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Alberto Custodero per "la Repubblica"
«Non ho la faccia sfregiata neppure da un avviso di garanzia. à una vicenda personale, privata, da trattare in famiglia non certo in tv. Rispondo di ciò che ho fatto io, non di quello che fanno terze persone. Non accetterò mai di dovermi dimettere per uno scandalo che non c'è. Non ho nulla di cui vergognarmi di fronte alla coscienza, agli italiani e al codice penale». Gianfranco Fini, incalzato dalle domande di Santoro durante Servizio Pubblico in onda su La7, è tornato ieri sera sull'argomento della casa di Montecarlo donata ad An.
E poi affittata al fratello della sua compagna. In difficoltà , ma sereno, ha ascoltato il conduttore che gli ricordava la promessa, fatta l'estate di due anni fa (quando il Giornale
lanciò lo scandalo), di dimettersi se fosse emersa la prova dell'acquisto dell'appartamento monegasco da parte di Giancarlo Tulliani. E che gli anticipava il contenuto di un'inchiesta dell'Espresso (in edicola oggi), sui rapporti tra i fratelli Tulliani e Francesco Corallo, padrone del colosso delle slot Atlantis-Betplus, latitante da maggio in quanto coinvolto in una storia di corruzione.
«Gli scandali veri sono altri - ha replicato Fini - La denuncia in procura mi è stata fatta da avversari politici. Non ho preso denaro pubblico, non sono stato corrotto, nessuno può dire "mi hai fregato"». «Neanche gli iscritti An?», gli ha chiesto Santoro. «Tutt'al più si vedrà in sede civile», ha risposto Fini.
Una settimana fa l'Espresso aveva pubblicato dei fax - sequestrati nell'abitazione romana del latitante - che Corallo aveva spedito a James Walfenzao: una copia del passaporto di Giancarlo Tulliani, una copia di quello di Elisabetta e un modulo per l'apertura di un conto corrente a Saint Lucia intestato alla Jayden Holding. Walfenzao è sia fiduciario che figura come rappresentante legale della Printemps, la società di Saint Lucia che nel luglio 2008 acquistò da An l'appartamento di Montecarlo.
Sia rappresentante legale del trust a cui sono intestate le quote del gruppo Atlantis. L'Espresso oggi in edicola rivela un nuovo capitolo del giallo: un computer di proprietà di Corallo, sequestrato dalla guardia di finanza, contiene nuovi documenti che dimostrerebbero le relazioni d'affari del latitante coi familiari di Fini. Documenti la cui divulgazione spetta solo al proprietario del computer. Nessuno sa, però, se Corallo li renderà mai pubblici.
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