DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Franco Giubilei per la Stampa
Quando David Sassoli arriva sul palco della Festa nazionale dell' Unità per essere intervistato dal direttore della Stampa Massimo Giannini, nel tendone dei dibattiti è ancora sospesa la possibile candidatura del presidente del Parlamento europeo a sindaco di Roma, che Andrea Orlando ha appena finito di appoggiare con entusiasmo nel dibattito precedente.
E infatti, davanti a circa 300 militanti rigorosamente distanziati e in mascherina, la prima domanda di Giannini riguarda proprio Sassoli candidato Dem alla guida della Capitale (caldo applauso del pubblico), ma la risposta di Sassoli è un no, cortese ma fermo: «Non voglio inseguire gli umori, ringrazio per l' affetto ma posso dire che il Pd e il parlamento europeo hanno un presidente la cui opera è appena cominciata e che sarebbe impensabile si interrompesse.
Sarebbe una sconfitta, non si lascia a metà un lavoro appena cominciato. In più c' è il rispetto per le istituzioni: dall' Europa non si scende come se fosse un autobus, sarebbe irresponsabile».
Poi il dialogo si sposta sul terreno europeo. Sassoli, sul voto che incombe, avvisa: "Regionali, se vince la destra rischia anche la Ue". Poi ricorda che «nell' ultimo anno c' è stato un cambio di fasi anche nello sguardo che i cittadini rivolgono all' Europa, non solo perché arriveranno tanti soldi, ma perché senza l' Europa saremmo tutti più deboli:
sappiamo bene che non possiamo affrontare da soli tutto quello che ci aspetta, una crisi difficilissima che dovremo contrastare insieme». In questo senso i cambiamenti sono stati importanti, se si pensa che «l' allentamento del patto di stabilità lo aspettavamo da tanto tempo, e poi il fatto di ragionare su piani di rilancio su medio termine, con la possibilità per accompagnare i paesi più colpiti, cosa che sarebbe stata impossibile pochi mesi prima».
Sullo sfondo, la pandemia e, sottolinea Giannini, la tendenza delle forze di destra, all' estero e anche in Italia, a intestarsi la battaglia del negazionismo o quantomeno del riduzionismo: «Mi preoccupa moltissimo - dice il presidente del parlamento europeo -, perché se fallissimo questo umore, questa pancia, crescerebbe, ma noi possiamo farla dimagrire quella pancia se i risultati arriveranno e se gli strumenti non resteranno immaginati; tocca ai Paesi ratificare alcuni dei provvedimenti che le istituzioni europee hanno messo in campo, e lo devono fare i parlamenti nazionali».
Lo strumento, spiega Sassoli, è il Recovery Fund e i suoi 209 miliardi destinati all' Italia, che però hanno un punto di partenza: «L' aumento di quella soglia di trasferimenti di quote di imposte che negli anni Settanta le nazioni decisero di trasferire all' Europa per finanziarla. C' è bisogno di emettere bond comuni per fare debito comune, non com' è successo con la Grecia, questo è il cambiamento di passo. Ma i parlamenti del Paesi Ue devono ratificarlo, perché se ci fosse un lockdown politico che si aggiunge al lockdown sanitario questo processo si bloccherebbe. Noi abbiamo bisogno che i parlamenti nazionali si sbrighino. Avere uno sguardo concreto al futuro del nostro paese non me l' aspetto dalla destra sovranista, ma dagli altri sì».
Quanto alla percezione attuale dell' Italia da parte dei nostri partner europei, anche alla luce dell' ostilità dei quattro Stati frugali, secondo Sassoli la fiducia è cresciuta ed è testimoniata dal «risultato del 23 luglio, votato all' unanimità anche da quelli che facevano la voce grossa e che hanno optato per questa risposta comune, il ché dice che via via che passavano le settimane tutti si accorgevano della profondità della crisi del Covid in casa loro.
Il Belgio ha avuto proporzioni superiori a quelle dell' Italia, l' Olanda non aveva più posti in terapia intensiva. Dividersi è pericolosissimo in questo momento, ci sono le speculazioni, puoi essere comprato, tutto questo ha contribuito al risultato del 23 luglio». Senza dimenticare ciò che accade ai confini dell' Unione, dal Baltico alla Turchia, né le pressioni dall' estero: «Perché tutti vogliono dividerci».
DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN
SASSOLI
Da ansa.it
"Ringrazio chi ha pensato al mio nome, ma ho iniziato un anno fa una importante battaglia per cambiare l'Europa e per renderla più forte, un lavoro che è appena agli inizi e che è impensabile venga interrotto adesso.
Inoltre non sarebbe una scelta rispettosa dell'istituzione che rappresento". Così il presidente del Parlamento europeo David Sassoli in relazione alle voci che lo vedrebbero candidato del Pd a Sindaco di Roma, in un colloquio pubblicato da Immagina.
DAVID SASSOLI ANGELA MERKELGRETA THUNBERG DAVID SASSOLImike pompeo david sassoliPAOLO GENTILONI DAVID SASSOLIursula von der leyen con david sassoli e la nuova commissione ueSERGIO MATTARELLA DAVID SASSOLI david sassoliDAVID SASSOLI SERGIO MATTARELLAdavid sassoli ursula von der leyen 1DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYENdavid sassoli 2enrico letta sassolisassoli
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