DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alessandro Di Matteo per "la Stampa"
Il testa a testa non è solo nei sondaggi. Certo, Giorgia Meloni ormai tallona Matteo Salvini in tutte le rilevazioni, appena due-tre punti sotto la Lega, ma c' è un fenomeno ancora sottotraccia che però comincia a creare più di un fastidio a via Bellerio. Il leader leghista, anche sabato scorso, ha ostentato sicurezza: «Se cresce il centrodestra io sono contento. Se perfino i sondaggi di adesso certificano che la Lega è ampiamente il primo partito, siamo tranquilli». Ma appunto, sondaggi a parte, i sismografi rilevano sommovimenti che adesso i salviniani monitorano con attenzione.
MARION LE PEN MATTEO SALVINI VINCENZO SOFO
Nessun terremoto, ancora, piccole scosse, ma che preoccupano. Ormai da qualche mese, da quando Salvini ha scelto di entrare nella maggioranza che sostiene Mario Draghi, la carovana leghista ha cominciato a perdere pezzi: un lento ma continuo esodo di assessori comunali, sindaci, dirigenti locali, persino un europarlamentare, quasi tutti approdati in Fratelli d' Italia.
matteo salvini stefano santoro
La Lega paga sicuramente la scelta di essere entrata nella maggioranza di Draghi.
Uno dei primi a lasciare è stato l' europarlamentare Vincenzo Sofo, che ha preferito aderire al gruppo Ecr, i Conservatori europei guidati da Giorgia Meloni. Nella biografia online, Sofo spiega: «A febbraio ho deciso di lasciare la Lega non condividendo la scelta di entrare insieme a Pd e 5 Stelle nel governo Draghi».
Stessa motivazione per Katia Rossato e Alessia Ambrosi, consigliere provinciali a Trento, che hanno fatto un percorso analogo a metà marzo. Ha spiegato Rossato il giorno dell' addio: «Ritrovarmi all' improvviso, senza una consultazione interna, alleata a livello nazionale con il Pd e i 5 Stelle è una cosa che non posso accettare».
E Ambrosi: «Governare con Pd e grillini per noi è inconcepibile. Entrambe, come Sofo, sono passate a Fdi. L' elenco, appunto, è lungo. C' è Stefano Santoro, responsabile giustizia della Lega in Sicilia che una decina di giorni fa ha annunciato il suo passaggio in Fdi, anzi il «ritorno a casa», come ha spiegato. Anche lui in dissenso rispetto alla scelta di stare al governo con Pd e M5s. E poi Roberto Tomatis, consigliere comunale ad Albenga che pure ha fatto lo stesso percorso a inizio maggio, come anche Antonio Baldini, consigliere a Modena che a febbraio è passato in Fdi.
Qualcuno, come il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi, molla Salvini ma per ora senza fare bussare alla porta di Meloni. Un parlamentare leghista, che preferisce restare anonimo, conferma: «C' è disagio, e non solo per la scelta di sostenere Draghi insieme al Pd. Pesa anche una gestione tutta accentrata del partito, tutta nelle mani del "cerchio magico" di Salvini».
E, chiaramente, con Fdi che vola nei sondaggi parecchi cominciano a fare valutazioni diverse». Certo, la Lega rimane il primo partito, al nord ha un radicamento che Fdi per ora non può sperare di mettere in discussione.
giorgia meloni si commuove a verissimo
Ma, chiosa un dirigente di Fi, «Meloni sta lavorando bene, anche al tavolo delle candidature per le amministrative. In autunno sarà una partita interessante».
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