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Federico Capurso per "la Stampa"
Qualcuna, nel video di Beppe Grillo, vede solo il dolore di un padre. Qualcun' altra si nasconde dietro un «no comment». Ma la maggior parte delle donne del Movimento fa un passo in più e prende le distanze dalle parole del fondatore. Parole con cui Grillo, sui social, difende il figlio Ciro e i suoi tre amici, accusati di stupro di gruppo, e scredita la ragazza che li accusa, definendo «strano» il fatto che abbia denunciato dopo otto giorni, «strano» che il giorno seguente abbia fatto kytesurf. Batte i pugni sul tavolo, urla «è innocente», prima che a deciderlo sia un giudice. Il video rimbalza nelle chat, tra le parlamentari, sgomente.
La vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni è tra le prime a intervenire: «Credo fermamente che ogni donna debba poter denunciare in qualsiasi momento, quando se la sente, perché ci vuole tempo per elaborare». Spadoni si è sempre battuta per la legge "Codice rosso", contro la violenza di genere, ed è sua la proposta di legge che ha allungato i termini in cui una donna può presentare querela, da sei mesi ad un anno.
«Le leggi che abbiamo per la protezione delle donne sono leggi giuste - insiste infatti Spadoni -. Le domande che Grillo fa, deve rivolgerle alle autorità competenti. Umanamente mi dispiace per Beppe, non commento la vicenda familiare». Quando senatrici e deputate vengono contattate telefonicamente da La Stampa è evidente l' imbarazzo, talvolta la rabbia, per l' intervento del comico.
BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIRO
«Non lo nascondo, siamo in grande difficoltà come donne del Movimento», ammette la senatrice Alessandra Maiorino. «Non era assolutamente il caso di pubblicarlo quel video, per tutti, anche per il figlio - aggiunge -. Il tempo che passa dalla violenza subita al momento in cui si denuncia è irrilevante. Chiunque si occupi di violenza sessuale sa che è una cosa difficile da denunciare».
Non tutte, però, si mostrano altrettanto pronte a mettere un argine alle parole di Grillo. C' è chi si rifiuta di rispondere, come la senatrice Laura Bottici, e chi preferisce che «a commentare siano le colleghe», come l' ex viceministra agli Esteri Emanuela Del Re. Gira al largo anche la vicepresidente del Senato Paola Taverna, che pure si era spesa per l' approvazione del Codice rosso: «Auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli», scrive su Facebook, aggiungendo poi di sentirsi vicina a Grillo, «da mamma, per ciò che prova a livello umano».
BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIRO
Si immedesima anche nei genitori della ragazza, invece, Lucia Azzolina: «In questa vicenda soffrono tutte le famiglie coinvolte - dice l' ex ministra - e la violenza sessuale è un tema drammaticamente serio. Come serie sono le leggi che tutelano i diritti delle donne». Tanto è serio che la deputata Federica Daga fa fatica a rispondere, «perché sono una di quelle donne che ha sporto denuncia: mi hanno messo le mani addosso e sono stata vittima di stalking». Il tono della voce è agitato, anche «a cinque anni di distanza da quello che ho subito, quando ne parlo riemerge tutto», si spiega.
Non vuole criticare Grillo, «ma io - puntualizza - ho querelato dopo quasi sei mesi dall' ultima volta in cui questa persona mi aveva messo le mani addosso e a quei tempi, senza il Codice rosso, ho potuto denunciarla solo per stalking».
Nella stortura delle parole di Grillo, per molte di loro, il lato umano ha comunque un peso rilevante. Quando ha guardato il video la senatrice Giulia Lupo ha visto «una persona disperata e quando si è disperati si ha poca lucidità. Per i valori che ci ha sempre insegnato, però, non credo volesse sminuire la questione delle violenze di genere».
È stato «poco razionale» anche per la deputata Conny Giordano: «Probabilmente si poteva evitare, ma il dolore deve essere enorme». Di certo, un Grillo così non lo avevano mai visto le donne del Movimento. E non avrebbero nemmeno voluto vederlo. Peccato che i loro colleghi uomini, invece, non siano riusciti a far altro che esprimergli «solidarietà». Senza fare mezzo passo in più.
BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIRO BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIROCONNY GIORDANO
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