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1-LA CLINTON E' OUT, JOHN KERRY SARA' SEGRETARIO DI STATO
(AGI) Il presidente americano, Barack Obama, ha deciso di nominare John Kerry segretario di Stato. Lo riferiscono i media Usa, spiegando che per ragioni procedurali e legate all'emergenza per la strage in Connecticut la nomina sara' annunciata solo tra alcuni giorni. Kerry e' un senatore democratico del Massachusetts ed ex candidato alla Casa Bianca nel 2004, quando fu sconfitto da George W. Bush.
Le indiscrezioni su Kerry coincidono con l'annuncio del Dipartimento di Stato che il segretario di Stato Hillary Clinton, che nelle prossime settimane dovrebbe formalizzare le proprie dimissioni dall'incarico, si sta riprendendo da una commozione cerebrale dovuta a una caduta. Kerry era considerato il favorito per la guida della diplomazia Usa dopo il passo indietro dell'ambasciatore all'Onu, Susan Rice, per le polemiche sulle sue dichiarazioni sull'attacco di Bengasi dell'11 settembre in cui mori' l'ambasciatore Chris Stevens.
2-LA CLINTON SVIENE E BATTE LA TESTA MA NON Ã GRAVE
Alessandra Farkas per il Corriere della Sera
«Toccando ferro, non solo sto bene, ma ho una energia incredibile», ha dichiarato qualche giorno fa in un'intervista a Barbara Walters. Ma ieri, confermando voci che circolavano sul web, il portavoce del dipartimento di Stato Philippe Reines è stato costretto ad ammettere che «la settimana scorsa Hillary Clinton è svenuta, battendo la testa e riportando una commozione cerebrale».
Reines spiega che il presidente Obama è stato il primo a telefonarle per augurarle una pronta guarigione». Poi cerca di minimizzare: «Il malore è stato provocato dalla disidratazione indotta dal virus intestinale che nei giorni scorsi l'ha indotta ad annullare la visita in Marocco». E assicura che «Clinton si sta riprendendo e per tutta la prossima settimana lavorerà da casa, restando in contatto regolare con i vertici dell'amministrazione».
Questa volta i cospirazionisti nemici giurati dell'amministrazione Obama si sono guardati bene dal ricondurre l'emergenza sanitaria di Hillary alla testimonianza che il segretario di Stato avrebbe dovuto prestare giovedì al Congresso sull'attacco alla sede diplomatica di Bengasi in cui sono rimasti uccisi quattro americani, tra cui l'ambasciatore Chris Stevens. E non solo perché anche altri membri del suo staff sono a letto con l'influenza.
Al suo posto, a Capitol Hill, si presenteranno due funzionari del dipartimento di Stato: William Burns e Thomas Nides. E comunque la sua deposizione è solo stata rimandata, «a quando sarà completamente guarita». Resta il fatto che, oltre ad interrompere prematuramente la tornata finale del suo mandato di capo della diplomazia della prima potenza mondiale, l'incidente getta un'ombra sulla sua presunta corsa alla Casa Bianca del 2016.
Se nei recenti sondaggi continua ad apparire come «la candidata imbattibile», in privato Hillary è costretta a fare i conti con una salute fragile e cagionevole che tra quattro anni, ovvero alla soglia dei 70 anni, potrebbe impedirle di concretizzare il sogno suo e del 99% dei democratici americani: diventare la prima donna presidente d'America.
Basta riascoltare le sue interviste degli ultimi tempi per imbattersi in due frasi ricorrenti: «Sono stanchissima e non vedo l'ora di riposarmi», «Basta con la politica, voglio darmi alla vita privata». Gli ultimi quattro anni sono stati per lei massacranti. «Ha visitato 112 Paesi, viaggiando 2.084 ore e percorrendo 1,5 milioni di km in 401 giorni di trasferta», recita il sito ufficiale del dipartimento di Stato.
E' un primato da Guinness nella storia dei vertici della diplomazia Usa che ha finito per minare la sua già fragile costituzione. «Nel 1998 ebbi una gran paura per un embolo alla gamba: rischiai di morire», rivelò lei stessa in un'intervista concessa al New York Daily News alla vigilia del suo sessantesimo compleanno in cui confessò un debole per il junk food come il marito Bill: «Mangio troppe palatine fritte», spiegò.
Quando durante la sua tournée in India e Bangladesh del maggio scorso le foto di una Hillary stanca, ingrassata e senza trucco fecero il giro del mondo, lei rimise in riga i critici, attaccando «l'ossessione dei media per il mio look». «Non è una materia che meriti troppo tempo ed attenzione», dichiarò alla Cnn, affermando di essere «felice di aver raggiunto un punto nella mia vita in cui ci sono cose ben più importanti dell'apparenza».
Ma a dar retta a Edward Klein, autore del bestseller «The Truth About Hillary», il problema di Hillary non è solo estetico. «Se non si rimette in salute, e dubito fortemente che ci riesca, Hillary non potrà candidarsi alle presidenziali nel 2016», ha dichiarato l'ex giornalista del New York Times alla Fox News Radio, mettendo in piazza «l'annoso problema circolatorio» dell'ex first lady.
Nell'intervista, aspramente criticata dalle femministe, Klein ha discusso temi tabù quali il peso (eccessivo) di Hillary, le sue rughe e la stanchezza ormai cronica da stakanovista incallita. «E' arrivato il momento di gettare la spugna», ha dichiarato Hillary nell'intervista a Barbara Walters, «voglio leggere, scrivere, esprimermi e magari insegnare».
Ma i commentatori politici non ci credono e la sua candidatura oggi è data per «certa e inevitabile» persino dall'oracolo dei sondaggisti americani Nate Silver, che sul suo blog aveva predetto con esattezza matematica la vittoria di Obama a novembre.
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