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1 - RAGIONI
Jena per la Stampa - Prodi è un genio: spiega le ragioni del suo Sì dando ragione al NO
2 - PRODI AIUTA RENZI MA GLI COSTA UN OCCHIO
Francesco Rigatelli per Libero Quotidiano
A pochi giorni dal voto, l’ex premier e presidente della Commissione europea, nonché fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi rompe il silenzio e annuncia di votare Sì a quella che definisce «una modesta riforma costituzionale». In una nota che esprime probabilmente il senso comune di molti elettori del centrosinistra denuncia anche la pochezza del dibattito «che ci ha indebolito all’estero per pure ragioni di politica interna» arrivando ad accusare, pur senza nominarli, sia Renzi sia D’Alema di irresponsabilità.
PRODI E BERSANI INSIEME SUL PALCO jpeg
«La mia storia personale - ricorda - è stata tutta nel superamento delle vecchie decisioni che volevano sussistere nonostante i cambiamenti epocali in corso. Questo era l’Ulivo. La mia vicenda politica si è identificata nel tentativo di dare a questo paese una democrazia finalmente efficiente e governante: questo è il modello maggioritario e tendenzialmente bipolare che le forze riformiste hanno con me condiviso e sostenuto.
C’è chi ha voluto ignorare e persino negare quella storia,come se le cose cominciassero sempre da capo, con una leadership esclusiva, solitaria ed escludente. E c’è chi ha poi strumentalizzato quella storia rivendicando a sé il disegno che aveva contrastato». Facile identificare nell’uomo dalla «leadership esclusiva, solitaria ed escludente» Matteo Renzi e in chi rivendica la storia dell’Ulivo pur avendola contrastata Massimo D’Alema e forse anche Pier Luigi Bersani.
Ecco i guai del centrosinistra visti dal Professore. «Anche se le riforme proposte - continua - non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio Sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale».
Finale ironico: «Mentre scrivo queste righe mi viene in mente mia madre che, quando da bambino cercavo di volere troppo, mi guardava e diceva: “Romano, ricordati che nella vita è meglio succhiare un osso che un bastone”». Renzi incassa: «Grazie a Prodi che voterà sì, pur non condividendo tutto, ma riconoscendo che c’è un’esigenza del Paese».
Dalla sinistra radicale arrivano critiche come ai tempi dei governi del Professore, mentre una parte del Pd con Anna Finocchiaro dimostra apprezzamento («Molto importante che chi ha fondato l’Ulivo sostenga la riforma costituzionale che consentirà all’Italia di superare il bicameralismo paritario e di istituire finalmente il Senato delle autonomie territoriali»), e pure esponenti del centro come Lorenzo Dellai: «Un intervento generoso e rigoroso. Penso anche che gli sia costato un certo sacrificio. Il suo richiamo all’esperienza dell’Ulivo può essere una bussola per ricostruire una comunità politica».
E se D’Alema evita di polemizzare, Bersani loda la «metafora contadina, si è convinto a succhiare l’osso. Non mi sembra un Sì entusiasta, lo rispetto. Io non mi turo il naso e non lascio il No alla destra». Ma più veloce di tutto il centrosinistra è Renato Brunetta di Forza Italia su Twitter: «Gli italiani ricordano il suo ultimo governo. Un motivo in più per votare No».
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