DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Kieran Corcoran per “Mail On Line”
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Papa è stato spesso accusato di aver tacitamente sostenuto Hitler, ma ora lo storico Mark Riebling rivela che Pio XII era in realtà implicato in un piano per assassinare il Führer. Il Pontefice fu soprannominato addirittura “Il Papa di Hitler” a causa della sua riluttanza nel condannare i crimini di guerra nazisti e del silenzio sulle atrocità commesse contro gli ebrei e le minoranze, ma ora si scopre che aiutava la resistenza tedesca e voleva far crollare Hitler.
E’ quanto si legge nel libro “Church of Spies”, che racconta in modo dettagliato le conversazioni segrete tra gli intermediari di Pio XII, i quali tenevano in contatto i tedeschi degli alti ranghi turbati dalla leadership di Hitler e gli Alleati, nella speranza di assicurarsi una via d’uscita senza lo spargimento di sangue della Seconda Guerra Mondiale. I piani non diedero frutti, a causa di cospiratori troppo nervosi, poteri stranieri poco convinti e all’abilità di Hitler di schivare anche i migliori piani assassini.
Riebling racconta di come il Papa - in teoria neutrale durante la guerra - mitigò le critiche
al nazismo per aiutare alcune spie ecclesiastiche che volevano Hitler morto. Hitler vedeva nella Chiesa un ostacolo, il motivo per cui i tedeschi non riuscivano ad accettare completamente il nazismo. Disse anche che i cattolici lo avrebbero colpito, che i pericoli più grandi sarebbero arrivati dai confessionali.
Spiegando la difficile posizione in cui si trovava, Pio disse una volta a un diplomatico francese: «Sai quali sono le mie simpatie, ma non le posso dire». Invece di opporsi al nazismo, il Papa assunse l’intermediario Josef Müller, che era stato personalmente interrogato da Heinrich Himmler, ma poi era stato lasciato dal capo delle SS, rimasto impressionato dalla sua franchezza.
hitler con diplomatico cattolico
Müller, diventato politico dopo la guerra, diede informazioni su Hitler e aiutò i vescovi tedeschi guardati a vista a comunicare in segreto con la Santa Sede. Pio usò la sua influenza diplomatica per aprire agli Alleati, principalmente al governo britannico. Le negoziazioni sono state coperte, i documenti sono stati distrutti. Le spie usavano nomi in codice: Müller era Herr X, Pio XII “The Chief”, il capo.
Riebling scrive che Pio ha incoraggiato la Gran Bretagna ad offrire una pace giusta alla Germania, una volta mandato via Hitler, in contrasto al punitivo Trattato di Versailles che emerse dopo la Prima Guerra Mondiale. Dice Riebling: «Nessuno poteva unire i nemici interni ed esterni di Hitler in maniera più discreta e credibile. Pio era forse la figura più prestigiosa in Europa, al di sopra delle pressioni dei partiti, ed era l’unico potere a cui si accordava fiducia. Solo lui poteva mediare per la pace e persuadere gli alleati che la resistenza tedesca non era, come dicevano gli inglesi, “una creatura favolosa come il centauro e l’ippogrifo”.
Sebbene inizialmente diffidenti, Lord Halifax (Segretario di Stato per il Ministero degli Esteri) e Francis D'Arcy Osborne (Ambasciatore della Santa Sede), furono convinti dall’intervento personale del Papa, a seguito di cui dissero ai membri della Resistenza che avrebbero negoziato con la Germania “rispettabile”, nel caso in cui Hitler venisse rimosso.
Müller volò dalla Germania a Roma in un minuscolo aereo, portando lettere segrete, dove si assicurava che la Germania post-Hitler avrebbe avuto un buon trattamento. La sua rete di spie, traditori del Führer come la sua guardia del corpo, un capo dell’intelligence militare e altri capi dell’esercito, non misero a segno nessun colpo. Gli attentati fallirono sempre e la pianificazione fu resa impossibile, perché Hitler cambiava continuamente piani proprio per confondere i male intenzionati. Il Vaticano restò al centro dell’attività diplomatica, ma svanì la speranza di un’azione decisiva. Nel 1943 la Gestapo beccò Müller e lo rinchiuse nel campo di concentramento di Dachau.
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