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Dopo la notizia dell'incursione di Grillo al festival di Sanremo, la sala stampa ribolle di amletici dubbi: come faremo, nel caso, ad ascoltare il suo intervento?
Eh sì perché, forse gli spettatori non lo sanno, il festival si tiene giù in teatro, ma i giornalisti lo guardano in televisione, dal roof. Salvo "i più importanti" che, volendo, hanno accesso alla galleria, ma comunque non in platea, dove Grillo starà .
Lo psicodramma è cominciato intorno alla 18 di ieri. Riunione di famiglia (editoriale) con l'ufficio stampa di mamma Rai. Ordine del giorno: affrontare l'ospite inatteso. Non gradito alla politica, un po' più gradito all'auditel.
Grillo è una mina vagante e parlante. Ha annunciato su Twitter di aver acquistato un biglietto per l'Ariston e stasera qualcosa dirà . Ma quando? Non si sa. E' impensabile per i giornalisti tentare la quasi ubiquità : non solo perché il pass della sala stampa non dà diritto alla platea, ma perché il passaggio dai piani alti al pianoterra non è per niente facile.
Gli ascensori sono lenti, c'è sempre qualcuno che li ha chiamati prima di te, la gincana nel caos che regna nei corridoi del palazzo è da atleti professionisti, e poi, nel tragitto, il giornalista perderebbe senza dubbio parte dell'intervento. E se manca qualcosa, chi lo spiega il giorno dopo all'editore?
Se le parole di Grillo le sentiranno da casa, le coglieranno anche i giornalisti, che guarderanno il Festival dal nuovo e tecnologicissimo megaschermo a led della sala stampa - innovazione del 2014, dopo anni di immagini sfocate e ingrigite da un telone da cinema estivo all'aperto stile riviera romagnola - ma se non accadesse? Se il fuoriprogramma si ripresentasse in stile Crozza? L'anno scorso il comico fu contestato in diretta ma gli umori della sala non furono colti come si doveva, allora la stampa ha un po' intuito, un po' improvvisato.
Le proposte per risolvere la questione sono state le più diverse.
Mandiamo giù alcuni giornalisti in rappresentanza di tutti. No, più di uno non si può, e nemmeno si sa se si potrà mandarne giù uno. Ma chi? Qualche volontario? No meglio estrarre il nome a sorte. A sorte tra quali nomi? Tra i quotidianisti? E allora le radio, che lavorano da un'altra sala stampa esterna all'Ariston, non contano niente? Tentativo democratico fallito. L'opposizione fa il suo dovere.
Si potrebbe mandare giù un responsabile della Rai che poi riporta tutto alla sala stampa. No, uno della RAI no, figuriamoci, e uno del Comune nemmeno, poi magari non ce la racconta giusta. Allora spediamo in platea qualcuno delle agenzie di stampa. Ma poi, quel poveraccio, deve passare tutta la serata in teatro, ad aspettare che il Grillo esondi?
E se lo fa più volte? Tocca aspettare la fine della trasmissione. Troppo tardi per riferirne sui quotidiani.
Di biglietti, sui siti di secondary ticketing, per stasera non ce ne sono più (hai visto mai che a qualche giornalista venisse in mente di comprarselo - ipotesi improbabile, conoscendoli, ma...). Forse ricorrere a qualche bagarino? O forse si può assoldare uno spettatore disposto a collaborare. Forse si può corrompere una delle maschere dell'Ariston e munirla di telefonino. Il solito provocatore suggerisce di fregarsene: se Grillo parlerà e nessun giornale racconterà quello che ha detto, l'incursione avrà fatto flop.
Intanto ieri si è tenuta anche la riunione fra l'organizzazione del festival, il Prefetto e il Questore di Imperia. Non si può escludere - scrive l'Ansa - che nell'incontro si sia parlato, oltre che delle normali procedure di sicurezza, anche del piano da mettere in atto se arriva Grillo. Che intanto se la ride, a vedere quale scompiglio crei anche solo l'ipotesi della sua presenza.
Magari arriva e non dice niente. Magari si limita a sgranare gli occhi e a far inquadrare la sua faccia spiritata. Anche il non fare niente, qui dà un gran da fare.
GRILLO A ROMABeppe Grillo Festival-di-Sanremo-2011-Sala-Stampa-Ariston-Roof-.jpgSanremo-2013-Sala-Stampa-Roof-Ariston-in-allestimento-.jpgGIANCARLO LEONE E FABIO FAZIO
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