DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Francesco Semprini per "La Stampa"
Larry Randall Brock è l'uomo immortalato all'interno del Senato con elmetto e giubbetto tattico verde militari durante l'occupazione di Capitol Hill da parte dei sostenitori di Trump. La sua foto ha fatto il giro d'America (e del mondo) finendo sotto l'occhio vigile della ex moglie che, forse mossa da desiderio di vendetta, non ha esitato a contattare il Fbi denunciandolo. Risultato: Brock è stato arrestato in Texas e incriminato per violazione di proprietà demaniale e condotta violenta.
L'aspetto rilevante è che l'uomo faceva parte sino a poco tempo fa della riserva della Aeronautica, è insomma un ex militare. Come Joshua Macias, 42 anni della Virginia, con trascorsi in Marina e fondatore dei "Vets for Trump" o Emily Rainey ex ufficiale dell'Esercito di stanza a Fort Bragg, la base della 82 esima divisione paracadutisti in Carolina del Nord. O Ashli Babbitt, 14 anni di Air Force e quattro missioni di lungo periodo in zone di guerra, uccisa da un agente del Capitol.
Tutti presenti il 6 gennaio a Washington, (non tutti entrati al Congresso), servitori della patria prestati alla ribellione. Un fenomeno che non sembra circoscritto, anzi la presenza di veterani delle Forze armate e di sicurezza è rilevante tra le fila della "maggioranza silenziosa" che portò Trump alla Casa Bianca nel 2016. Ed oggi diventata minoranza rumorosa al punto da trasformarsi in popolo della ribellione.
Veterani ma anche personale in servizio, come dimostra la raffica di licenziamenti e provvedimenti disciplinari nei confronti di diversi agenti da parte dei dipartimenti di California, Washington State, Texas, New Hampshire e New York. Un monito in questo senso è rappresentato dal memo inviato al personale di tutte le forze armate dai vertici del Pentagono in cui si condanna con forza i fatti del 6 gennaio ammonendo che «ogni tentativo di distruggere il processo costituzionale non è solo contro le nostre tradizioni e i nostri valori, è anche contro la legge».
I SOLDATI DELLA GUARDIA NAZIONALE DORMONO NEI CORRIDOI DEL CONGRESSO
Un pronunciamento più unico che raro nella storia e pertanto ancora più indicativo. «L'Fbi sta lavorando per trovare il bandolo dell'altro "deep state" fatto di militari, federali e poliziotti compiacenti che favoriscono il dilagare del movimento», spiega Arije Antinori docente di criminologia ed esperto europeo di terrorismo e comunicazione, secondo il quale queste formazioni fanno leva sul senso di patriottismo e talvolta sul risentimento e la rabbia di chi si sente usato e abbandonato.
I SOLDATI DELLA GUARDIA NAZIONALE DORMONO NEI CORRIDOI DEL CONGRESSO 1
Spesso fanno capo agli "Oath Keepers" una milizia anti sistema che si definisce dei Guardiani della Repubblica, dove i veterani portano in dote l'abilità nelle arti militari e il network di conoscenze tattiche. Dinamiche che aumentano il livello di guardia dell'altro Pentagono, quello istituzionale, protagonista di un dispiegamento di forze senza eguali per la cerimonia di insediamento di Joe Biden, il 20 gennaio, con 15 mila elementi della Guardia nazionale.
L'intelligence però avverte che i rischi vanno oltre la capitale. Come il nuovo focus sul Minnesota per possibili azioni dei noti estremisti in camicia hawaiana dei Boogaloos Bois.
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