SCHAEUBLE SPEZZA LE RENI ALLA GRECIA: SUBITO I TAGLI LACRIME E SANGUE - RESPINTA DAL MINISTRO DELLE FINANZE TEDESCO LA RICHIESTA DI SAMARAS DI AVERE “PIU’ TEMPO PER LE RIFORME STRUTTURALI” - “AIUTINO” DA HOLLANDE: “È NECESSARIO GARANTIRE CHE QUELLO DEL GOVERNO GRECO SIA UN PIANO SOSTENIBILE PER LA POPOLAZIONE” - JUNCKER FA IL DURO: “ULTIMA CHANCE PER LA GRECIA…”

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Luigi Grassia per La Stampa

Hollande nell'incontrare ieri a Parigi il premier greco Samaras ha ripetuto le frasi rituali - cioè che Atene non deve uscire dall'euro ma deve rispettare gli impegni di risanamento - però il presidente francese ha espresso almeno un concetto che lo distanzia dalla rigorosa cancelliera tedesca Merkel: sui nuovi aiuti alla Grecia «la cosa migliore sarà prendere una decisione il più presto possibile, ovvero dopo il rapporto che verrà presentato dalla troika (Ue, Bce e Fmi) in occasione del Consiglio europeo del prossimo ottobre».

In senso letterale quest'affermazione non è molto diversa da quel che dice la Merkel, eppure la differenza di accento fra Hollande e la Merkel c'è, perché la Merkel non mostra fretta per una decisione che non la entusiasma mentre il presidente francese dà l'impressione di voler stringere i tempi e di strigliare i partner europei all'azione, a cominciare dalla partner tedesca. Sono sfumature, ma importanti.

Però ieri sera il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, gelava le speranze della Grecia di ottenere, come chiesto dal premier Samaras, più tempo per attuare le riforme strutturali: «Allungare i tempi significherebbe molto presto un nuovo programma di aiuti - ammonisce Schaeuble -. Non è il modo per risolvere la crisi del debito».

Hollande ha parlato a Parigi subito dopo aver incontrato il greco Samaras, che in questi giorni si trova quasi a elemosinare, in Germania e in Francia, un po' di respiro sui tempi dei sacrifici. E anche su questo punto Samaras ha trovato più comprensione all'Eliseo che a Berlino, per quanto Hollande sia stato attento a non distanziarsi apertamente dalla linea concordata con Berlino.

Anche il presidente francese ha detto che il governo di Atene deve dimostrare la credibilità del suo impegno al risanamento di bilancio: «La Grecia è nella zona euro e deve rimanerci ha detto Hollande -. Il problema di una possibile uscita della Grecia dalla zona euro non si pone. Ma Atene deve ancora dimostrare la credibilità del programma e l'impegno dei suoi dirigenti». Rispetto però ad Angela Merkel, che a Samaras aveva detto praticamente le stesse cose e si era fermata lì, Hollande ha tenuto ad aggiungere che è necessario «garantire che quello del governo greco sia un piano sostenibile per la popolazione».

Pieno di buoni propositi il discorso del greco Samaras. «Noi raggiungeremo i nostri obiettivi e rispetteremo gli impegni presi per la riduzione del deficit. Realizzeremo i cambiamenti strutturali avviati, dalle privatizzazioni alla giustizia». Ma il premier ha ricordato anche la necessità di «ridare speranza, perché senza speranza perdiamo la coesione sociale. E l'obiettivo di mantenere la coesione sociale non sarà facile da raggiungere», ha insistito Samaras.

Venerdì a Berlino il premier greco nell'incontro con Angela Merkel aveva detto «noi non chiediamo altri soldi ma il tempo di respirare», cioè una proroga di due anni per gli obbiettivi di riduzione del debito fissati dal programma europeo di aiuti, alla luce di una recessione infinita.

Giovedì Samaras aveva incontrato il presidente dell'Eurogruppo (cioè dei Paesi dell'Ue che hanno adottato l'euro) Jean-Claude Juncker, che aveva detto di sostenere la permanenza di Atene nella moneta comune ma solo a patto che la Grecia intensifichi gli sforzi: «Questa è l'ultima chance della Grecia» aveva insistito Juncker. E per il 4 settembre è previsto l'incontro di Samaras col presidente del Consiglio italiano Monti.

 

 

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