FLASH! - LA SCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI, CHE…
Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera - Estratti
La colonna sonora alla presentazione del libro di Roberto Speranza ( Perché guariremo , edito da Solferino) con Giuseppe Conte ed Elly Schlein — intervistati da Lucia Annunziata — non c’è. Ma se ci fosse sarebbe di sicuro «Nostalgia canaglia».
Al Bano e Romina Power hanno poco a che fare con quella platea. Però la loro canzone rappresenta bene lo stato d’animo che pervade quel dibattito. Speranza ricorda con commozione i tempi del Covid quando Pd e Cinque Stelle hanno dimostrato che «governare insieme si può». Conte con rimpianto parla dei provvedimenti fatti dal suo governo numero due in piena pandemia, quando — complici «le avversità» — «facemmo un blocco dei licenziamento sul modello sovietico». Poi entrambi stigmatizzano la Commissione sul Covid. «Sarà un boomerang», promette Conte.
«Chi l’ha voluta mi fa pena», afferma Speranza. Intanto in platea Massimo D’Alema guarda con rammarico le telecamere che inseguono gli oratori sul palco, trascurando lui.
Della serie, si stava meglio quando si stava peggio. L’unica immune a questo sfoggio di nostalgia è Elly Schlein. E infatti le viene data la parola dopo 50 minuti, mentre lei nel frattempo si presta a offrire il microfono una volta al leader del M5S, l’altra all’ex ministro della Salute. La segretaria dem, che si bacia con Conte senza nessun trasporto solo perché ci sono le tv e i fotografi e che mantiene una certa freddezza nei confronti dell’ex premier, parla un linguaggio diverso.
E infatti quando Annunziata le chiede se il campo largo alle Regionali si farà risponde secca: «The sooner the better». Non è che la capiscano tutti, né sul palco nè in sala. Urge traduzione: prima è meglio è. E forse, come qualche autorevole dirigente dem sussurra in platea, la soluzione per una regione su cui Pd e M5S registrano lo stallo c’è: Speranza candidato unitario in Basilicata. Se ne parla in questi giorni, con una certa insistenza.
Ma l’alleanza delle opposizioni a livello nazionale sembra assai lontana. Le differenze ci sono. E sono su punti essenziali. «Mi si sono rizzati i capelli in testa — confessa Speranza — quando ho sentito Giuseppe dire che non sa decidere tra Biden e Trump». Conte, più tardi, gli ricambia la cortesia: «Mi si sono rizzati i capelli a vedere il Pd bellicista che non mi aspettavo, mi si sono rizzati i capelli a vedere un Pd che ha rinnegato l’esperienza della transizione ecologica mettendoci il dito nell’occhio con l’inceneritore». Poi aggiunge: «Non è che qui ci mettiamo d’accordo e si vince. La nostra responsabilità, ne abbiamo il tempo, deve essere costruire un progetto che consenta il giorno dopo le elezioni di sapere cosa fare. Da parte nostra non c’è nessun atteggiamento pregiudiziale ma ci sono degli ostacoli molto spesso da rimuovere per costruire progetti solidi e coerenti».
E Conte risponde anche all’intervista a Romano Prodi sul Corriere (e a Speranza): «Io non ho mai detto che Trump e Biden sono sullo stesso piano. Ho detto che, per tutelare gli interessi nazionali, dovremo avere buone relazioni, qualunque sarà il presidente Usa. Non sono sullo stesso piano anzi, ho anche precisato che sul piano ideologico possiamo avere maggiori similitudini con Biden». Insomma il leader M5S frena.
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