DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA DI IERI SERA:
DALL' AUSTERITY ALLA MONETA UNICA DUELLO (AL VELENO) MONTI-BORGHI
Pierpaolo Lio per “il Corriere della Sera”
Il professore bocconiano super europeista, ex premier e oggi senatore a vita, contro l' ideologo leghista che sogna l' addio alla moneta unica. Mario Monti e Claudio Borghi, uno di fianco all' altro, sul palco di «Una serata per l' Europa» all' Istituto Leone XIII di Milano, si confrontano sul futuro del vecchio continente a due mesi dalle elezioni europee. Con loro ci sono anche Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, l' eurodeputato forzista Massimiliano Salini e la collega del Pd Patrizia Toia. Ma il confronto è tra i due «professori» agli antipodi. In passato le schermaglie tra loro non sono mancate: sull' economia, in generale, e sul tema delle banche, in particolare. E anche ieri, davanti a studenti e cittadini, le due visioni si sono scontrate.
Il primo ad attaccare è il presidente leghista della commissione Bilancio della Camera. Nel suo excursus sugli errori europei degli ultimi venti anni, «dopo la Comunità europea», Borghi arriva al 2011 e al governo guidato dall' attuale senatore a vita.
«Quando Monti ha preso il potere - dice, scatenando un sorriso sul volto dell' ex premier - ha distrutto la domanda interna, con dodici trimestri consecutivi di recessione». «Ma l' Europa dell' austerità non porterà mai a risultati: dopo i sacrifici non ci sarà ricompensa». E quindi propone la sua alternativa: «Adottare lo schema giapponese e cioè dotarsi di una banca centrale che finanzia interventi pubblici, un modello che in Europa non credo porti rischi inflazionistici».
La prima risposta del senatore Monti, a sorpresa, è l' ammissione di un punto di contatto con l' ideologo No Euro: «Devo dire che anche a me è sempre piaciuto di più il concetto di comunità, piuttosto che di unione». Eppure, sottolinea, è proprio alla Cee che si devono alcune «ingerenze» denunciate dai sovranisti: dai controlli sugli aiuti di Stato alle vituperate direttive. È solo una pausa nello scambio dialettico. L' ex premier elenca i titoli delle pubblicazioni anti-moneta unica del Borghi «selvaggio - scherza -, prima dell' esperienza nella maggioranza di governo» e quindi conclude: «Le scelte del popolo italiano di mandare in posizione di governo persone con questi curricula è costato molto in termini di spread».
Il duello tiene banco, raccoglie applausi dalla platea per entrambi i contendenti, e in un certo senso raccoglie l' invito di Patrizia Toia . L' europarlamentare del Pd invoca «il bisogno di recuperare un po' di amore per l' Europa» e di proseguire nella strada dell' integrazione tra Stati. E mentre Salini spera in un ritorno alla formula delle origini, alla visione di De Gasperi-Adenauer-Schuman, in vista della campagna elettorale Della Vedova ricorda alla platea i rischi economici che stanno correndo gli inglesi con la Brexit e lancia l' allarme: «In Italia troppo spesso l' Unione europea è usata come capro espiatorio, è un po' come buttare la palla in tribuna; evitiamo di continuare».
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