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Giacomo Galeazzi per “la Stampa”
Da una Curia immersa nel Sinodo sulla famiglia l’allarme per Roma di vescovi e cardinali esce attutita. Ma in via informale dalla Segreteria di Stato è arrivata al Quirinale la «viva preoccupazione» per l’impreparazione al Giubileo. Nessuna interferenza nella sfera pubblica, come è nello stile dell’attuale «governance» d’Oltretevere, però apprensione per l’arrivo di 35 milioni di visitatori in una situazione sempre più confusa.
Al Vicariato e al dicastero della nuova evangelizzazione (cui è affidata l’organizzazione dell’Anno Santo) nessuno veste i panni di chi stacca la spina. «A noi interessa il bene comune, non entriamo nelle dispute», ripetono le gerarchie. «Il tempo stringe».
Sos cantieri mai aperti
Già il Papa, conversando due settimane fa coi giornalisti sul volo di ritorno dagli Stati Uniti, non aveva risparmiato una stoccata al primo cittadino della capitale, ma in Vaticano non è la fase dell’interventismo ecclesiastico sulle vicende politiche e amministrative della città eterna.
A differenza del Giubileo del 2000, stavolta la Santa Sede non ha richiesto grandi opere infrastrutturali. L’arcivescovo Rino Fisichella, regista dell’Anno della misericordia, ha indicato alle istituzioni civili due sole esigenze: mobilità e accoglienza a basso costo. E invece i cantieri della viabilità non sono mai iniziati, mentre i bus e la metropolitana hanno richiesto mercoledì una denuncia dell’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, al presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone. Gli ostelli annunciati all’ex ospedale Santa Maria della Pietà e alla Fiera di Roma restano «in alto mare».
IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Il referente è già Gabrielli
Anche il quotidiano dei vescovi «Avvenire» ha bacchettato: «Marino in confusione: ha parlato e straparlato, pensi a ciò che deve (o non deve) dire e fare lui». Tanti segnali di un progressivo deterioramento dei rapporti tra Campidoglio e Vaticano, impensierito sempre più dagli interventi su cui pesa la grave incognita dei tempi.
«I lavori per il Giubileo, indetto a marzo, sono iniziati a settembre perché eravamo nel pieno di Mafia Capitale e del lavoro di verifica degli appalti - ammette Esposito - Per poter aprire i cantieri bisogna avere i fondi e i soldi sono stati sbloccati dal governo soltanto il 27 agosto».
Un nodo è lo schema della mobilità intorno a San Pietro per la costruzione del percorso pedonale che dall’inizio di via della Conciliazione dovrà portare i pellegrini alla Porta Santa. Resta sulla carta anche il progetto di intensificare la lotta a degrado e abusivismo commerciale.
Da due settimane la cabina di regia ha già nel prefetto Franco Gabrielli il referente. Il Vicariato è da due mesi impegnato nei sopralluoghi in periferia per le 12 opere che il Papa intende donare a Roma: dormitori, asili, centri per ex detenuti, mense per i poveri, oratori.
Opere senza firma
«L’impasse in Comune rende complicata ogni firma su autorizzazioni e permessi», lamentano al Laterano. «Abbiamo messo in campo 30 gare - dice l’assessore alla legalità Alfonso Sabella -. Procedure d’emergenza ma sempre in trasparenza». Già un anno fa in Vaticano fu gelo per la registrazione a Roma dei matrimoni gay celebrati all’estero. «Le dimissioni? Sono problemi politici dell’Italia», ostenta tranquillità Fisichella. La macchina organizzativa non ammette stop.
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