SAN DINO BOFFO E LE MOLESTIE - TRAVAGLIO DA RAGIONE A FELTRI! “LA CONDANNA C'È. E BASTA E AVANZA A GIUSTIFICARE LE DIMISSIONI DA DIRETTORE DI ‘’AVVENIRE’’ E A SOLLEVARE DUBBI SULLA PROMOZIONE A DIRETTORE DELLA TV DELLA CEI” - A MENO CHE BOFFO, CHE CURIOSAMENTE NON HA MAI DENUNCIATO FELTRI, NON SI DECIDA A RENDERE PUBBLICI GLI ATTI DEL SUO PROCESSO, COSÌ CHE I CATTOLICI ITALIANI POSSANO FINALMENTE CONOSCERE I FATTI PER I QUALI È STATO CONDANNATO”…

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Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"

Senza volerlo, con la celebre campagna sul Giornale, Vittorio Feltri ha reso un grande favore a Dino Boffo. Che ieri si è fatto intervistare dal Corriere, nella sua nuova veste di direttore di Tv2000, l'emittente dei vescovi, per pontificare sul "contributo dei cattolici" alla politica italiana. Non una domanda o un cenno alla sua condanna (decreto penale emesso dal Gip di Terni il 9 agosto 2004, non impugnato e dunque definitivo) per molestie ai danni di una donna.

Solo un piccolo box in cui si attribuisce la notizia vera della condanna e quella falsa del rapporto di polizia sulla sua presunta omosessualità, come se fossero entrambe frutto della fertile fantasia del Giornale. In realtà la condanna c'è. E basta e avanza a giustificare le dimissioni da direttore di Avvenire e a sollevare dubbi sulla promozione a direttore della tv della Cei e a maître à penser della "dottrina sociale della Chiesa". A meno che Boffo - che curiosamente non ha mai denunciato Feltri, anzi ci andò a pranzo qualche mese dopo il "caso" - non si decida a rendere pubblici gli atti del suo processo, così che i cattolici italiani possano finalmente conoscere i fatti per i quali è stato condannato.

 

MARCO TRAVAGLIO DINO BOFFO VITTORIO FELTRI