“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Estratto dell’articolo di Tommaso Labate per roma.corriere.it
«In questa fase i miei rapporti con Giorgia Meloni non sono buoni...», dice da qualche tempo a questa parte Matteo Salvini tutte le volte che vuole farsi beffe dell’interlocutore di turno o magari testarne la reazione. Poi fa una pausa e completa la frase, andando oltre i puntini di sospensione: «...sono ottimi».
Già, perché il segretario della Lega sa perfettamente di essere il co-protagonista, insieme alla presidente del Consiglio, della pièce politica in lavorazione più dibattuta dell’estate; quella di cui tutti, dentro e fuori dalla maggioranza, cercano di indovinare il finale, che ci sarà dopo le Europee. Tutto ruota attorno a pochi e semplici punti interrogativi, strettamente interconnessi con la necessità della Lega di recuperare terreno nei confronti di Fratelli d’Italia e a quella del vicepremier di smarcarsi dalla presidente del Consiglio. Sì, ma a tutti i costi? E ancora, litigheranno? E, se sì, quanto? E infine, Salvini si spingerà fino all’orlo della rottura?
(...)
«Certi errori non si rifanno», spiega in privato tutte le volte che gli chiedono conto dei suoi rapporti con Meloni (in questa fase sono buonissimi, l’ultimo scontro risale al post alluvione della Romagna), con Giorgetti (decisamente meno buoni rispetto a quelli con la presidente del Consiglio) e soprattutto di quelle sfide a colpi di sciabola e fioretto in cui si è messo a incrociare le lame con Antonio Tajani (sulle alleanze a Bruxelles), con Gilberto Pichetto Fratin (sul ruolo dei sindaci), persino con Vittorio Sgarbi (sullo stadio San Siro).
(...)
Il Salvini barricadero, insomma, è pronto a uscire di scena per qualche mese, salvo ovviamente ripresentarsi armato di scudo e lancia qualora il risultato della Lega alle Europee richiedesse aggiustamenti nell’assetto di governo.
Fino ad allora, profilo da ministro e zero scelte che assomiglino anche vagamente al Papeete di quattro anni fa. Certo, ci sono poi quei movimenti che riguardano l’Opa ostile che potrebbe lanciare su quel pezzo di Forza Italia che non vedrebbe l’ora di andarsene da lui, dopo il congresso. I contatti con Licia Ronzulli sono continui e costanti; ma — come ha spiegato ai suoi Salvini — «non sono certo un avvoltoio», quindi è fuori discussione che ci sia un ingresso di massa della minoranza forzista nelle file del Carroccio mentre ancora si elabora il lutto per la scomparsa di Berlusconi.
Non a caso, raccontano nella sua cerchia ristretta, all’indomani dei funerali del Cavaliere, il vicepremier ha stretto un rapporto che non aveva con i suoi figli e anche con Marta Fascina, altro nome che ricorre con frequenza tra le sue telefonate. In entrata e in uscita.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA…
DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO -…
DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER…
DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E…