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Oriana Liso per "la Repubblica"
Come il Far West, come Scampia. Serve un intervento immediato per salvaguardare l'incolumità di chi cammina per le strade di Milano. Se la preoccupazione per il duplice omicidio di lunedì sera e per la sparatoria di ieri pomeriggio è di tutti - tanto che oggi si riunirà il Comitato per la sicurezza in Prefettura - è il centrodestra ad avventarsi sulla morte certo preoccupante, per strada, di Massimiliano Spelta e Carolina Ortiz Payano.
«Milano è violenta, invivibile, pericolosa per i suoi cittadini, Pisapia ha fallito, bisogna far tornare i militari e prendere misure di emergenza », è la traccia su cui si muovono quasi all'unisono Pdl e Lega. Meno di un mese fa i dati diffusi dal ministero dell'Interno sull'andamento della criminalità in Italia avevano messo Milano in cima alla classifica, con 7.360 reati commessi ogni 100mila abitanti: un totale di delitti, considerando quelli di ogni genere, pari a 294.875 nel corso di tutto il 2011.
E quelli più recenti, elaborati dalla Questura milanese mettendo a confronto i numeri del primo quadrimestre 2012 con lo stesso periodo del 2011, evidenziano un aumento del 20 per cento dei reati predatori - quelli, generalmente legati alla crisi: rapine, furti in appartamento, reati sessuali - ma nel complesso una lieve flessione del totale e, in particolare, un netto calo degli omicidi rispetto a quando nelle vie c'erano i militari.
E quindi, è il delicato terreno su cui ci si muove ora, c'è emergenza sicurezza o no? Da Gerusalemme, dove è in missione fino a domani, il sindaco Giuliano Pisapia ripete, nel corso della giornata, che l'esecuzione di via Muratori «è un episodio gravissimo che non può più ripetersi», ma assicura anche che «l'amministrazione è impegnata sulla sicurezza» sottolineando come il problema sia nel livello di «criminalità organizzata» e di presenza delle istituzioni.
Criminalità che, quindi, richiede un grado e un tipo di intervento diversi da quello messo in atto dal governo Berlusconi, con i militari e le ronde sparsi per la città , ma senza avere né la formazione per gli interventi in zone di pace, né l'autorizzazione a fare arresti. Non importa. «Tornino le ronde cancellate da Pisapia, questa giunta va commissariata», ripetono i leghisti, annunciando una raccolta firme. Milano, del resto, è la città dove qualche anno fa Letizia Moratti, sindaco di centrodestra, organizzò una fiaccolata per chiedere più polizia e più carabinieri al governo, in quel momento di centrosinistra.
Oggi, cinque anni dopo, il centrodestra finito dopo due decenni all'opposizione, scarica tutta la responsabilità sulla giunta «che perde tempo con i registri delle coppie di fatto, mentre in città si cammina tra le pistolettate», tuonano i rappresentanti locali del Pdl.
Ma il tema, di sicuro, tocca la carne viva di tutti i partiti, in modo trasversale: e così il Pd - primo partito della maggioranza - si barcamena in dichiarazioni che, da una parte, respingono l'idea del ritorno dei militari, ma dall'altra rilanciano sul governo la palla dei tagli alla sicurezza che hanno ridotto il numero di uomini sul territorio. Nelle urla contrapposte, cerca spazio la voce del cardinale Angelo Scola: «Milano ha bisogno di una maggiore amicizia sociale, ma sono ottimista sul futuro».
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