TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A…
Wanda Marra per il “Fatto quotidiano” - Estratti
Quattro giorni dopo le dimissioni di Carlos Tavares, Elly Schlein non ha ancora detto nulla, né su di lui, né su Stellantis e John Elkann. Un silenzio che fa rumore visto che la segretaria del Pd non è certo una che evita di affondare i colpi quando lo ritiene necessario e magari utile al suo posizionamento politico.
Un silenzio ancor più bizzarro se si pensa che il Pd non ha evitato critiche alla gestione Elkann: “Dopo le dimissioni di Tavares è John Elkann ad avere assunto la guida del comitato esecutivo di Stellantis. Per questo è indispensabile che venga in Parlamento a spiegarci quali impegni intenda assumere l’azienda, in particolare con il nostro Paese”, ha detto il responsabile economico dem, Antonio Misiani, a La Stampa.
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IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
È evidente che Misiani, su tutti, si muove con l’avallo del Nazareno, ma resta il fatto che la segretaria - per ben quattro giorni - abbia scelto di non esprimersi in prima persona. Era già successo a fine settembre, quando Carlo Calenda, leader di Azione, aveva mandato una lettera a tutte le opposizioni chiedendo di definire insieme un piano su Stellantis e sull’automotive.
Avevano aderito tutti tranne Matteo Renzi e Schlein. Lei lo aveva motivato sostenendo di essere impegnata con la Liguria, poi aveva fatto firmare Misiani. Calenda l’aveva attaccata proprio in un’intervista al Fatto: “Il Pd non dice nulla per tenersi buona Repubblica”. Forse anche per reazione, Schlein aveva poi deciso di intervenire in prima persona durante l’audizione di Tavares alla Camera, era a ottobre, definendola “deludente” per la mancata chiarezza sui piani futuri della ex Fiat.
Ora, nel momento più acuto della crisi, si ripropone lo stesso silenzio. I dem più vicini alla segretaria attribuiscono questa scelta al fatto che lei non dominerebbe troppo la materia, che non sarebbe uno dei dossier che preferisce. Motivazione un po’ ardita. Tanto più che, tra gli emendamenti congiunti delle opposizioni alla manovra, c’è anche quello (sottoscritto da tutti, tranne dai renziani), che chiede di riportare 2 miliardi e 150 mila euro in tre anni dalla Difesa all’automotive.
Resta il silenzio della segretaria dem, un metodo per Schlein quando c’è sul tavolo un tema controverso o spinoso: ad esempio gli eurobond per le spese della difesa o la scelta di votare – in Italia e in Europa – per il sostegno all’Ucraina. Nell’ultimo anno e mezzo, per dire, ha scelto per il Pd un tema identitario meno divisivo del lavoro, della pace e persino dei diritti civili (sui quali lei stessa ha posizioni più radicali di quelle del partito): la sanità. Dopo le Regionali ha annunciato una mobilitazione negli ospedali e sui territori, che per ora non è iniziata: andrà concordata con i segretari locali.
ELLY SCHLEIN CARLO CALENDA AL FORUM DI CERNOBBIO
C’è già un caso di scuola: nel rush finale della campagna elettorale per l’Umbria, la candidata Stefania Proietti ha parlato solo di sanità, proprio per evitare temi etici e pacifismo. Va detto che il tema paga nei sondaggi, anche se i tagli alla sanità sono opera – prima ancora che del governo Meloni – dei governi di centrosinistra. La segretaria può sempre dire di essere arrivata dopo, ma questa è un’altra storia: quella di oggi è il silenzio su un tema decisivo per l’industria (e il futuro) del Paese.
STELLANTIS:CALENDA, SILENZIO SCHLEIN INSPIEGABILE, DICA QUALCOSA
"NON C'È NIENTE PIÙ DI SINISTRA CHE QUESTA BATTAGLIA"
(ANSA) - "Domenica alle 8 di sera è uscita la notizia che ha travolto un po' tutti i media mondiali, cioè che Stellantis ha cacciato il suo amministratore delegato. Ovviamente questo ha generato grandissime preoccupazioni, ansie sul gruppo, sul futuro dei lavoratori.
È un allarme che noi abbiamo dato da tanto tempo, una battaglia che abbiamo fatto per tanto tempo.
Stamattina è giovedì" e ancora "Elly Schlein non ha pronunciato una parola" e "non è spiegabile la ragione per cui non riesce a parlare della più grave crisi di cui hanno parlato tutti i giornali, persino quelli della Gedi". Lo dice in un video sui social il leader di Azione, Carlo Calenda.
Ricordando che "l'altra volta io feci una battaglia per avere tutti i segretari di partito nel chiedere a John Elkann di venire in Parlamento", Calenda rimarca che "l'unica segretaria che alla fine non firmò (fece firmare a Misiani), fu la Schlein. E oggi appunto siamo a giorni di silenzio; allora io credo che sia giusto dire le cose come stanno". "E allora il mio appello alla Schlein è: dì qualcosa.
john elkann foto mezzelani gmt 1418
Dì qualcosa di sinistra, perché non c'è non c'è niente più di sinistra che questa battaglia, cioè vedere lo scempio di un capitalismo predatorio, assistito, che lascia gli operai per strada. Se noi non siamo in grado di parlare di questo, fregandocene di chi possiede i giornali, non siamo in grado di dare rappresentanza alla parte che dobbiamo proteggere, che è quella delle persone più deboli".
carlo calenda elly schlein assemblea nazionale di azione. 1john elkann foto mezzelani gmt 1416carlo calenda enricol etta elly schlein carlo calenda elly schlein assemblea nazionale di azione 4john elkann foto mezzelani gmt 1417ELLY SCHLEIN E CARLO CALENDA - FIACCOLATA PER NAVALNY IN CAMPIDOGLIO
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