DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Emilio Pucci per “il Messaggero”
Una stretta di mano, magari ci si rincontra dopo il voto. Ap dà vita a una separazione consensuale, ognuno per la propria strada senza il bisogno di tirarsi i piatti in faccia. Lupi, Formigoni, Albertini, tutto il gruppo lombardo e la maggior parte dei dirigenti del Veneto, del Piemonte e del Friuli vanno con il centrodestra. Il ministro Lorenzin, parlamentari come Cicchitto e Pizzolante, continueranno invece l' esperienza con il centrosinistra. Probabilmente insieme con gli esponenti calabresi (il sottosegretario Gentile), quelli campani e una parte dei siciliani, ovvero Castiglione e Misuraca.
Una scissione dolce, dunque che sarà certificata oggi con un documento visto che è stato dato mandato a tre soci fondatori (Lupi, Lorenzin, Cicchitto, e al vice coordinatore nazionale Gentile) il compito di «salvaguardare le due coerenze politiche». No allo Ius soli e al biotestamento, sì unanime alla legge di Bilancio e a una settimana dalla fine della legislatura da una parte ci saranno i centristi per l' Europa e dall' altra il Nuovo centrodestra. Tornerà dunque Ncd (con annesso simbolo), ma solo per superare l' ostacolo della raccolta delle firme.
FONDI DIVISI
Dovranno anche essere decisi altri aspetti legali ma l' obiettivo è dividere tutto, a cominciare dai fondi in cassa. Nessuna proprietà da spartire (la sede è in affitto) ma il passo di ieri dovrebbe garantire «la massima agibilità politica» ad entrambi gli schieramenti interni. E' l' ultima mission che ha prospettato Alfano: «Non faccio più politica partitica. Non mi candido alle Politiche né alle Europee, continuerò il mio impegno con la Fondazione De Gasperi», ha annunciato ieri alla direzione il ministro degli Esteri, ricevendo in cambio un lungo applauso. «Nel centrodestra non ci torno. Io avrei fatto la scelta di andare con il centrosinistra ma voglio garantire ad ognuno libertà e rispetto la decisione di chi ritiene conclusa l' alleanza con il Pd», ha spiegato il responsabile della Farnesina.
Radici nel centrodestra? «E' vero, ma quelle radici sono avvelenate. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto in questi anni di governo: abbiamo condotto la nave Italia in porto». Saranno Lupi e Fitto i due principali protagonisti della cosiddetta quarta gamba del centrodestra alla quale hanno lavorato i vari Costa, Quagliariello, Zanetti e Tosi. Potrebbero aggregarsi più avanti anche Cesa, se rinuncerà al suo simbolo, e Parisi, ma per il momento si partirà con questi attori che daranno vita ad una componente liberal, popolare, cattolica e riformista.
SOCIALISMO E PPE
«Noi dice Formigoni siamo popolari e non socialisti. Basta con l' alleanza con il Pd, ora si dialoga con Forza Italia». Il passo più deciso è quello di Lupi che fino alla fine ha tentato la strada dell' autonomia, ma di fronte ai no di Fitto e Tosi ha giurato fedeltà al gruppo lombardo. «Ho fatto ogni sforzo per tenere unito il partito ha sostenuto il capogruppo di Ap -. Ci stiamo dividendo sulla prospettiva delle nuove rotte. Si governa solo con il centro e l' Italia può essere salvata e governata da una proposta di centro seria».
Nessuno disconosce il lavoro fatto in questi anni ma «nulla di tutto ciò è stato sufficiente per l' Italia e per il nostro elettorato in particolare, così come il risultato acquisito alle recenti elezioni regionali siciliane ha ampiamente sancito», ha sottolineato la senatrice Vicari.
Di tutt' altra opinione il ministro della Salute che oltre a rivendicare «l'azione riformatrice» di Ap ha rimarcato come «il centro non è un luogo geografico ma uno spazio culturale per non cadere in mano ai populisti». «Andare da soli con 350 collegi? Sarebbe una campagna elettorale durissima. Uniti possiamo resistere a tutti gli attacchi, continuerò a lavorare su questa strada», ha aggiunto.
«Ap resta. Con Lorenzin, Cicchitto e altri porteremo avanti la posizione in chiave antipopulista», chiosa Pizzolante che insieme a Gentile ha citato «le convergenze parallele» di Moro per motivare il proseguimento dell' alleanza con il Pd.
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