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Alberto Custodero per "la Repubblica"
Una notte all'hotel Manzoni di Milano: mille euro. Spese "pazze" dalle parti di Bobo Maroni, ex ministro dell'Interno, governatore della Lombardia, segretario in carica della Lega Nord. Spuntano, al Viminale, alcune carte che dimostrano che, mentre l'ex ministro leghista partecipava ai tagli decisi dal governo Berlusconi (oltre due miliardi) che hanno messo in ginocchio il comparto sicurezza, la sua portavoce, Isabella Votino, si prodigava in una spending review al contrario.
Un estratto conto Bnl della carta di credito top card Visa intestata a "Ministero Interno Gabinetto", ma nella disponibilità della Votino nel 2009, certifica una spesa a carico dei contribuenti di tremila euro in 26 giorni tra alberghi e ristoranti. Per fare un esempio, una notte tra il 21 e il 22 aprile 2009 è costata, per la precisione, 974 euro. Qualche giorno prima, il soggiorno tra il 6 e il 7, 749 euro. Fra il 31 e il primo aprile 486 euro. Tra il 10 e l'11 aprile "solo" 240 euro.
Mentre il ministro Maroni contribuiva a tagliare i soldi per missioni, benzina, affitti, riscaldamento, straordinari ai poliziotti, la sua portavoce con la carta di credito del Viminale - che aveva una disponibilità mensile di 5mila euro - pranzava al lussuoso ristorante La Risacca di Milano pagando un conto di 240 euro. L'uso forse troppo disinvolto della carta di credito da parte della portavoce dell'ex ministro leghista (come anche quello dell'auto di servizio guidata da due poliziotti-autisti a sua disposizione) non è passato inosservata, al Viminale.
L'allora responsabile della ragioneria del Gabinetto del Ministero, Antonio Vallone, dopo neanche un anno di utilizzo, aveva deciso di togliere la top card alla Votino. Preferendo rimborsarle le spese di competenza del suo ufficio di rappresentanza di volta in volta, a piè di lista. Previo accurato controllo delle ricevute fiscali.
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