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Francesca Schianchi per “la Stampa”
Nei Palazzi romani c' è chi aveva già individuato l' obiettivo da qualche tempo, e silenziosamente ci stava lavorando. Ma un incrocio di scadenze e candidature potrebbe rendere necessaria un' accelerazione dei tempi. Pochi mesi per costruire la candidatura italiana che riporti il nostro Paese, dopo cinquantacinque anni dalla prima e unica volta che accadde, alla guida dell' Unesco. I nomi di aspiranti non mancano, ma uno in particolare ha più chances degli altri: quello dell' ex ministro della Cultura, ed ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli.
FRANCESCO RUTELLI GIOCA A CALCIO
Al momento, e dal 2009, il direttore generale dell'Unesco, l'agenzia delle Nazioni Unite dedicata a cultura, educazione e scienza, con sede a Parigi, è l' ex ministra degli Esteri bulgara Irina Bokova. E, teoricamente, dovrebbe essere lei fino alla fine dell' anno. Teoricamente, però: perché il suo nome circola insistentemente come candidata alla successione di Ban Ki-moon a segretario generale dell' Onu, in vantaggio secondo i beninformati sull' altro possibile nome forte bulgaro, la vicepresidente della Commissione Ue Kristalina Georgieva.
democ38 rutelli fassino franceschini
Un' ipotesi che accelererebbe, di molto, i tempi di un suo abbandono di Parigi, visto che le candidature per l' Onu sono da presentare a breve. E che aprirebbe quindi la partita della sua sostituzione, in cui l' Italia potrebbe giocare un ruolo se i Paesi arabi, a cui spetterebbe la carica, non riuscissero a trovare un' intesa: è vero che, ragionano nei ministeri competenti, abbiamo appena incassato la nomina di Filippo Grandi a Responsabile dell' Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, e che si sta parallelamente lavorando per aggiudicarsi uno dei seggi non permanenti al Consiglio di sicurezza Onu, ma è pur vero che siamo il secondo Paese donatore dell' Unesco. Uno dei primi, quindi, a poter giocare un ruolo.
GIOVANNA MELANDRI FRANCESCO RUTELLI
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, la sua scelta l'avrebbe già fatta, tanto da parlarne con esponenti di altri Paesi: Rutelli, appunto, già presidente del suo ex partito, la Margherita. Una sponda, l' ex sindaco di Roma ce l' avrebbe anche nel ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, suo vecchio amico, che fu assessore al Turismo e al Giubileo nella sua giunta.
E lo stesso ex sindaco vanta una rete di buoni contatti, non solo nel governo italiano: un paio di mesi fa, è stato ricevuto all' Unesco proprio dalla Bokova, a cui ha consegnato un appello per i caschi blu della cultura firmato da intellettuali italiani. Da quando, nel 2013, ha lasciato il Parlamento, solo di cultura si è occupato, dalla presidenza onoraria dell' Institute for cultural diplomacy a Berlino alla mostra sulla Siria organizzata a Roma un anno e mezzo fa.
Ma il percorso verso la poltrona ricoperta tra il '58 e il '61 da Vittorino Veronese non è privo di ostacoli. Intanto, la candidatura Rutelli non è la sola: almeno altri tre big della politica italiana hanno mostrato interesse per la nomina. Il ministro Stefania Giannini, ma anche l' ex ministro Giovanna Melandri, oggi presidente della Fondazione Maxxi di Roma.
E il sindaco di Torino, Piero Fassino: ma qualcuno la dà come un' ipotesi tramontata, ora che si è ricandidato alla guida della sua città. E poi, soprattutto, manca ancora l' avallo decisivo, quello del premier Renzi. Non dovrebbe avere ostilità verso Rutelli, nella cui corrente è cresciuto: ancora un paio di mesi fa, nel pieno della vicenda Marino, lo ha chiamato per chiedergli qualche consiglio.
Ma molte possono essere le valutazioni per le quali sostenere una candidatura anziché un' altra. E l' ultima parola non è ancora detta.
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