rino formica

"È UN GOVERNO DI RASSEGNATI, CEDONO ALLA PRIMA PROTESTA SU QUALUNQUE DECISIONE" - RINO FORMICA: “PRIMA SI DICEVA: LO VUOLE L'EUROPA. ORA DICONO: NON POSSIAMO FARLO PERCHÉ L'EUROPA SI DISTACCHEREBBE DA NOI. LE RIFORME? NON SONO IN GRADO DI FARLE. PERCHÉ NON RISPONDONO A UN DISEGNO POLITICO. SONO STRUMENTALIZZAZIONI. IL PRESIDENZIALISMO SERVIREBBE SOLO A ELIMINARE UN PUNTO DI EQUILIBRIO COME L'ATTUALE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. A MEDIO TERMINE NON ESCLUDO UN GOVERNO CON UNA PARTE DELLA DESTRA E UNA PARTE DELLA SINISTRA…”

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Estratto dell’articolo di Fabio Martini per “la Stampa”

 

rino formica

Sostiene Rino Formica: «[…] mai si era visto un governo che nelle sue decisioni negasse del tutto gli impegni assunti durante la campagna elettorale, mai. Ed è un governo di rassegnati. È bastata una timida ribellione dei gestori degli impianti di carburante a fargli dire, vabbe', rivediamo tutto». […] Rino Formica […] «Nel giro di 48 ore sono […] si sono rassegnati davanti alla prima protesta. Tra l'altro una protesta corporativa. […] la stella del ministro dell'Economia ha avuto l'abilità di negare e di rinnegarsi nel giro di poche ore».

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

[…] «[…] Il governo porterà il Paese ad una rassegnata acquiescenza verso decisioni sovranazionali: ogni giorno perderemo peso ed importanza. Saremo trascurati e l'unica speranza è che il trattamento sia compassionevole».

 

I primi tre mesi cosa le suggeriscono?

[…] «Prima si diceva: lo vuole l'Europa. Ora dicono: non possiamo farlo perché l'Europa si distaccherebbe da noi».

 

Margini finanziari risicati: si rifaranno con le riforme politiche?

«Non sono in grado di farle. Perché sono riforme che non rispondono ad un disegno politico. Sono strumentalizzazioni. Prendiamo il presidenzialismo. […] servirebbe soltanto ad eliminare un punto di equilibrio come l'attuale Presidente della Repubblica».

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Il consenso virtuale dei sondaggi per Meloni è alto: durerà?

«A medio termine non me la sentirei di escludere un governo con una parte della destra e una parte della sinistra. In Italia soluzioni di questo tipo non arrivano per un compromesso politico ma per necessità di sopravvivenza delle nomenclature. E d'altra parte credo che dopo 30 anni sia arrivato il momento di chiarire il non-detto che è alla base della nascita della Seconda Repubblica».

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Sarebbe a dire?

«La reciproca legittimazione tra destra e sinistra. Tra marzo e aprile 1993, col voto segreto su Craxi, l'uscita dei ministri del Pds dal governo Ciampi, l'assalto all'Hotel Raphael, le bandiere nere di Buontempo e quelle rosse di Occhetto si salda l'antisocialismo sicuramente presente nella società italiana. E si stringe un patto. La destra riconosce che il suo anticomunismo non si spinge sino a battersi perché i comunisti possano andare al governo e la sinistra, da una parte accetta che il fascismo abbia una legittimità costituzionale, dall'altra si accredita con il moderatismo sociale».

LETTA BONACCINI

 

Ora è in campo il Pd: ce la farà a rimettersi in piedi?

«Un partito che si interroga se il segretario debba essere eletto dai militanti o dai cittadini che passano in quel momento davanti ad un computer, è un partito in deperimento».

 

[…] «I partiti populisti sono morti, ma in Italia il populismo è vivo. La stessa discussione nel Pd cos' è? Partito o movimento? […] la sinistra esiste per cambiare sul serio: sul piano politico, sociale e sindacale, altrimenti non ha senso. Per ora non vedo grandi capacità di ripresa in una forza come il Pd […]».