SALERNO, CANTIERE ETERNO - CITTÀ DIVISA SU DE LUCA: LE CRITICHE PER LE OPERE MAI ULTIMATE COME QUELLA SUL LUNGOMARE - IL PATRON DEL FESTIVAL DI GIFFONI: ''IL SINDACO SBAGLIA A RITENERE UN SUO NEMICO CHI NON LA PENSA COME LUI''

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DE LUCA AMENDOLA REALACCIDE LUCA AMENDOLA REALACCI

Michela Tamburrino per “la Stampa”

 

Ma com’ è la Salerno di Vincenzo De Luca, condannato per abuso di ufficio e magnificato a furor di popolo? Al Circolo Canottieri Irno, classe 1910, Collana d’oro al merito sportivo, si aspetta il tramonto per l’aperitivo sulla terrazza a mare. Barche dei soci ormeggiate, neanche un brivido di vento. Sul lungomare il footing non è disturbato dai soliti vu cumprà. Stasera si va al ristorante, meglio, all’Opera, che da quando governa la bacchetta del maestro Daniel Oren è un trionfo di Verdi, di Puccini e di pienoni.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

Evviva il Rinascimento salernitano, fatto di strade pulite e di lavavetri azzerati, di movida in centro al riparo dello scippo, di periferie non più Bronx. E di record nella raccolta differenziata. Una porta sulla costiera amalfitana da guardare in prospettiva, la più bella costa del mondo e ci si arriva a piedi. Da Pontecagnano a Vietri ecco la città che sta sul mare ma non è di mare, una voglia infinita di riscatto, come dire, oltre Napoli c’è di più. La cantava un grande poeta, Alfonso Gatto, che alla sua città dedicò «Salerno, rima d’eterno».
 

Claudio Gubitosi è della partita. Un genio che si è inventato il Festival di Giffoni Valle Piana, idea per ragazzini, format che gira il mondo. «Salerno è una grande madre per Giffoni. Vent’anni fa presentò il teatro d’avanguardia, un certo modo alternativo di fare cultura. Poi la storia si è interrotta. Oggi finalmente è rinata come città dall’identità forte. Fa riflettere il dato turistico 2014 fornito dalla Banca d’Italia: mentre Napoli cresce del 7% Salerno del 18%.

CLAUDIO GUBITOSICLAUDIO GUBITOSI

 

Aggregazione, orgoglio e la potenza impressa alla crescita: alberghi, ristoranti, il porto commerciale, la marina d’Arechi, la trasformazione morfologica enorme, con tutte le polemiche del caso». Che sono profonde quanto questo mare. E tutte hanno un solo indirizzo, il sindaco De Luca, la sua verve da sceriffo, un modo di fare alla Bassolino più a sud, la cordata di amici fidati, quell’aria di moderno e di tradizionale che sconfinano l’uno nell’altro.
 

Salerno la Berna del meridione se non si dà retta alle chiacchiere e se non si cerca lo sporco sotto il tappeto buono. Maldicenze di detrattori che parlano di fumo negli occhi e di città che è un monumento al non finito. Strutture partite e mai ultimate come quella a ferro di cavallo sorta su un fabbricato, ex Jolly Hotel comprato per essere abbattuto. Sul lungomare fa ombra alla costiera, nasceva per uffici, abitazioni e negozi, vedrà la fine al più presto si dice. O la cittadella giudiziaria, inaugurata a tranche, prima le scale, poi la facciata, poi le porte.

 

PROCESSIONE SALERNOPROCESSIONE SALERNO

Nella zona industriale il polo nautico segue lo stesso destino. I lavori sono tanti, impossibile pretendere che vengano finiti troppo in fretta. I detrattori non dicono che sono state costruite strade, tante, e fontane, ancora di più. E neppure che in centro la violenza è finita. «La delinquenza a Salerno non c’è mai stata perché questa è terra dei Casalesi e quelli grane non ne vogliono», dice un signora di qui che tiene all’anonimato. Ma si sa, le famiglie della Salerno bene hanno sempre avuto il cuore rivolto a destra.
 

Lo scrittore Diego De Silva dice della sua città: «Ho visto Salerno cambiare. Era spenta, malinconica e anche stimolante, ti faceva crescere la voglia di andare via. De Luca l’ha riscoperta a se stessa, lavorando su quanto di bello c’era e che era sommerso. Ed è la riqualificazione urbana che sta alla base del suo consenso largo».
 

SALERNOSALERNO

Allora De Luca ha fatto O’ miracolo? «De Luca ha pregi e difetti - suggerisce Gubitosi che lo conosce molto bene - Sbaglia a ritenere che siano tutti suoi nemici personali quelli che non la pensano come lui. In compenso è schietto. Si scontra con i grandi successi di Caldoro che in una regione al disastro ha fatto miracoli. Se l’uno è sempre presente, l’altro è schivo e invisibile ma tutti e due hanno ottenuto grandi risultati. Identici ma con stile opposto».

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA BASSOLINO INCARFAGNATO BASSOLINO INCARFAGNATO