DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
DONALD E MELANIA TRUMP OLAF SCHOLZ
Non è un mistero che la Germania ritenga plausibile un attacco della Russia alla Nato entro i prossimi tre o cinque anni: l’allarme è arrivato nelle scorse settimane sia dai servizi segreti sia dal ministero della Difesa. Ma all’accresciuta minaccia di Mosca si aggiunge ora l’angoscia che Donald Trump possa tornare alla Casa Bianca.
Durante il suo mandato l’ex presidente aveva trascinato l’Alleanza atlantica sull’orlo della dissoluzione, minacciando anzitutto di non applicare l’articolo 5 del Trattato, la fondamentale promessa di mutuo soccorso in caso di un attacco. […]
Adesso Berlino teme una riedizione di quello scenario, se Trump sarà rieletto, con l’aggravante di una guerra, l’aggressione russa in Ucraina, scoppiata nel frattempo alle porte del continente. Scrive il New York Times che la Germania starebbe seriamente riflettendo su come garantire la sopravvivenza dell’Alleanza atlantica senza il suo maggior contribuente e la sua testa: gli Stati Uniti, appunto.
Venerdì Scholz è atteso a Washington da Biden, il presidente che ha riesumato e rivitalizzato la partnership occidentale dopo il terremoto Trump […]
olaf scholz e volodymyr zelensky
I tedeschi hanno appena raddoppiato il contributo all’Ucraina a 8,5 miliardi per quest’anno e raggiungeranno il 2% di Pil di spesa per la difesa, ma temono che Trump possa picconare nuovamente la Nato, tagliare i fondi a Kiev e aggravare la situazione di stallo sul fronte ucraino-russo. Berlino teme in particolare che un eventuale futuro disimpegno degli Stati Uniti possa far precipitare la situazione in Ucraina e aumentare il rischio di una nuova aggressione russa in Europa.
Su questo punto anche Bruno Kahl, capo dell’intelligence esterna Bnd, è stato estremamente esplicito la scorsa settimana: «Se l’Ucraina sarà costretta ad arrendersi, ciò non accontenterà la sete di potere della Russia. Se l’Occidente non dimostrerà una chiara capacità di difendersi, per Putin non ci saranno più ragioni per non attaccare la Nato».
La Germania stessa, però, non è priva di contraddizioni nella sua discussione interna sulla cosiddetta “Zeitenwende”, la svolta epocale sul riarmo annunciata da Scholz all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina.
[…] non è detto che Berlino manterrà l’impegno del 2% di spesa per la difesa nel medio termine: tra pochi anni quella percentuale scenderà ufficialmente (di nuovo) all’1,4%. In secondo luogo, Scholz è riluttante nel concedere agli ucraini i missili a lungo raggio Taurus, chiesti da mesi da Kiev.
E anche l’umore dei tedeschi è contraddittorio: la maggioranza accoglie con favore il rafforzamento delle capacità militari della Germania. Tuttavia, secondo un sondaggio della Fondazione Koeber, solo il 38% vorrebbe un maggiore coinvolgimento del loro Paese nelle crisi internazionali. È il dato più basso dall’inizio delle rilevazioni, nel 2017.
merkel trump tsipras al summit natoTrump e Putinemmanuel macron donald trumpvolodymyr zelensky con olaf scholz a berlino
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