integrarlo. L'impresa sociale -dice Giovanna Melandri - deve essere affrancata dalla dipendenza delle risorse pubbliche, deve imparare a reggersi da sé». E in più, sperimenterà i nuovi strumenti della finanza sociale.
«Vogliamo lanciare un fondo di investimento, un social impact fund, che è collegato alla rete internazionale Giis: si tratta di investimenti che definirei "good profit", con un rendimento che va dal 3 al 5 per cento, ma molto più stabili degli altri. E soprattutto, di impatto: ognuno di essi deve garantire, oltre alla sostenibilità finanziaria, l'impegno a cambiare qualcosa. In Rwanda, ad esempio, si investe in una cooperativa agricola di caffè che assume le vedove del genocidio, risolvendo un immenso problema sociale».
Per il lancio di una creatura che cammina da un anno e mezzo, la sua presidente ha aspettato di aver concluso il primo progetto. Bunker Roy voleva portare le "solar mamas" in Sudamerica. Uman gli ha fatto incontrare Enel Green Power, e le nonnine sono già operative in 4 Paesi tra Perù e Bolivia. Come funziona?
La società regala un impianto di energia solare a un villaggio, e lì sceglie alcune donne che forma nei Barefoot College per 6 mesi. «Non sanno né leggere né scrivere, ma imparano a gestire un impianto complicato con le marionette e il linguaggio dei segni». Tornano a casa, portano luce. E la politica, onorevole Melandri? «De Gasperi diceva che politica è realizzare. Il vero problema degli ultimi anni, è che non è riuscita a realizzare cambiamento».
GIOVANNA MELANDRI GIOVANNA MELANDRI PIERLUIGI BERSANI TIENE IN BRACCIO UNA BAMBINA DI COLORE jpegPIERLUIGI BERSANIJohn PodestaJacques AttaliANDREA RICCARDI Andrea Riccardi e Antonio Catrical ANDREA RICCARDI
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