DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Laura Cesaretti per il Giornale -Estratti
«Sapete perché non ero qui ieri? Perché sono andata al cinema». I deputati Pd si guardano a occhi sbarrati, la capogruppo Chiara Braga impallidisce, tra i cronisti scoppiano risatine irrefrenabili.
La segretaria Pd arriva a Gubbio a fine giornata, sale sul podio del seminario dei suoi parlamentari all'Hotel Cappuccini e confida candida che preferisce andare a vedere film che passare del tempo con loro. Un ceffone in piena faccia, e tutti si chiedono: volontario o inconsapevole? Lo staff schleiniano cerca di troncare e sopire («Ha detto mille cose sui contenuti e voi vi fissate su una battuta») ma è troppo tardi. E i più pessimisti non hanno dubbi: «Non è capace di far politica nè di comunicare», ragiona un dirigente Pd, «ma non è ingenua come si dipinge: ha voluto far capire che finché sta lì farà come le pare, indipendentemente da noi».
A cominciare dalle Europee: tre quarti di Pd le dice di lasciar perdere, ma lei si candiderà. Forte della sponda trovata a Palazzo Chigi: Giorgia Meloni si sceglie come antagonista Elly, che è la perfetta incarnazione della più velleitaria gauche-caviar, destinata a non prendere un voto al centro. Così la premier dà via libera al faccia a faccia tv con Schlein proprio nel momento di massima turbolenza interna al Pd, e Elly accetta che sia Meloni a scegliere armi e campo del duello (ovviamente Bruno Vespa e la Rai) pur di avere il suo imprimatur.
Anche contro il proprio partito. Che non sa come reagire, e resta lì a difendersi inutilmente dalla frivola accusa di aver organizzato una riunione in hotel con Spa (e convenzione da stagione morta), mormorando contro la segretaria: «Sapeva benissimo di Gubbio, ma ha fatto finta di cadere dalle nuvole quando sono iniziate le polemiche».
(…)
DELRIO: «SE IL PD PUNISCE BIGON MI AUTOSOSPENDO»
Marco Iasevoli per "Avvenire"
Suicidio assistito, il senatore avvisa la segretaria: la disciplina di partito non sovrasti la libertà di coscienza Roma Graziano Delrio è a dir poco sorpreso dall’affondo di Elly Schlein contro la consigliera regionale dem del Veneto, Anna Maria Bigon, che sulla legge inerente il fine vita si è astenuta e non è uscita dall’aula regionale, come avrebbe voluto il gruppo del Pd. Una scelta, quella di Bigon, che ha contribuito a non far passare il dispositivo appoggiato dal governatore leghista Luca Zaia. « Lo dico con molta chiarezza: su questi temi mai, e ripeto mai, la disciplina di partito può sovrastare la libertà di coscienza», parte dritto il senatore del Pd, riferimento dell’ala popolare e cattolico-democratica del partito.
Le posizioni assunte da Bigon nel Consiglio regionale veneto hanno quindi piena legittimità?
Premessa: quanto dico sulla libertà di coscienza non vale solo quando c’è una persona che la pensa come me. Vale anche per chi ha un’idea del tutto opposta alla mia. Ma ciò detto, concordo con la posizione di Bigon nel merito e nel metodo.
(…) L’attacco di Schlein a Bigon sottintende dunque un tentativo di cambiare la linea del Pd? Spero di no. Ma nel caso, la linea di un partito si cambia con una discussione nei luoghi deputati, non dicendo a una consigliera regionale di uscire dall’Aula così da far passare una legge. Se ci fossero provvedimenti contro la consigliera regionale che non ha “obbedito” all’indicazione di lasciare l’Aula, lei cosa farebbe? Se Bigon fosse sospesa, mi autosospenderei anch’io dal partito. E ripeto: non solo perché condivido la scelta della nostra consigliera regionale, ma perché agirei allo stesso modo nei confronti di qualsiasi collega di partito che fosse “punito” per aver esercitato la propria libertà di coscienza su un tema sensibile.
graziano delrio foto di baccoelly schlein a gubbio 1elly schlein a gubbio 3ANDREA ORLANDO - CHIARA BRAGA - ELLY SCHLEIN elly schlein a gubbio 9elly schlein a gubbio 8CHIARA BRAGA ELLY SCHLEIN GRAZIANO DELRIO DEBORA SERRACCHIANIelly schlein a gubbio 2
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