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Laura Serloni e Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Nessuna pietà per i furbi. Tolleranza zero contro gli inquilini abusivi, i morosi, i locatari a canoni stracciati. L’80% di quelli che abitano nelle case d’oro comunali nel centro storico di Roma è fuorilegge. È quanto scoperto dalla squadra di tecnici guidata dal prefetto Francesco Paolo Tronca.
Solo due su dieci di quelli che vivono nel pied-à-terre in via dei Coronari, nella case con vista sul Colosseo, nell’appartamento a Borgo Pio o in uno degli altri 571 immobili di proprietà del Comune ne hanno realmente diritto.
E al commissario del Campidoglio Francesco Paolo Tronca l’illegalità diffusa nella gestione del patrimonio pubblico proprio non va giù. Così ha deciso di usare il pugno di ferro: pronte le operazioni di sfratto. D’altronde i dati elaborati dalla task force di magistrati, docenti universitari e specialisti delle forze dell’ordine non gli lasciano altra scelta.
Il team incaricato del dossier ha scandagliato tutti i dati del dipartimento Patrimonio, incrociandoli con quelli della Guardia di Finanza, dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate. Il quadro è tutt’altro che romantico.
Su 574 immobili nel cuore della città il 18,5% ha un regolare contratto, il 15,7% ha i requisiti ma è in attesa di firmare un accordo, il 16,2% è un abusivo accertato, mentre il 49,6% degli affittuari si colloca in un’ampia zona grigia tra titoli scaduti, procedure di sfratto in corso e situazioni non ancora accertate per le quali è in corso la verifica dei requisiti.
Tutte le carte saranno spedite in Procura e alla Corte dei Conti, ma in Comune vogliono vederci chiaro anche su eventuali responsabilità interne. È partita la caccia ai dirigenti che si sono succeduti nella gestione del patrimonio e che hanno stipulato i contratti o che hanno omesso l’aggiornamento dei canoni. Dal centro storico l’indagine arriverà in tutti i municipi romani. «I tempi saranno celeri — assicura Tronca — i canoni d’affitto saranno aggiornati in tempi brevi e saranno possibili sfratti».
AFFITTOPOLI VIA DEI GIUBBONARI SEDE PD
Affittopoli è affar noto, già nel 2013 la giunta Marino aveva scoperchiato lo scandalo. Ma Tronca — che dell’illegalità vuole fare piazza pulita — ha ripreso e aggiornato i dati con una task force esperta in informatica e analisi. Impresa oggi meno ardua considerato che l’ex sindaco Francesco Rutelli nel corso dei sue due mandati riuscì a trasferire i 60mila cespiti di proprietà comunale sul digitale.
Prima, tutto il materiale era carteceo. E soprattutto confuso. «Quando siamo arrivati — racconta un uomo dello staff di allora — esistevano solo degli enormi libroni dai quali mancavano un sacco di fogli.
Abbiamo pure tentato di ricostruire le lacune, capire perché, ma l’idea che ci facemmo è che c’erano case assegnate in modo oscuro, alcune persino passate sotto banco. Una pratica che decidemmo di interrompere pubblicando, tra i primi in Italia, l’intero dossier online». Trasparenza per sconfiggere il malaffare. Ma, alla luce di quanto scoperto da Tronca, qualcosa non deve aver funzionato come previsto.
Di certo c’è che pure il successore, Walter Veltroni, provò a mettere ordine. A disboscare. Mettendo in vendita gran parte di quel patrimonio disponibile. E in parte c’è pure riuscito, incassando 170 milioni. Ma pure lì: qualcosa deve essergli sfuggito. Tant’è che la lista delle 574 case d’oro affittate a prezzi di saldo è sopravvissuta.
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