DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Monica Guerzoni per il Corriere della Sera – Estratti
Daniela Santanchè si è tenuta a distanza di sicurezza dalla Camera dei deputati, seguendo da lontano la discussione generale che aveva al centro il suo nome. E lo stesso (studiato) atteggiamento la ministra del Turismo terrà oggi, snobbando il voto sulla mozione di sfiducia e prendendo un treno che la porterà a Napoli per un forum sul turismo sostenibile. «Tranquillissima», pronta a scandire ancora il motto autodifensivo «male non fare paura non avere» e convinta, sempre più convinta che l’attenzione di «certi magistrati», l’assalto delle opposizioni e l’interesse mediatico nei suoi confronti non siano che il frutto avvelenato di un «accanimento» ad personam.
Così si è sfogata la senatrice di FdI con i colleghi e gli amici che l’hanno cercata al telefono, o via sms e WhatsApp, per esprimerle solidarietà. E che si sono sentiti rispondere con concetti come questi: «Vedono il male ovunque, non sanno più a cosa aggrapparsi.
Contro di me c’è poco o niente, in tv sono costretti a ripetere le stesse cose. E vedrete che presto arriveranno anche i risarcimenti». Querele passate e, se si riterrà ancora diffamata, querele future. Perché Santanchè, sospettata di aver truffato lo Stato con la cassa integrazione Covid, da una parte rinnova la fiducia nella magistratura e dall’altra è davvero convinta di essere stata «rivoltata come un calzino».
IGNAZIO LA RUSSA E DANIELA SANTANCHE
(...)
Accanimento è la parola che rimbalza nelle stanze del ministero del Turismo, dove l’imprenditrice è rimasta ieri fino a sera, una riunione via l’altra, tra cui l’incontro con i dirigenti di Airbnb per l’istituzione del «cin», il codice identificativo per gli affitti brevi. Cosa che la ministra giudica «molto importante».
Mentre lei, a sentire i collaboratori, macina dossier «come un rullo compressore», i «big» delle opposizioni fanno a pezzi la sua immagine politica e le rimproverano di aver invocato per anni, spesso in tandem con Giorgia Meloni, le dimissioni di ministri del campo avverso per questioni assai meno gravi. Un argomento che la ministra sarebbe solita smontare affermando di aver chiesto le dimissioni «solo per questioni politiche».
Parlando con i colleghi Santanchè respinge l’accusa di aver disatteso il dettato costituzionale che le impone «disciplina e onore». Perché le accuse, che lei ritiene false, sono «tutte antecedenti al giuramento da ministro e non hanno niente a che fare con la mia attività politica».
MATTEO SALVINI E DANIELA SANTANCHE
Della tempesta mediatica che l’ha investita le interessa «meno di zero», eppure l’ha sorpresa l’attenzione sul caso della villa in Versilia che fu di Alberoni e che sarebbe stata comprata e rivenduta a tempo di record dal compagno Dimitri Kunz e dalla moglie di Ignazio La Russa, con un guadagno di un milione. La ministra da giorni ci ride su: «Dal compromesso al rogito è passato un anno, non un’ora! Altra storia che si squaglierà come neve al sole. Capisco che faccio notizia, ma andiamo... C’è Gaza, c’è la guerra in Ucraina...».
Santanchè pensa che la sfiducia sarà bocciata e si prepara a vivere quella di oggi come «una giornata normale». Intanto perché «l’opposizione è divisa e Renzi la sfiducia a me non la vota» e poi perché «la battaglia del garantismo è la storia della destra». E per quanto il disagio si avverta anche dentro FdI, lei mostra di non crederci. «Nessuno mi ha chiesto di dimettermi e non lo faranno nemmeno se sarò rinviata a giudizio — è il leitmotiv —. Se andrò a processo, ma io non credo, farò una valutazione personale».
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