DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Antonio di Costanzo per “la Repubblica”
Una nomina che fa discutere. È quella di Gianpaolo Scafarto, maggiore dei carabinieri che ha indagato sul caso Consip, finito sotto inchiesta a Roma per falso e rivelazione del segreto d' ufficio e depistaggio.
Da sabato è assessore alla Legalità nel Comune di Castellammare di stabia (Napoli), in una giunta guidata da un sindaco di Forza Italia.
Incarico accolto con reazioni polemiche dall' ex premier Matteo Renzi e dal Pd, ma anche dal centrodestra. "Un centrodestra che nomina Scafarto assessore non è il mio" scrive su twitter Guido Crosetto coordinatore di Fratelli d' Italia, ritwittato da Renzi.
Scafarto, lei è ancora in servizio nei carabinieri, ma ora è anche assessore alla Legalità a Castellammare, nonostante sia indagato dalla Procura di Roma, le sembra opportuno?
«Non sono né imputato né condannato, diversamente avrei fatto altre valutazioni, ma so di essere innocente.
Nella mia decisione di accettare l' incarico ha pesato, inoltre, il provvedimento del Riesame, confermato dalla Cassazione, che dice che nella mia condotta non c' è dolo e parla di errore involontario».
Non era il caso di chiedere un' aspettativa dall' Arma?
«Ho licenze e ferie arretrate. Voglio prima capire quanto impegno richiedono le deleghe che mi sono state attribuite, poi deciderò se mettermi in aspettativa».
Commentando la sua nomina, Matteo Renzi ha detto che "a pensar male si fa peccato"
«Avrei commesso dei reati gravissimi per fare l' assessore a Castellammare? Le sembra possibile?».
Magari è solo l' inizio per una carriera politica.
«Non ho velleità politiche e non ho mai portato avanti un' indagine per scopi politici. Da tempo dico a chi ci amministra di approfittare della mia esperienza. L' avrei messa a disposizione della città gratuitamente».
Ha scelto però un sindaco di Forza Italia.
«Non c' entro nulla con la politica, avrei accettato anche se l' incarico me lo avesse dato un altro sindaco».
Anche del Pd?
«Sì, anche se dubito che il Pd avrebbe fatto questa scelta. Credo che non ci sia cosa più bella nella vita che servire il proprio Paese e la propria comunità e se riesco a farlo nella mia città ne sono estremamente appagato e soddisfatto, ma resto un carabinieri con 23 anni di servizio».
La sua decisione, però, rischia di gettare nuovi dubbi sull' inchiesta Consip.
«Ma no, parliamo di un piccolo comune. Davvero mi pare un' attenzione eccessiva.
Se si legge l' ordinanza del Riesame ho commesso solo degli errori e, trattandosi di una informativa complessa scritta in 19 giorni, forse ne ho fatti anche pochi».
Per questi "errori" ha pensato di chiedere scusa alla famiglia Renzi?
«L' ho messo anche a verbale nel primo interrogatorio. Mi sono scusato non solo con i Renzi, ma con tutti quelli che involontariamente posso aver tirato in ballo nell' inchiesta».
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