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CHE SARÀ DI NOI? - SEI ITALIANI SU DIECI TEMONO PER IL FUTURO E PER LE PROPRIE FINANZE - GHISLERI: “SE IL 65.9% HA ANCORA PAURA DEL CONTAGIO, IL 61.2% SI DICHIARA PESSIMISTA PER LA PROPRIA SITUAZIONE FINANZIARIA. IL 52.2% DEGLI INTERVISTATI PREVEDE UN AUTUNNO CALDO CON UNA SITUAZIONE ECONOMICA GRAVE CON CRISI OCCUPAZIONALI E UN AUMENTO DI INATTIVI. SOLO IL 4.1% SI SENTE IN PIENA RIPRESA…”
Coronavirus, l'Italia dei nuovi poveri
Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
Nell'erapre-Covid 19, che ormai sembra lontana più di un secolo nei nostri ricordi, aveva preso piede dalle parti del Governo l'affermazione " salvo intese", proprio per rimarcare le difficoltà a trovare la quadra nella maggioranza. Oggi più che mai l'avverbio "definitivamente" ha perso sostanza e significato lasciando spazio all'incertezza come filo conduttore della vita di ciascuno da Nord a Sud e in tutti gli "angoli" del mondo. Il virus ci ha posto tutti di fronte alle nostre vulnerabilità e il "potrebbe essere" è diventato il nuovo leitmotiv.
Oggi, secondo l'ultima indagine Euromedia Research, il 62.5% degli italiani ha paura in generale per il proprio futuro, ma soprattutto per il proprio benessere. Una preoccupazione profonda che traccia un legame stretto tra la salute e la propria situazione economica. Infatti se il 65.9% ha ancora paura del contagio, il 61.2% si dichiara pessimista per la propria situazione finanziaria.
Coronavirus, l'Italia dei nuovi poveri
Del resto i messaggi che arrivano sia in ambito sanitario sia economico sono spesso in contraddizione. E il credito inizia a scarseggiare. In questo contesto è interessante segnalare, ad esempio, che anche l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccoglie una scarsa fiducia nell'opinione pubblica nazionale. Infatti solo il 38.3% la indica come un punto di riferimento in materia, mentre il 54.2% si dichiara più diffidente. Il dato curioso è la lettura politica del risultato in quanto gli elettori dei partiti di Governo rimangono tra i maggiori sostenitori.
Al momento è come se fossimo sospesi in un limbo in cui l'indecisione e la mancanza di indicazioni sono le uniche certezze. Se riflettiamo sull'etimologia della parola "crisi" -dal greco "krisis"- scopriamo che indica "scelta" e "decisione". Per Antonio Gramsci la crisi è quel momento in cui il vecchio muore ed il nuovo stenta a nascere, tuttavia agli occhi dei cittadini appare ancora lontana l'opportunità per una miglioramento ed una rinascita in atto o almeno in pianificazione.
Il 52.2% degli intervistati prevede un autunno caldo con una situazione economica grave con crisi occupazionali e un aumento di inattivi. Solo il 4.1% si sente in piena ripresa, mentre il 36.6% percepisce una lento rilancio con ancora la necessità di sfoltire un po' di problemi. A conferma di questo anche sui consumi, in questa nuova fase estiva, prevale un certo pessimismo di quasi un italiano su due contro il 38.4% che considera positiva la riapertura. Insieme siamo riusciti a superare la fase del lockdown, tutti in casa, sicuramente spinti dalla paura del contagio, ma uniti nella speranza di superare questa inedita esperienza.
Oggi, di fronte a questa situazione così difficile dove da una parte si fatica ancora a vedere una chiusura sanitaria definitiva alla questione Covid-19 e dall'altra si presenta una complicata gestione dell'emergenza economica che si prospetta disastrosa in autunno, si apre il tema proprio sulle decisioni e sull'unità di intenti. I problemi vengono giudicati non ancora risolti, ma solo rimandati per una serie di fattori e l'arrivo di una parentesi elettorale importante non è sicuramente d'aiuto. Il sospetto è che lo stallo politico si possa trasformare in un laboratorio che condiziona le attività di pianificazione delle diverse aree del Governo.
I cittadini hanno le idee più chiare e hanno indicato alcuni principali fattori per rendere il nostro Paese maggiormente attrattivo per gli investimenti. Sul podio troviamo una burocrazia più solidale (28.7%), un'azione nuova sul fisco (24.2%), una maggiore intesa politica per assicurare una maggiore stabilità del Paese (13.5%).
Tuttavia ciò che dovrebbe tornare ad avere un nuovo vero valore agli occhi dei cittadini è la Responsabilità. Il valore della fedeltà ad un impegno preso o ad un atteggiamento da perseguire rimane oggi una delle tante promesse mai mantenute. L'impressione generale è che ancora una volta la politica stia perdendo l'occasione per far ricredere la gente sul suo ruolo.
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