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Alberto Gentili per Il Messaggero
Con i sondaggi non proprio esaltanti ed Emma Bonino con un piede ormai oltre la porta, Matteo Renzi si consola con le candidature. Una in particolare: Beppe Vacca, vent'anni nel comitato centrale del Pci, storico e ideologo del comunismo nostrano, alle elezioni correrà sotto la bandiera del Pd. Una scelta, quella di Renzi, volta a marcare l'identità di sinistra del partito. E, soprattutto, in aperta competizione con Liberi e Uguali (LeU) di Piero Grasso: Vacca, al di là del suo passato nel Pci, poi del Pds e alla guida dell'Istituto Gramsci, prima della conversione al renzismo si è a lungo definito «fratello maggiore» di Massimo D'Alema, uno dei fondatori di LeU, appunto.
Le altre candidature su cui lavora Renzi sono nel solco del «Paese nuovo» su cui batte da tempo. C'è Mauro Felicori, il sovrintendente della Reggia di Caserta che fatto incrementare visitatori (più 37%), incassi (più 50%) ed è stato accusato dai sindacati di «lavorare troppo». Ci sono il medico anti mafia Paolo Siani, fratello di Giancarlo, giornalista ucciso dalla camorra e Lucia Annibali, l'avvocatessa sfigurata dall'ex fidanzato con l'acido. Poi, Mauro Berruto, ex allenatore della nazionale di pallavolo, e Guelfo Guelfi ora nel consiglio di amministrazione della Rai, oltre al virologo avversario dei no-Vax Roberto Burioni.
LA QUASI ROTTURA
Il segretario dem, però, nel frattempo sta perdendo per strada l'alleanza elettorale con la lista +Europa di Emma Bonino, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova valutata intorno al 2-3%. All'origine della rottura, che Piero Fassino e Maurizio Martina cercano di scongiurare in extremis, c'è la questione della raccolta delle firme a sostegno della lista radical-europeista. «L'interpretazione assurda, incostituzionale e folle di una norma scritta male», attacca Della Vedova, «rende di fatto impossibile l'apparentamento con il Pd, per farlo dovremmo già avere i nomi dei loro candidati sui cui mettere in calce le nostre firme. Per questa ragione tra un paio di giorni cominceremo a raccogliere le adesioni alla nostra lista indipendentemente a autonomamente dal Pd».
E afferma la Bonino: «Si va di male in peggio. La risposta ufficiale del Pd è stata vi aiuteremo a raccogliere le firme, che è più o meno come dire, Se non avete il pane, vi diamo le brioche. La risposta ufficiosa, che inizia a trapelare copiosa sui giornali e sulle agenzie di stampa, è che staremmo facendo grane per una questione di posti, cosa platealmente falsa, visto che il problema che poniamo riguarda i loro, non i nostri candidati uninominali».
Il problema è stato inizialmente preso sotto gamba da Renzi. Sono filtrati davvero dal Nazareno sospetti circa il tentativo dei radicali di ottenere più seggi. E la situazione si è incancrenita. La prova arriva dal Viminale dove si esclude qualsiasi ipotesi di circolare interpretativa: «Dobbiamo attenerci letteralmente alla legge e la precisione della norma esclude la possibilità di interpretazioni». E dalle parole del mediatore Martina: «Il Pd è pronto a siglare un'intesa. Non ci sono ostacoli politici, né questioni legate alle candidature nei collegi. Non tocca però a noi esprimerci sulla costituzionalità o sull'interpretazione delle leggi. Agli amici radicali offriamo piena collaborazione e un percorso comune. Tuttavia, per chiudere questo lavoro bisogna ovviamente essere in due, diversamente ne prenderemo atto».
Immediata la replica di Magi: «Le leggi vanno rispettate? Certo, ma il Pd non ha avuto la volontà di dare alla norme un'interpretazione più coerente con la Costituzione. Perciò andremo avanti da soli». Commento di un dirigente del Nazareno: «Viene il sospetto che abbiano fatto la manfrina dell'alleanza solo per poi rompere e ottenere pubblicità gratuita su tv e giornali».
Un addio, insomma. In soccorso di +Europa si fa avanti Insieme, la lista ulivista del prodiano Giulio Santagata, dei Verdi di Angelo Bonelli e dei socialisti di Riccardo Nencini, esentata dalla raccolta delle firme in quanto il Psi era presente in Parlamento. «Mettiamo insieme le forze. Agli amici radicali», scrivono Santagata & C. «proponiamo un vero accordo politico per unire le nostre culture all'interno di un'unica lista e ribadire la centralità del pilastro europeo dentro il centrosinistra per il governo del Paese». Proposta allettante. Ma la Bonino, Magi e Della Vedova preferiscono correre da soli, piuttosto che annacquare la propria identità con gli ulivisti.
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