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Giovanni Pons per “la Repubblica”
andrea guerra matteo renzi leopolda
Si avvicina il momento dell’avvicendamento ai vertici della Cassa Depositi e Prestiti. Ieri mattina un incontro tra il premier Matteo Renzi e il presidente di Cdp Franco Bassanini sembra abbia chiarito la volontà di procedere velocemente a un ricambio per piazzare le persone più adatte ad accelerare l’operatività della Cassa.
E le persone giuste negli intendimenti del governo sono rappresentate da Claudio Costamagna per la presidenza e Fabio Gallia per il ruolo di ad. In sostanza un ex banchiere della Goldman Sachs e oggi presidente di Impregilo e un banchiere a tutti gli effetti oggi alla guida della Bnl del gruppo Paribas.
Renzi ha conosciuto Costamagna solo pochi mesi fa, la prima conversazione di un certo rilievo è avvenuta durante il viaggio del premier in Australia, quando sbarcò accompagnato da Andrea Guerra che di lì a poco sarebbe stato nominato suo consulente personale per le vicende economiche.
Era gennaio e verso la fine del mese il governo diede alla luce il decreto che obbliga le banche popolari a trasformarsi in spa. Alle linee guida di quel testo contribuirono sia Guerra che Costamagna i quali si conoscono da tanto tempo avendo convissuto in Luxottica, il primo come amministratore delegato, il secondo come consigliere a capo del comitato retribuzioni.
Le nomine dei due nuovi banchieri dovranno però passare attraverso un cambio di statuto poichè Gallia è stato recentemente raggiunto da un rinvio a giudizio per un’inchiesta di Trani. Dunque è possibile che già oggi vi siano le dimissioni dei rappresentanti del Tesoro dal cda della Cdp e a stretto giro un’assemblea che nomini il nuovo consiglio e approvi alcuni cambiamenti allo statuto.
Tutto questo sempre che le Fondazioni, guidate dal presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, non si mettano di traverso. In virtù del loro 18,4% a loro spetta la nomina di tre consiglieri tra cui il presidente, e dunque sia per nominare Costamagna sia per cambiare lo statuto è necessario il consenso degli enti rappresentati da Guzzetti.
Se tutto procederà secondo i piani di Renzi e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a breve ci sarà una nuova squadra alla guida di Cdp e insieme si dovrebbe definire un nuovo piano strategico. Renzi, da quel poco che si è potuto apprendere, vuole accelerare l’operatività della Cassa, dargli più dinamismo rispetto alla sua funzione tradizionale che la vede investire prudenzialmente i soldi raccolti presso gli sportelli delle Poste.
ferdinando brachetti peretti fabio gallia domenico arcuri
E Padoan ieri si è limitato ad affermare che «la Cdp è uno strumento importantissimo che ha a sua volta svariati strumenti, che possono essere parte di quella strategia che sta alla base del piano Juncker: ci sono ruoli aggiuntivi, addizionali della mano pubblica per colmare quella non piena presa di rischio dei privati, che potrebbe essere utile per stimolare investimenti privati. Stiamo ragionando su come rafforzare questo principio».
Non sembra però che Renzi e Padoan vogliano trasformare la cassa in una nuova Iri, andando a salvare le imprese in crisi. Il principio statutario che vieta di investire in società che non abbiano alle spalle almeno due esercizi in utile dovrebbe infatti essere mantenuto. Ma ciò non escluderebbe un intervento diretto della Cdp in Telecom su cui il governo puntava molto per sviluppare insieme il Piano per la banda ultra larga. Un dialogo che potrebbe riprendere presto.
Franco Bassanini Massimo Mucchetti
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