RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Antonio Bravetti per “La Stampa”
matteo salvini e giorgia meloni
La squadra di governo può attendere, se ne parlerà «dopo il voto». Così come di un ritorno di Matteo Salvini al Viminale: «Se ne discuterà sulla base del risultato». Giorgia Meloni non concede nulla.
Ospite di "Controcorrente" su Rete 4, la leader di Fratelli d'Italia dei suoi alleati dice «mi voglio fidare», ma dice anche che l'unico modo per evitare «inciuci» e governi a geometrie variabili «è votare Fratelli d'Italia». Camicetta celeste confetto e orecchini in tinta, Meloni si sottrae al gioco del toto-ministri.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
«Le squadre di governo si fanno sulla base del risultato elettorale - sottolinea - magari uno o due ministri si possono decidere, ma non credo si possa definire tutto l'esecutivo». Salvini può attendere: «È già stato ministro dell'Interno - ricorda Meloni - è una persona capace, ma sono materie che si discutono sulla base del risultato». Dalla Lega la risposta arriva in pochissimi minuti: «Bene che anche Giorgia promuova il progetto di anticipare qualche ipotesi di ministro, come suggerito dalla Lega. Avanti, uniti e con le idee chiare».
Non parlarmi, non ti sento.
Oggi Salvini sarà a Lampedusa, mentre Meloni ospite del caffè della Versiliana, a Marina di Pietrasanta. Una donna a palazzo Chigi infastidisce più a destra o a sinistra? «Dà più fastidio ai maschi», replica secca. Si muove su internet, invece, Silvio Berlusconi. Anche ieri l'ex premier ha diffuso sui social un video di tre minuti con le proposte di Forza Italia in vista del voto. Ringalluzzito dalla sua nona campagna elettorale, Berlusconi rispolvera un suo vecchio e fortunato slogan, promettendo «un nuovo miracolo italiano».
Intanto vanno avanti i lavori tecnici del centrodestra, riunioni continue per parlare di collegi e programma. Ci sono da assegnare i nomi ai 232 collegi uninominali. Qualche problema con i centristi dell'Udc, seccati dall'offerta di 4-5 seggi nelle liste di Forza Italia, dove dovrebbero però rinunciare al simbolo. La proposta non va giù a Cesa e De Poli, sempre più attirati dall'idea di correre in proprio, con tanto di scudo crociato.
A ingarbugliare un po' la situazione c'è che oggi, per la prima volta da settimane, Italia al centro di Giovanni Toti è tornata a partecipare alle riunioni del centrodestra. Sul tavolo delle trattative i collegi «sicuri» sono segnati in blu (con tre sfumature, a seconda della contendibilità), mentre quelli a rischio sono rossi, con altrettante gradazioni di colore.
SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI
Il responsabile nazionale dei Dipartimenti di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, fa un bilancio positivo del lavoro sul programma: «Siamo già entrati nella definizione dei contenuti: da flat tax e cuneo fiscale sino alla revisione del reddito di cittadinanza». Meloni conferma: «La sinistra ha difficoltà sulle grandi questioni, noi sulle sfumature. Tutti d'accordo sull'abbassare le tasse, poi ognuno ha la sua ricetta».
La Lega vuole una flat tax al 15%, Forza Italia al 23% mentre FdI pensa a una flat tax «incrementale». Passi avanti anche sulla politica estera, assicura Meloni: «Non ho dubbi sulla nostra collocazione atlantica, non ci sono problemi nemmeno con gli alleati, i miei sherpa mi dicono che non ci sono resistenze su questo punto». Anche Tajani promette: «Nel programma comune del centrodestra sarà scritto nero su bianco "Non cambia la politica estera del governo precedente"».
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