DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
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ELLY SCHLEIN COME MAO - MEME BY EMILIANO CARLI
Perciò, adesso, la domanda che rimbomba nel Pd — cento giorni dopo la vittoria alle primarie — è: Elly Schlein ha capito? O meglio: vuole capire che così, con questa agenda movimentista e ambigua, piena di slogan e sostanziale vaghezza, non andiamo da nessuna parte?
Raccontare la complessità della sua breve segreteria con la sconfitta alle recenti Amministrative sarebbe politicamente riduttivo (resta però un fatto che l’unica vittoria dem, ottenuta a Vicenza, è stata del giovane Giacomo Possamai, gelido e lucido nel chiedere a Elly di «non farsi vedere in giro»).
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E le tremende occhiate tra stupore e delusione, i sospiri rassegnati — «Vabbè: comunque è chiaro che ora dobbiamo tenercela fino alle Europee» — di tanti che invece l’hanno accompagnata fin qui.
ONLY SCHLEIN - TESSERATI SUBITO - DAL GIORNALONE - LA STAMPA
Telefona un ex segretario (se indovinate chi è, siete dei fenomeni: il Pd ha cambiato dieci segretari dal 2007): «La Schlein, per cominciare, dovrebbe eliminare un po’ di arrogante solitudine, quell’aria da portatrice di purezza assoluta, che diventa solo specchio di una sinistra elitaria». La rimproverano: sei chiusa in un bunker. Con Gaspare Righi (ombra personale e ascoltassimo capo segreteria), Marta Bonafoni (coordinatrice e custode della segreteria: modi severi e un filo saccenti, ora che finalmente può andare in tv), Igor Taruffi (il capo dell’organizzazione: entusiasmo, ma esperienza limitata a Bologna e dintorni) e Flavio Alivernini, il portavoce incaricato di dirci che Elly parlerà dopo, anzi domani, forse, vediamo, magari fa solo una diretta social.
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ELLY LA NAZARENA - VIGNETTA BY ROLLI
Lorenzo Guerini, capo del Copasir e di Base riformista, uscendo da una riunione: «Sembrava di stare in un’assemblea del liceo» (metafora per dire: straparlano). Una certa dose di vaporosità la coglie anche Romano Prodi.
Mentre Elly — commentando l’alluvione dell’Emilia-Romagna, di cui è stata vicepresidente — salta dalle mutazioni globali all’economia sostenibile, lui ragiona sulla mancanza d’investimenti e di manutenzione. Elly, da quelle parti, le sue, s’è vista con clamoroso ritardo, e in una strada deserta dell’Appennino (paura di contestazioni?). Giorgia Meloni, sua teorica competitor, si era intanto già offerta ai tigì con gli stivaloni nel fango.
Perché — dicono — Elly dà sempre l’impressione di arrivare tardi, un po’ molliccia, un po’ generica. (...) quanto alla Rai: si è accorta di cosa sta succedendo tra viale Mazzini e Saxa Rubra?
La scongiurano: ascoltaci.
Il grande saggio del partito, Luigi Zanda: «Si lasci aiutare». Il potente Goffredo Bettini (sì, tranquilli: vedrete che nel Pd resta potente) rilascia un’intervista ad Avvenire, ma per parlare della Gpa (il tortello magico farebbe bene a preoccuparsi). L’autorevole Andrea Orlando, definitivo: «C’è un partito da costruire». Gianni Cuperlo: «La segreteria di Elly non è frutto di spirito unitario» (elegante eufemismo). Struggente lettera a Repubblica di Morani/Di Salvo/Fedeli/Rotta: «Il Pd non deve diventare massimalista». Intanto, però, Fioroni, Marcucci, Borghi e Cottarelli se ne sono andati.
Pierluigi Castagnetti organizza assemblee di catto-dem riformisti e ostili. Marianna Madia e Lia Quartapelle tengono seminari «in cui parliamo di cose concrete: tipo sanità e immigrazione». Alessandra Moretti boccia l’idea di Elly che, alle Europee, vuole avere solo donne capolista: «Le liste si costruiscono con persone capaci». Paola De Micheli: «Servono contenuti». Graziano Delrio: «Ma se vuole chiederci consigli, noi siamo qui». Dario Nardella: «Anche perché non può decidere tutto nel chiuso di una stanza». Quale?
Nella sede del Nazareno, si vede poco (non ha ancora arredato il suo ufficio, al terzo piano). A Montecitorio, si vede pure meno (dato al 30 aprile scorso: presente a 567 votazioni elettroniche su 1.551, media del 36%). I militanti dem bolognesi sono furibondi: «È irreperibile».
I tutor di Elly, in teoria, dovrebbero essere Dario Franceschini (che in un’intervista ha suggerito di avere pazienza) e Francesco Boccia (che le parla un po’ di più e prova a suggerirle tracce di linea politica). Ma l’autostima di Elly è fortissima. Il timore di molti è che il suo programma sia proprio solo quel nome così esotico (nemmeno più il suo trench, perché andiamo verso l’estate).
lorenzo gueriniDARIO FRANCESCHINI ELLY SCHLEIN GATTOPARDO MEME BY SARX88GRAZIANO DELRIOalessandra moretti elly schlein luigi zanda foto di baccoalessia morani
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