FLASH! - OGNI GIORNO, UNA TRUMPATA: NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULL'IDEA DI COMPRARSI…
Alberto Mattioli per la Stampa
Matteo Salvini, adesso un incarico di governo al centrodestra spetterebbe a lei? «Gli italiani hanno deciso così». Alle due di notte il derby ormai è vinto. Perché, vista dalla Lega, la partita vera non è tanto quella fra grillini e centrodestra. La partita vera è quella fra la Lega e Forza Italia, alleati-rivali apparsi mai come ieri sera molto più rivali che alleati. E di exit poll in exit poll lo scarto si allarga, con il partito di Matteo Salvini che sale e quello di Silvio Berlusconi che scende. Finché in via Bellerio l' entusiasmo esplode quando le televisioni passano dagli ultimi poll alle prime proiezioni.
BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI
Secondo quelle de La7 la Lega è addirittura al 17,3%, appena sotto al Pd, 18,7, e molto sopra Forza Italia, ferma al 14,1. La Rai dà dei numeri più bassi ma sempre con la Lega più alta degli azzurri, 15,9 contro 14,2. Siamo sempre ai dati da prendere con le pinze, nulla è più incerto di exit poll e proiezioni e tutta la solita litania da serata elettorale: ma insomma, comunque vada a finire, sarà un successo.
Dopo la giornata passata con i figli e niente derby milanese, quello vero, perché San Siro è chiuso per lutto come tutto il calcio italiano, Matteo Salvini passa tutta la sua notte più lunga blindato nel suo studio, davanti alla televisione. Con lui, solo lo staff della comunicazione e i tre esponenti più pensanti e pesanti della Lega, Lorenzo Fontana, Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli. Dichiarazioni ufficiali del segretario, soltanto una, affidata a Twitter che, si sa, obbliga alla sintesi: «La mia prima parola: GRAZIE!» (la maiuscola è d' autore). Nessuna telefonata, per ora, a Silvio Berlusconi.
Dalle segrete stanze parla Fontana, una delle teste più lucide del partito e non solo perché si taglia i capelli a zero: «La vittoria mi sembra netta. Ormai è chiaro che la Lega è la prima forza della coalizione. Da questa sera, è un centrodestra a trazione leghista». Il risultato dell' alleanza oscilla, a seconda degli exit poll e delle proiezioni e degli istituti che li hanno realizzati, fra il 35 e il 37: forse non è sufficiente per governare (ma lì, fanno notare, bisognerebbe vedere il numero definitivo dei parlamentari), però di certo abbastanza consistente per rivendicare un incarico.
E la regola, sempre annunciata da Salvini e mai esplicitamente accettata, ma nemmeno negata, da Berlusconi, è che il premier lo fa chi prende più voti. In casa Lega sono sicuri: ci fosse un incarico per il centrodestra, dovrebbe toccare a Salvini.
La passerella pubblica tocca invece al vicesegretario Giancarlo Giorgetti. E' lui il primo big del partito a scendere nella sala stampa di via Bellerio, una tonnara dove duecento giornalisti si accalcano in uno spazio che potrebbero ospitarne al massimo la metà. E declama una breve ma categorica dichiarazione: «E' una grande soddisfazione per la Lega e per Salvini. Per noi sono risultati storici. Partivamo dal 4%, le proiezioni ci assegnano il 16 o il 17 e in seggi reali, forse, anche di più. Parleremo prima con i nostri alleati, ma abbiamo già idee su cosa fare. Guardiamo al futuro con grande serenità e consapevolezza. La sfida di Salvini è stata vinta».
MARINE LE PEN E MATTEO SALVINI
Infatti «l' amica Marine» leggi madame Le Pen, si mette avanti con il lavoro e già twitta: «L' Ue passerà una brutta serata», con tanto di faccina sorridente. In effetti, all' idea di un Salvini a Bruxelles non devono essere troppo sereni.
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