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Valentina Santarpia per www.corriere.it
«Chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini alle celebrazioni del 224 anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza, sollevando un polverone. «Ora tocca al governo - aggiunge - semplificare il sistema fiscale e ridurre le tasse». Il ministro dell’Interno, ringraziando il Corpo per i risultati raggiunti, ha sottolineato: «Dodicimila evasori totali sconosciuti al fisco e grandi evasori che hanno rubato una media di 2 milioni di euro a testa - ha detto - onore alla Guardia di Finanza che li ha scovati, ora tocca al governo ridurre le tasse e semplificare il sistema fiscale».
I numeri
Ma quante sono le cartelle di cui parla Salvini? In pratica la maggioranza. La possibilità di «chiudere» le cartelle sotto i 100.000 euro interessa infatti il 94% dei crediti fiscali, in pratica delle iscrizioni a ruolo inserite nelle cartelle esattoriali. Se si guarda alle liti fiscali già avviate, invece, sotto questa soglia rientra l’86,4% delle istanze presentate. I dati arrivano dalla relazione consegnata lo scorso anno in Parlamento da Equitalia, ora confluita nell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e dalle informazioni diffuse all’inizio del 2018 dal ministero dell’Economia sullo stock del contenzioso fiscale `fotografato´ alla fine del 2017.
Pd: «L’ennesimo condono»
«Si spacciano per rappresentanti del cambiamento e poi Salvini propone l’ennesimo condono, in piena continuità con gli esecutivi della destra», critica Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico. «È questa la pace fiscale di cui parlava il contratto di governo? Un approccio sbagliato - spiega la deputata Dem - nel metodo, perché gli introiti dello stato, secondo quanto rilevato dall’agenzia delle entrate, sarebbero di molto inferiori a quelli che il governo prevede di ottenere, e nel merito, perché asseconda chi si sente più furbo degli altri».
Di Maio: «Aboliamola»
Di Equitalia Luigi Di Maio aveva già parlato qualche mese fa, poco dopo le elezioni ma a governo ancora in divenire: ma la sua soluzione era radicale. «Bisogna abolire il sistema Equitalia di nome e di fatto attraverso il fisco digitale», aveva proposto. «Insieme alla riduzione della pressione fiscale, attraverso il dimezzamento dell’Irap e la riforma degli scaglioni Irpef, una delle nostre priorità -sottolinea- sarà semplificare il quadro fiscale investendo nella digitalizzazione e nell’accorpamento delle banche dati della Pa e tramite l’abolizione di meccanismi inefficienti come lo spesometro».
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