
DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI –…
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
LA RIVOLUZIONE ROSA DI RENZI: DOPO LE BOSCHI E LE MADIA, LE MARCEGAGLIA E LE TODINI
1 - E DI CONTORNO, DONNE!
Pittibimbo nella cucina delle nomine sforna un bel timballo di pasta con la carne del giorno prima e un delizioso contorno di fresca insalatina decorativa. Alla voce "scampati alle polpette" ecco Gianni De Gennaro, Mauro Moretti e l'usato sicuro di Claudio Descalzi, Francesco Starace e Francesco Caio.
Tutti al comando nel nome della famosa Rottamazione. Mentre per le presidenze di contorno ecco tre belle foglie di lattuga come Emma Marcegaglia e Luisa Todini, cresciute più nei talk show che nelle rispettive aziende di famiglia, e una manager vera come Patrizia Grieco, che però sale dalla mini-Olivetti di oggi, che fattura 260 milioni di euro, a un colosso da 80 miliardi come Enel.
Il quadro è completato da designazioni nei vari cda di personaggi più o meno bizzarri, come Alberto Bianchi all'Enel in qualità di avvocato personale di Renzi e Carrai, oppure dal curriculum fin troppo lungo, come il finanziere Salvatore Mancuso, tanto caro ad Angelino Alfano, che finisce all'Eni.
I giornaloni di Lor signori oggi variamente si chiedono se fu vera rottamazione e si dilungano sulla "rivoluzione rosa" di Matteuccio nostro. Sono questioni interessanti, non c'è che dire. Più passa il tempo, però, e più ci viene il sospetto che il cattolico Renzie segua la regola di sant'Agostino: "Poco se mi considero, molto se mi confronto". Solo così si capiscono i Nardella, le Boschi e, adesso, le Marcegaglia e le Todini.
2 - IL GOVERNO DELL'APPARIRE
Repubblica in festa per le nomine di Pittibimbo: "Nelle aziende di Stato arrivano quattro donne", è il titolo in prima. E dentro: "Spa pubbliche, la svolta. Moretti in Finmeccanica, quattro donne presidenti". La quarta donna è la scienziata Katia Bastioli, che dovrebbe andare alla guida di Terni (la nomina formalmente spetta alla Cdp).
Poi, ancora un po' di trionfalismo: "La squadra rosa di Renzi: âPrimi in Europa" (p. 4). Per fortuna c'è Alberto Statera, che non perde un minimo di obiettività ("La rottamazione di compromesso", pp. 1-29) e dopo essersi compiaciuto per due colonne della cacciata di Scaroni, ammette: "Certo quattro donne presidenti con Katia Bastioli a Terna sono un bel trofeo per Renzi, anche se in fondo la pesca è avvenuta sotto l''effetto Grand Hotel', cioè la porta girevole che vede transitare i soliti noti o, in questo caso, le solite note".
Il Corriere delle banche sceglie un titolo in prima più prudente: "Le nomine contrastate di Renzi", e con un editoriale di Sergio Rizzo segnala "note positive e molti dubbi". La ricostruzione della giornata decisiva è questa: "Incontro Renzi-Napolitano, poi il premier decide da solo. Ignorate le liste preparate dai âcacciatori di teste'. Privilegiati merito e conoscenza interna dell'azienda" (p. 6). Tradotto: i cacciatori non riconoscono il merito e quindi il lavoro svolto da Spencer Stuart e Korn Ferry per il Tesoro è stato inutile (verrà pagato?). Quanto alla "conoscenza interna dell'azienda" è una bella formula per dire che si è preferito affermare il principio della continuità .
Retroscena anche sul Messaggero: "Il passaggio al Colle scioglie gli ultimi nodi. Una donna al vertice di Finmeccanica, Renzi tenta il blitz, il Quirinale lo frena. Bocciata la candidatura di Marta Dassù. Nei cda anche uomini vicini all'ex sindaco" (p. 5).
Gioia massima sulla Stampa, che certi giorni sembra impaginata personalmente da Fabio Fazio. "Nomine, la rivincita delle donne", è il titolo entusiasta di pagina 2. E poi ecco un bel lettino di bava per la Marcegaglia: "Emma âBlack & Decker' torna in pista. E per la âlady d'acciaio', altro soprannome attribuito alla Marcegaglia, è un'altra prima volta (...) Riservatezza assoluta, vita appartata, la famiglia e gli amici mantovani, lontano dalla grande ribalta. Poi tanto lavoro in azienda (...) Molto pragmatica e concreta come sempre, stile Marcegaglia" (p. 4)
Prudentissimo il Sole 24 Ore, che con Guido Gentili "aspetta i risultati per giudicare" la qualità delle nomine (p. 3).
3 - ALCUNI PICCOLI INESTETISMI
Duro mestiere, quello del giornalismo economico. Tocca sapere tutto, ma scrivere con parsimonia. Se poi si tratta di colossi con budget pubblicitari imponenti, la faccenda è ancora più complicata. Qualche eccezione però ogni tanto c'è. Sul Cetriolo Quotidiano, in prima pagina, si ricorda che "il gruppo Marcegaglia ha pagato tangenti proprio all'Eni, così come Scaroni aveva pagato tangenti all'Enel prima di diventarne amministratore delegato nel lontano 2002. Anche questa è continuità ".
4 - RENZUSCONI DUE, LA POMPETTA
Fatte le nomine, con due grosse amarezze su Eni e Poste per il siluramento di Scaroni e Sarmi, il Banana ottiene l'agognato incontro con Renzie. "Berlusconi a Palazzo Chigi rassicura Renzi sulle riforme. Prima la telefonata âtesa e nervosa' sulle nomine. In serata il faccia a faccia. Ma sul Def sarà battaglia. Attesa per oggi la decisione dei giudici per l'affidamento ai servizi sociali dell'ex premier" (p. 10). Per il Messaggero, comunque, il Banana è ringalluzzito: "Silvio: sono di nuovo in gioco e con me saliamo dal 21 al 30%. âSomo più sereno, ma adesso dobbiamo chiudere le liste. Bondi non andrà via, non è un profittatore come tanti altri" (p. 7).
Festa grande anche per il Giornale di famiglia: "Berlusconi-Renzi atto secondo. Cena a Palazzo Chigi. Nuovo faccia a faccia tra il leader di Forza Italia e il premier per parlare di riforme" (p. 1).
Sul declino berlusconiano, l'analisi triste di Giuliano Urbani, uno dei fondatori di Forza Italia: "Fi crolla come un castello di carte. Quando anche un combattente come Binaiuti lascia, appare evidente che siamo alla fine di una storia. La cosa più paradossale è che oggi Berlusconi resta in piedi solo perché si appoggia al patto che ha fatto con Matteo Renzi sulle riforme costituzionali. Sono due debolezze che si reggono l'una sull'altra" (Repubblica, p. 7).
5 - BIBLIOFILI IN FUGA
Ultime dal bibliofilo con il cappotto cammello: "Beirut rinvia l'udienza. Dell'Utri resta in cella: âQui mi trattano bene'" (Messaggero, p. 6). Almeno lì non fa brutti incontri, rispetto all'Ucciardone.
Secondo Repubblica, "l'estradizione è difficile" e l'ex senatore avrebbe buone possibilità di restare in Libano perché "le procedure sono molto complesse". Dell'Utri punterebbe a tornare presto all'hotel Phoenicia (p. 9).
6 - ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA
Piace sempre l'eroismo dei giornali sul fortunato filone "Casta e dintorni". Repubblica: "Camera, la carica dei nullatenenti. Dichiarazioni 2013: un cinquantina i deputati senza reddito, in maggioranza grillini ma anche Pd e Sel. Crolla il 740 di Berlusconi, che nel primo anno dopo l'addio a Palazzo Chigi passa da 35 a 4,5 milioni" (p. 13). Intervista suicida del grillino Fico che si fa fregare dal Corriere: "Senza un euro? Prima di entrare alla Camera ho vissuto di rendita" (p. 13).
7 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Dopo le moine - e le marchette - dei governi Monti e Lettanipote, ecco qualche segno di minimo orgoglio del governo nel rapporto con gli istituti di credito. Corriere: "Non accetteremo ricatti dalle banche'. Delrio: agli istituti mille miliardi dalla Bce e quasi nulla è arrivato alle famiglie. L'Abi un Aula: con il raddoppio delle tasse sulla rivalutazione un miliardo in meno ai prestiti" (p. 9).
8 - MONTE DEI PACCHI SENZA FINE
Il salasso senese non si ferma mai: "Più fondi per Montepaschi. Spunta l'ipotesi di altri 5 miliardi. Le banche valutano un aumento più consistente. La ricapitalizzazione dell'istituto dovrà partire dopo il 12 maggio, come stabilito dall'ultima assemblea" (Corriere, p. 31). Chissà che s'inventeranno, a questo giro, i maghi esteri che consigliano Madama Mansi nella guerra con Arrogance Profumo.
9 - NON SONO STATO, IO
Repubblica va a Pisa e pesca la ragazza calpestata da un poliziotto sabato a Roma. La foto di lei, abbracciata e protetta da un amico, ha fatto il giro del web, ma Deborah Angrisani (20 anni, studentessa) non è contenta: "Quella maledetta immagine...Ha concentrato l'attenzione su un'idea quasi romantica della manifestazione facendo passare in secondo piano perché eravamo lì: per il diritto alla casa, al reddito, alla dignità " (p. 23). Sul tema, dopo parole così, non c'è proprio altro da aggiungere.
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