pnrr recovery anac busia giorgia meloni

RITARDI E REVISIONI, ’STO PNRR È UN GRAN PASTICCIO – IL PRESIDENTE DELL'AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, GIUSEPPE BUSIA, BACCHETTA IL GOVERNO SUL RECOVERY: “LA SCADENZA DEL PIANO INCOMBE, PREOCCUPA L'ANDAMENTO DELLA SPESA, IN ALCUNI SETTORI ANCORA INFERIORE AL 30% DELLE RISORSE DESTINATE” – L’ANAC DENUNCIA L'ECCESSO DI AFFIDAMENTI DIRETTI NELLE GARE PER SERVIZI E FORNITURE E I TROPPI CONFLITTI DI INTERESSE – PER FARSI PAGARE LA SETTIMA RATA, IL MINISTRO FOTI VUOLE PROPORRE A BRUXELLES DI CAMBIARE IL 30% DEGLI OBIETTIVI RESIDUI DEL PNRR, MA ANCORA NON RIESCE A STILARE LA LISTA DEFINITIVA DELLE MODIFICHE…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

1. ALLARME PNRR

Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

 

GIUSEPPE BUSIA

La spesa per il Pnrr che non decolla, e anzi le gare per i lavori che addirittura crollano, e poi l'eccesso di affidamenti diretti nelle gare per servizi e forniture, troppi frazionamenti artificiosi degli appalti e troppi conflitti di interesse che minano la credibilità dello Stato.

 

È molto severa la requisitoria del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busìa che ieri alla Camera ha presentato la relazione annuale sull'attività svolta dall'Anac nel corso del 2024.

 

PNRR

«La scadenza del Pnrr incombe. E, nonostante l'accelerazione impressa negli ultimi mesi, preoccupa l'andamento della spesa, in alcuni settori ancora inferiore al 30% delle risorse destinate, secondo i dati diffusi dalla Corte dei conti lo scorso marzo» ha avvertito Busìa, che ha definito «cruciale, in ogni caso, la creazione di un collegamento tra il Pnrr e gli altri finanziamenti europei e nazionali, affinché i progetti più strategici possano proseguire, soprattutto nei settori dove si registrano i maggiori ritardi».

 

E a questo punto, secondo il presidente dell'Anticorruzione «dobbiamo prepararci a un'inevitabile contrazione nell'avvio di nuove procedure» ha spiegato ieri, visto che «già nel 2024, su un totale di oltre 270 miliardi di importo complessivo, si rileva una flessione del mercato dei contratti pubblici rispetto al 2023, con un calo più rilevante nei lavori pari al 38,9%».

 

giorgia meloni tommaso foti - foto lapresse

Non è un caso che il governo abbia già messo in conto la revisione di ben 107 tra obiettivi e scadenze del Pnrr e che proprio lunedì scorso la cabina di regia abbia deciso di introdurre l'ennesima rimodulazione dei fondi (su cui il ministro per gli Affari europei Foti riferirà oggi pomeriggio alla Camera) prevedendo una rimodulazione degli investimenti ferroviari per il potenziamento di tratte strategiche, modificate per cause di forza maggiore e sostituite con tratte che verranno concluse entro giugno 2026 […]

 

Stando alla relazione dell'Anac nel 2024 il valore economico complessivo degli appalti è stato di 271,8 miliardi per un totale di 267.000 procedure di gara, con una flessione del –4,1% sul 2023 e del –7,3% sul 2022 ed un forte aumento delle forniture di prodotti farmaceutici cresciute del 37,2% oltre 40 miliardi.

 

GIORGIA MELONI PNRR

«Troppi continuano ad essere gli affidamenti diretti, la cui incidenza numerica, sul totale delle acquisizioni di servizi e forniture del 2024, è risultata essere di circa il 98% – ha sottolineato Busìa –. Preoccupa, soprattutto, il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135 ed i 140.000 euro, a ridosso della soglia, più che triplicati rispetto al 2021».

 

E «specie in alcuni contesti – ha poi aggiunto il presidente – gli amministratori onesti si trovano più esposti a pressioni indebite, non potendo più opporre l'esigenza di dover almeno aprire un qualche confronto competitivo con altri operatori economici, al di sotto dei 140.000 euro».

 

[…]

 

GIUSEPPE BUSIA

Il presidente dell'Anac ha poi stigmatizzato i troppi casi di conflitto d'interessi in Italia, i vuoti di tutela lasciati dall'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, le recenti riduzioni di tutele a garanzia dell'inconferibilità mettendo in discussione la separazione fra politica e gestione, la grave carenza di una organica disciplina delle lobby, l'indebolimento delle garanzie amministrative poste a presidio dell'indipendenza e correttezza dell'agire pubblico.

 

Quindi ha criticato anche i correttivi al Codice dei contratti introdotti di recente: «Non è stato introdotto l'obbligo di dichiarare il titolare effettivo delle imprese, mentre appare evidente la necessità che il contraente pubblico conosca con chi si rapporta, al di là degli schermi societari.

 

Questo, non solo per ridurre il rischio di pericolose infiltrazioni, ma anche per prevenire offerte combinate o altre gravi alterazioni della concorrenza» ha sottolineato infine Busìa […]

 

2. IL GOVERNO CONTINUA A RISCRIVERE IL PNRR (MA TACE SUI RITARDI)

Estratto dell’articolo di Marco Palombi per “il Fatto quotidiano"

 

CHIAGNI E FOTI - MEME BY EMILIANO CARLI

Con la nota pubblicata dalla cabina di regia di lunedì s’è capito che la nuova “revisione tecnica” del Pnrr – cioè non quella generale che il governo sta ancora scrivendo – riguarda la bellezza del 30% degli obiettivi residui del Piano: in generale – per farsi pagare la settima rata e arrivare a 140 miliardi di incasso – si tratta di spostamenti di obiettivi in ritardo grave o gravissimo (ma non mancano alcuni casi, pochi, di obiettivi già raggiunti).

 

[…] secondo il ministro competente Tommaso Foti i pagamenti sul sistema Regis (quello di rendicontazione ufficiale) sono oggi a quasi 70 miliardi, il che vuol dire che nel 2025 avanzano al ritmo di circa 2 miliardi al mese, decisamente piano se si pensa che l’intero Piano di ripresa vale 190 miliardi.

 

il video di giorgia meloni sul pnrr 1

A quasi 13 mesi dalla fine della scadenza (giugno 2026) e a quasi 15 da quella per rendicontare le spese (agosto 2026) Meloni e soci riscrivono il Piano continuando a non fornire al Paese un reale quadro della sua attuazione: ora promettono che “entro giugno” – ma dicevano “entro febbraio” a fine 2024 – formalizzeranno alla Commissione Ue la seconda revisione generale del Pnrr, che potrebbe togliere una quindicina di miliardi alla dotazione finanziaria, spostando alcuni progetti sui Fondi di coesione o su finanziamenti nazionali.

 

È appena il caso di ricordare che a quel punto, a 12 mesi dalla scadenza, si aprirà la trattativa coi funzionari di Bruxelles su cosa verrà accettato, cosa respinto e cosa riscritto della proposta italiana: si parla di cosette tipo case e ospedali di comunità, i posti negli asili nido e negli studentati universitari, le politiche attive del lavoro, le grandi infrastrutture ferroviarie, eccetera.

 

PNRR

Le richieste di modifica già consegnate a Bruxelles, invece, sono in genere di piccolo cabotaggio, ma con alcuni interessanti dettagli “politici”: i grandi committenti ferroviari – per cui si certificano ritardi enormi in Sicilia, sulla Salerno-Reggio Calabria, al Terzo Valico – sono riusciti a spostare soldi su altre piccole commesse, incrementando persino (per ora) i soldi a loro disposizione. […]

giorgia meloni tommaso foti - foto lapresse