DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Francesca Del Vecchio e Francesco Moscatelli per “La Stampa”
elly schlein ferruccio de bortoli - festival economia trento
[…] Schlein sembra tornata la Elly della campagna per le primarie del Pd: il contatto con la gente, senza sfuggire per colpa dei tempi stretti. Sarà l'aria trentina, «di una città con una grande storia di partecipazione». È in perfetta antitesi con la premier, che arriva in auto e quasi non si fa vedere.
Completo pantalone blu elettrico, sneakers bianche d'ordinanza. Un sorriso pieno sfoderato mentre tiene in mano un volantino piegato in quattro: «Me l'ha dato un militante di Stati Uniti d'Europa. Forse ha dei dubbi su chi voterò l'8 e il 9 giugno?», scherza con lo staff. Alza il braccio per salutare i simpatizzanti e non si sottrae a nessuna delle richieste di foto e strette di mano.
elly schlein - festival economia trento
[…] Mentre sale sul palco del Festival dell'Economia c'è ancora chi sta aspettando per prendere posto e chi non riuscirà a entrare per colpa dell'overbooking. Solo un'ora prima, sulla stessa poltrona al centro del palco c'era Giorgia Meloni, pronta a lanciare il guanto di quella sfida mancata e che, con tempi da differita, ora sembra solo posticipata. Schlein accetta il confronto a distanza. Si difende, come le dirà Romano Prodi dietro le quinte al termine dell'intervista: «Sei stata brava». Le aveva promesso di passare a salutarla, anche solo per cinque minuti. E mantiene la parola.
La segretaria rilancia le accuse alla premier: «Vorrei chiederle cosa aspetta, dopo 19 mesi di governo, a prendersi delle responsabilità». L'affondo è sul lavoro, tema sul quale Meloni aveva provato ad attaccarla. «Se la sinistra avesse fatto tutto bene io non sarei diventata segretaria. Ma il vero problema è che su proposte concrete come il salario minimo, questo governo non ci ha dato l'attenzione necessaria».
elly schlein ferruccio de bortoli - festival economia trento
Anche sul premierato, che Meloni definisce una riforma da «o la va o la spacca», la risposta è netta: «Se è la stabilità che vuole - le chiede Schlein - perché non ha accettato neanche una delle nostre proposte, per esempio quella della sfiducia costruttiva», ribadendo che la riforma «farà saltare l'equilibrio tra i poteri dello Stato, e che quelli del presidente della Repubblica non si toccano».
Quello del lavoro, però, è certamente il suo cavallo di battaglia: porta l'esempio di un vigilante «incontrato in autogrill, perché venendo da Bolzano abbiamo bucato» che aveva un contratto «da 4 euro e 70 l'ora: lo ripeto, sotto i 9 euro è sfruttamento». L'espediente narrativo delle persone incontrate per strada funziona anche sulla sanità, quando racconta di una signora di Pesaro, «malata di tumore e in attesa di una tac da mesi».
Rivendica la proposta di legge sulla Sanità: «Portare da qui al 2028 la spesa oltre il 7% del Pil». E denuncia «i tagli fatti dal governo», ribadendo che in generale «è fondamentale investire su assistenza domiciliare, visto che siamo ultimi in Europa. Servono più fondi per non autosufficienza, disabilità e salute mentale». […]
giorgia meloni al festival dell economia di trento 8
Gradisce poco, comunque, le domande di Ferruccio De Bortoli sul reperimento dei fondi per tutte le iniziative che ha in mente: solo un vago riferimento a una «tassazione progressiva», che suona tanto come «patrimoniale». Sferza Meloni «ipocrita sul Superbonus e incoerente sul redditometro», attacca il centrodestra che sul fisco «strizza l'occhio ai furbi» e ha già fatto «19 condoni». La parola chiave, semmai, è «debito comune» e vale sia per gli investimenti sulle rinnovabili, sia sull'automotive. Idem sulla difesa comune europea sulla quale si dichiara - sorprendentemente e per la prima volta in maniera così netta - «convintamente a favore».
Schiva la domanda sul nucleare, nicchia su Plastic e Sugar tax: non si sbilancia. Ma prova a rilanciare: «Il termine del 2035 per lo stop alla produzione di motori endotermici è raggiungibile». Con buona pace della destra che «piagnucolando a Bruxelles spera di ottenere qualcosa». Dura anche la critica a Stellantis sull'ipotesi delocalizzazioni: «Impensabile che vadano via dopo aver preso».
elly schlein - festival economia trento
Uscendo dal teatro, infine, c'è tempo per un'ultima stoccata al centrodestra: «Sono stupita che Meloni non abbia colto l'occasione per dire una parola sulla Liguria e sull'arresto di Toti. Ormai subisce il diktat di Salvini che chiede al governatore di resistere. È davvero il silenzio degli indecenti». E chissà come sarebbe suonata se l'avesse detta durante un vero confronto faccia a faccia.
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