taxi protesta a roma tassisti

SBANDAMENTO LENTO - I TASSISTI ROMANI CONTINUANO LO SCIOPERO SELVAGGIO, NELLE ALTRE CITTÀ LA SITUAZIONE MIGLIORA - PROTESTANO CONTRO UBER, MA IN REALTÀ NEL MIRINO SONO GLI 80MILA NCC, CHE PRENDONO LE LICENZE NEI PAESINI E POI VENGONO IN CITTÀ A FARE CONCORRENZA, PRATICANDO LE TARIFFE CHE VOGLIONO - E POI C’È IL PROBLEMA DEL VALORE GONFIATO DELLE LICENZE…

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1. TAXI, A ROMA ANCORA PROTESTE MA NELLE ALTRE CITTÀ POCHI DISAGI

Da http://www.tgcom24.mediaset.it/

 

Prosegue la protesta dei tassisti nelle maggiori città italiane, ma lo sciopero non sta creando particolari disagi tranne che a Roma. A Milano, Torino, Firenze e Napoli non si sono verificati blocchi né l'utenza ha riscontrato problemi nel trovare auto bianche disponibili. Nella Capitale, invece, vengono garantiti solo i servizi d'urgenza.

 

taxi  protesta a roma tassistitaxi protesta a roma tassisti

A Roma prosegue la protesta spontanea dei tassisti, con diverse assemblee in alcuni dei posteggi principali della città. I tassisti sono presenti ma non prendono le corse, "garantendo solo - spiega uno di loro da piazza dei Navigatori - i servizi in urgenza, come corse per ospedali, da medici o per persone disabili e anziane".

 

Interpellato sulla situazione nella Capitale, il sindacalista Nicola Di Giacobbe della Unica Cgil di Roma spiega: "Il ministro Delrio ha convocato i rappresentanti di categoria per martedì. Nelle assemblee noi stiamo cercando di spiegare questo ai colleghi che sono disorientati, per invitarli a riprendere il servizio. Poi, in base agli impegni concreti che il ministro prenderà martedì, decideremo il da farsi. Chi ha interesse a creare il caos non siamo noi ma le multinazionali".

 

A Milano si sono riunite assemblee spontanee di tassisti davanti alla Stazione Centrale e agli aeroporti di Milano e Malpensa. Lo sciopero non sta però provocando particolari disagi. I passeggeri si riversano sui mezzi pubblici, più affollati del solito.

 

tassisti romani protestano sotto al senatotassisti romani protestano sotto al senato

A Torino il servizio è ripreso regolarmente dalle 17 di giovedì, e ora i taxi circolano normalmente. Nessun disagio dunque alle stazioni ferroviarie e all'aeroporto di Caselle Torinese. La protesta dei tassisti torinesi, però, non si ferma: lunedì è prevista l'assemblea della categoria in un teatro torinese. Ed è molto probabile che una delegazione di tassisti vada a Roma, il 21 febbraio, giorno della convocazione al ministero dei Trasporti.

 

A Firenze il servizio è tornato regolare, salvo qualche astensione dal lavoro individuale. Non si registrano, al momento, particolari difficoltà nel trovare auto bianche a disposizione nel capoluogo toscano. Dall'incontro tenutosi giovedì è emersa la volontà di rinviare ogni forma di protesta a dopo l'incontro nazionale con il ministero dei trasporti, in programma martedì a Roma.

 

A Napoli i tassisti sono in stato di agitazione ma garantiscono i servizi, pur essendo pronti a cambiare strategia e a fermarsi se dall'incontro previsto martedì non arriveranno notizie positive.

taxi protesta a roma tassistitaxi protesta a roma tassisti

 

 

2. UN MERCATO MAL REGOLATO DA DUE MILIARDI

Paolo Baroni per la Stampa

 

È una torta che vale almeno 2 miliardi di euro. Da una parte ci sono i 40 mila tassisti italiani, superorganizzati, e agguerritissimi, pronti a difendere con le unghie ed i denti il loro mercato, il valore delle loro licenze pagate magari a peso d' oro e oggi fortemente svalutate. E dall' altro ci sono 80 mila titolari di licenze Ncc, le auto nere che si noleggiano col conducente, che reclamano spazio, chiedono a loro volta di poter lavorare senza vincoli di concorrenza che ormai appaiono antistorici.

 

uber contro taxiuber contro taxi

Quella stessa concorrenza che secondo i tassisti tradizionali gli Ncc violerebbero praticando tariffe stracciate e operando fuori dalle zone di competenza. Da una parte c' è una lobby molto forte, guidata da veri e propri capipopolo, che in questi anni è riuscita a condizionare fortemente la politica, e dall' altra c' è una miriade di autisti in proprio che facendo leva sulla forza delle nuove tecnologie, una app come «Uber» ma non solo, cerca di farsi largo.

 

Un lungo braccio di ferro

Storia non nuova, visto che questo è uno scontro che va avanti almeno da tre-quattro anni inanellando proteste eclatanti, pronunce ripetute dell' Antitrust e dell' Autorità dei trasporti, sentenze dei tribunali (quello di Milano che nel 2015 ha vietato sia la versione «Pop» di Uber che quella «Black»), tentativi di regolare la materia da parte della politica ed improvvisi dietro-front. Le stesse norme che oggi vengono contestate erano previste all' intervento del Ddl concorrenza, poi un anno fa sono state stralciate e trasferite in una apposita legge delega che però è rimasta ferma in Senato. Dimenticata.

 

TAXITAXI

Il famigerato articolo 29 comma 1-quater della legge del 2008 introduceva una serie di obblighi anticoncorrenziali a carico degli Ncc. Era la risposta che la politica dava alle pressanti richieste elettorali dei tassisti. Se non che, appena varato, è stato subito sospeso e da allora si è passati da una proroga all' altra in attesa della definizione di una nuova legge che avrebbe dovuto mettere ordine a tutto il cosiddetto «trasporto pubblico non di linea».

 

La legge base risale infatti al 1992, quando Internet nemmeno esisteva, la modifica successiva è invece del 2008, ovvero due anni prima che a San Francisco inventassero «Uber» consentendo a tutti i passeggeri di contattare direttamente via smartphone gli autisti.

 

UBER AUTO CHE SI GUIDA DA SOLAUBER AUTO CHE SI GUIDA DA SOLA

In ritardo con cui l' Italia affronta la materia è evidente. Del resto, nonostante i molti proclami, il Parlamento in questi anni non è nemmeno riuscito a varare una legge quadro per regolamentare la sharing economy ed ora i risultati sono sotto gli occhi di tutti. «Io sono tendenzialmente a favore di Uber - spiega Paolo Beria del Traspol, il laboratorio di politica dei trasporti del Politecnico di Milano -. Però credo che in questa vicenda le ragioni stiano un po' da entrambe le parti.

 

Perché se vedo gli ultimi numeri di Uber, che denuncia perdite per oltre 2 miliardi di euro, il dubbio che tengano artificialmente bassi i prezzi c' è e quindi ci sta che i tassisti si arrabbino per questo. Quanto ai vincoli imposti a suo tempo agli Ncc, nella forma probabilmente hanno ragione i tassisti ma nella sostanza queste norme non c' entrano niente con Uber e vengono solo usate in maniera strumentale per fermare la concorrenza».

 

Due mercati contigui

beyonce guida il taxibeyonce guida il taxi

Il mercato degli Ncc è abbastanza diverso da quello dei tassì. In pratica sono mercati contigui ma non coincidenti: il tassista, infatti, è obbligato ad accettare ogni cliente e a condurlo dove vuole, i noleggiatori possono anche rifiutarsi di farlo. I primi hanno tariffe imposte, mentre i secondi fissano liberamente i loro prezzi. Spesso stracciati, sostengono i tassisti, in virtù del fatto che a loro sono imposti obblighi fiscali e di sicurezza molto meno stringenti dei loro concorrenti.

 

Il peso dei costi

taxi contro uber manifestazioni e scioperi a parigi  9taxi contro uber manifestazioni e scioperi a parigi 9

«Noi stiamo parlano di "Uber contro i tassisti" quando invece è un gioco a tre - sostiene Beria -.Ci sono i tassisti, che oggi sono l' anello debole della situazione; c' è la cooperativa, coi vincoli e le esclusive che impone agli associati; e c' è Uber. Se il tassista è insoddisfatto forse più che con Uber dovrebbe prendersela con la sua cooperativa che gestisce la piattaforma di prenotazione».

 

E che in molti casi, come segnala l' Antitrust, non solo vieta ai propri associati di utilizzare piattaforme alternative per attirare nuovi clienti, ma impone pure oneri molto gravosi, in media 3 mila euro l' anno, per fornirgli i servizi di radiotaxi che il mercato e le nuove tecnologie oggi rendono molto meno inefficienti di un tempo.

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Twitter @paoloxbaroni

 

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