DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Emanuele Lauria per “la Repubblica” - Estratti
L’assenza a risaltare di più, nell’aula affollata di Montecitorio, è quella di Matteo Salvini. Il vicepremier non c’è, non è presente al dibattito sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti. Fa sapere di avere impegni nella sede del ministero. In compenso è quasi al completo la maggioranza: tutti precettati i deputati, che alle otto della sera, con appello nominale, respingono l’atto parlamentare presentato dal capogruppo di Azione Matteo Richetti e sottoscritto da Pd, 5Stelle e Avs. Considerate pure le missioni, i numeri blindano Salvini: 211 no alla sfiducia su 235 voti della coalizione. Sono 129 i favorevoli.
Un via libero scontato: il centrodestra fa quadrato per rispedire al mittente una mozione che contestava al leader della Lega il patto di “partenariato confidenziale” del 2017 fra il Carroccio e Russia Unita, il partito di Putin. Un’intesa tacitamente rinnovata il 6 marzo del 2022, quando c’era già stata l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Il capogruppo leghista Riccardo Molinari, durante le dichiarazioni di voto, sottolinea «che l’ultimo punto dice che l’accordo non è vincolante» e che comunque «presupponeva una cooperazione fra le parti. Se non c’è più la cooperazione viene meno anche l’accordo, senza dover ricevere alcuna ricevuta di ritorno».
matteo salvini e umberto bossi
Ma perché quell’intesa non è mai stata disdetta con un atto successivo? «Ah non lo so. Forse sarebbe stato più semplice ma non lo so», dice all’uscita dell’Aula. La seduta scivola via fra le accuse dell’opposizione: «Salvini non ha mai interrotto i rapporti con la Russia e non a caso Meloni non ha dato alla Lega i ministeri chiave come Esteri e Difesa», attacca la dem Lia Quartapelle. A fine seduta Richetti rimane in posizione di sparo: «La Lega mantiene un’ambiguità che sottopone l’Italia al pubblico ludibrio».
Di certo, la strategia della maggioranza è quella di giocare in contropiede, chiedendo un anticipo del voto sia per la sfiducia a Salvini che per quella, più delicata, a carico di Daniela Santanché, che è stata messa all’ordine del giorno per stamattina. La decisione degli sherpa del centrodestra è stata quella di precorrere i tempi in modo da evitare un dibattito infuocato nelle prossime settimane, in piena campagna elettorale e con un nuovo provvedimento di chiusura delle indagini (quelle per il falso in bilancio di Visibilia) sul capo della ministra del Turismo. «Anziché lasciare l’opposizione a continuare a far pubblicità a tesi abbastanza infondate era meglio dare una risposta seria puntuale e decisa in Aula», dice il capogruppo di FdI Tommaso Foti.
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Il primo a tirare un sospiro di sollievo, intanto, è Matteo Salvini, alle prese con l’offensiva interna che giunge dal Nord: in cinque paesi della Brianza sono comparsi manifesti che, in occasione di un quarantennale della Lega, inneggiano a Bossi. L’iniziativa di una colonia di militanti della prima ora prevede anche la produzione di t-shirt con il ritratto del fondatore del Carroccio. Una sarà consegnata direttamente a Bossi, nella sua villa di Gemonio. Un modo per contestare a Salvini anche l’assenza di celebrazioni per la ricorrenza.
manifesti in brianza per bossisalvini cornuto da isoardi il commento di bossi
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